Viterbo CRONACA
Federazione Provinciale Coldiretti Viterbo

Mauro Pacifici e Alberto Frau, presidente e direttore di Coldiretti Viterbo

«Neanche i recinti elettrificati bastano a tenere lontano gli animali selvatici. I cinghiali adulti li saltano, entrano dentro i coltivi, tirano giù i rami delle piante di nocciolo e mangiano i frutti, per non parlare delle nocciole a terra che vengono letteralmente divorate.

I piccoli li seguono passando sotto la recinzione. È una situazione che aumenta in maniera esponenziale e gli agricoltori vedono andare in fumo anni di lavoro.

Dov’è l’assessorato?

Dove sono le istituzioni?

Vogliamo che si inizi il sele-controllo prima possibile e, se necessario, anche di poter sparare in autonomia». Roberto Trappolini, presidente di sezione della Coldiretti di Ronciglione, riceve molte segnalazioni da parte di corilicoltori che proprio in prossimità della raccolta, si trovano in forte difficoltà.

Ammontano a milioni di euro, infatti, i danni da cinghiali in Italia; nella Tuscia, poi, siamo ormai al delirio, con numeri impressionanti di ungulati che hanno distrutto tutto o quasi il patrimonio faunistico locale e le coltivazioni di ogni tipo.

Coldiretti parla di emergenza assoluta, intensificata in questo periodo dalle calamità naturali. Gli animali, infatti, spinti dalla fame e dalla sete, si spostano maggiormente, in branchi e di notte, scavando buche e devastando tutto ciò che incontrano. Le mamme, inoltre, stanno insegnando ai piccoli a nutrirsi. Le colture oggi più colpite sono, oltre ai noccioleti, anche i vigneti e il mais.

«È una calamità di fronte alla quale l’agricoltore non ha mezzi per difendersi, denunciano il Presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici ed il Direttore Alberto Frau: “Per quanto riguarda le nocciole, la provincia di Viterbo conta circa 23.000 ettari e il settore da lavoro a centinaia di famiglie che oggi vivono il fenomeno cinghiali con terrore quotidiano.

Se il fenomeno non verrà arginato entro breve, le imprese rischiano ripercussioni gravissime a livello economico; un nostro associato ha impiantato nel 2008 un noccioleto che i cinghiali, eludendo le recinzioni elettriche, hanno totalmente distrutto. Inoltre il pericolo di essere attaccati dalle mamme coi cuccioli non è da sottovalutare».

Aggiunge Trappolini: «È fondamentale aumentare le battute agli ungulati anche per il rischio di incidenti stradali e problematiche sanitarie»”.

Insomma, dopo aver decimato le altre specie faunistiche locali, qualsiasi tipo di coltivazione, provocato incidenti stradali e distrutto vigneti e frutteti, ora i cinghiali entrano sempre di più nei noccioleti, colture tra le principali a livello di reddito per le famiglie della Tuscia ed i raccolti iniziano a risentirne.

“La nostra paura – conclude Pacifici – è che si dia il via ad importazioni sempre più massicce di nocciole dall’estero, mentre sarebbe auspicabile che il prodotto fosse sempre più nazionale e, soprattutto, sempre più ecosostenibile, usando metodologie a basso impatto ambientale, che stiamo studiando con gli addetti ai lavori e che, presto, renderemo pubbliche.”

 

 

 

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