Viterbo CRONACA o piace o non piace, come in sostanza l’arte in generale
Ai confini tra il Lazio e la Toscana il “giardino dei tarocchi” ideato Niki de Saint Phalle è un’esperienza unica.
Nell’esprimere un giudizio non ci sono vie di mezzo, o piace o non piace, come in sostanza l’arte in generale.
Mi sono sempre incuriosito per i riflessi argentei che si vedono in lontananza, passando per la superstrada Aurelia, all’altezza di Pescia Romana, che ho deciso di rallentare e imboccare la stradina che conduce al parco.
Si entra subito in un’altra dimensione, colpiti da forme, colori e meccanismi che attivano improbabili macchine, il tutto amplificato da un mare di specchi, bianchi, colorati che rivestono gli arcani.
Gli specchi, deformano, spezzettano l’immagine ti rimandano a un’altra realtà.
A questo punto sale la voglia di scoprirlo, di percorrerlo in largo e lungo come un come presi da una voglia irrefrenabile.
A un certo punto, mi sono ricordato che le figure fantastiche, non mi erano nuove, anzi le macchine assurde con ingranaggi e zampilli, le teste fantasiose che ruotavano, li avevo già visti da qualche parte, sì ma dove?
A Parigi al Beaubourg quando giovane giravo in autostop, ma si! il Beaubourg quell’edificio che sembra un’astronave, adagiato sul terreno, con la sua struttura tecnologica, le prese d’aria copiate alle navi, avanti anni luce con quello che conoscevo all’epoca.
Che strano viaggi per il mondo, poi un ricordo, un’emozione ti riportano a due passi da casa.
Testo e foto Luciano Pasquini
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