Viterbo CRONACA Perché la quercia di via Bachelet era viva

Ma l'albero secco in Via Vicenza, salendo a sinistra, il ceppo in Via Romiti davanti alla Stazione, gli alberi secchi davanti alla Camera di commercio, i ceppi sulla strada che porta a La Quercia, l'albero secco in Via Tommaso Carletti, ma quelli l'assessore non li ha visti? (m.g.)

 

Assistere all’abbattimento di un albero è come assistere a un omicidio, il paragone non è per nulla fuori luogo, in entrambi i casi è stroncata la vita di un essere vivente.

Perché la quercia di via Bachelet era viva.

E sana, almeno a giudicare dall’aspetto esteriore che non presentava segni visibili di patologie atte a giustificarne l’abbattimento. Osservazione confermata dal parere autorevole di un agronomo della vicina università di Agraria.

Eppure, secondo la lungimiranza della signora Raffaela Saraconi, che ricordiamo, è il nostro assessore all’ambiente con delega sulla gestione del verde pubblico, quella quercia andava abbattuta. Punto e basta. E per questo ha firmato il documento di condanna a morte.

Non è la prima volta che il taglio dissennato degli alberi è effettuato nel nostro Comune, anzi da voci di corridoio pare che da quando si è istallata questa giunta comunale, l’abbattimento indiscriminato degli alberi sia diventato prassi comune. Una decina di morti al mese, quasi una guerra.

Si preferisce tagliare per sicurezza, dicono loro, per tutelare la pubblica incolumità. E mentre le leggete queste ultime parole, cercate di dare il tono che userebbero loro, scandite le parole con solennità, come quando cercano di convincerti che ciò che fanno è per il tuo bene.

Solitamente un responsabile del Comune effettua un sopralluogo sugli alberi e senza utilizzare nessun tipo di esame diagnostico (comporterebbe dei costi che il Comune non può permettersi), stabilisce che l’albero è compromesso e va segato.

Questo avviene anche in presenza di esemplari sani e ultra centenari, come la quercia di via Bachelet. Nessuno vuole assumersi responsabilità se malauguratamente l’albero dovesse cadere, onde evitare possibili azioni risarcitorie contro il Comune. E allora ecco qua che alla potatura dei rami preferiscono il taglio drastico, alla cura degli esemplari malati la sostituzione con alberelli da vivaio.

Non sta a noi di Viterbo Civica spiegare l’importanza degli alberi per la città e i suoi abitanti. Che gli alberi siano dei fondamentali mitigatori del clima e che contribuiscano a combattere l’inquinamento atmosferico, presupponiamo che sia risaputo.

Noi vorremmo solo ricordare alla cittadinanza e agli amministratori, che ci preme sottolinearlo occupano quelle poltrone soltanto grazie ai voti dei singoli cittadini, che esiste una normativa nazionale che regola il verde pubblico.

Si tratta della legge 14.01.2013 n° 10, G.U. 01.02.2013 che obbliga i Comuni, tra le altre cose, a istituire un censimento degli alberi.

Bene, noi di Viterbo Civica chiediamo che, come da obbligo di legge, sia immediatamente istituita una mappatura e un censimento di tutti gli alberi presenti nel nostro Comune. Tale censimento deve essere di facile consultazione per il cittadino, sia nelle bacheche comunali sia on line, così come già avviene in altri Comuni (per farsi un’idea guardare quello del Comune di Rimini).

In questo censimento devono essere inseriti tempestivamente anche tutti gli interventi di taglio degli alberi che il Comune intende eseguire e le perizie fitosanitarie.

Il cittadino, sempre secondo la legge, può richiedere al Comune interventi sostitutivi al taglio e deve ricevere obbligatoriamente delle risposte esaustive.

Non come è successo durante il taglio delle querce di via Bachelet, in cui l’assessore interpellato al telefono ha risposto con la sua consueta gentilezza “chi vi ha dato il mio numero?” e poi ha maleducatamente chiuso la comunicazione senza dare alcuna spiegazione. Telefonata effettuata in modalità viva voce e alla presenza di numerosi testimoni.

A nostro parere un assessore che non rispetta la legge, non merita di occupare il posto per cui è pagato, parere che condividiamo con moltissimi cittadini, almeno a giudicare dagli epiteti irripetibili che gli abitanti di via Bachelet hanno rivolto all’assessore in oggetto, mentre assistevano impotenti al taglio della quercia.

La misura è colma già da un pezzo, un assessore all’ambiente in teoria dovrebbe tutelarlo quell’ambiente, non distruggerlo come sta facendo la signora Saraconi.

I cento e più abitanti di via Bachelet, alcuni dei quali pronti a costituirsi parte civile contro il Comune, sono il termometro con cui valutare l’indice di gradimento di quest’amministrazione.

Lucio Matteucci

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