Viterbo EVENTI

Centro Diocesano di Documentazione per la storia e  la cultura religiosa - Viterbo

Centro di ricerche per la storia dell’Alto Lazio

Presentano

Incontri a Palazzo Papale

[11° anno - II sessione]

Martedì 11 settembre 2018, ore 17:00

Intrecci e intrighi di donne

(N. Togni, M. Valli)

Riflessioni al femminile in occasione della pubblicazione del volume M. Cecilia Baij e le altre.

Donne in ricerca di Dio nel Settecento viterbese 

Viterbo, Palazzo papale, Sala delle Biblioteche del Cedido, Piazza S. Lorenzo 6/A

Gli Incontri si svolgono a Viterbo, Palazzo papale, Piazza S. Lorenzo 6/A

Gli Incontri hanno la sponsorizzazione della Banca di Credito Cooperativo di Roma, Agenzia di Viterbo

Per informazioni, la Segretaria degli “Incontri” è Elisa Angelone.

Il numero del Centro diocesano di documentazione che li organizza è 0761.325584, l’indirizzo e-mail  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Leggi la vita di Maria Cecilia Baij clicca qui 

oppure

MARIA CECILIA BAIJ (1694—1766)

LA VITA, LA SPIRITUALITÀ, LE OPERE

Maria Cecilia  Baij nacque a Montefiascone il 4 gennaio 1694 da Carlo e da Clemenza Antonini       

Nel l712 entrò nel monastero delle cistercensi di Viterbo, ma ne uscì dopo dieci mesi per entrare in quello delle benedettine di Montefiascone. Qui nel 1714 fece la sua professione religiosa.

Il Cristo sofferente volle associarla alla sua passione e, a questo scopo, ne purificò il cuore con dure prove, rendendola degna di ricevere grazie e favori eccezionali.

La preghiera dei “Colloqui” e degli altri scritti redatti da Cecilia , per illuminazione divina, fanno di lei un’apostola e una messaggera dell’amore di Dio.

Dai medesimi scritti rifulge inoltre Cecilia quale “mistica” del secolo XVIII.

Cecilia fu badessa del monastero per circa 20 anni e morì nell’ufficio del suo mandato il  6 gennaio 1766.

DAI “COLLOQUI” DI MARIA CECILIA BAIJ

PAROLE DI CECILIA

“Mio Gesù, mio centro, vita dell’anima mia, amor mio in voi solo trova riposo il mio spirito, tutto ciò che  è privo di voi mi è pena e tormento, in voi solo trovo pace.

Signore mio e Dio mio, io vi lodo, vi benedico, vi adoro e vi offro queste mie lodi con quelle che vi danno  in quest’ora tutti i beati  del cielo e tutti i giusti che sono sopra la terra”. (libro III dei Colloqui)


PAROLE DI GESU’

“Sappi che sto in croce con le braccia aperte per dimostrare che sto aspettando  il peccatore per abbracciarlo ogni volta che verrà a me, egli mi troverà pronto alla misericordia”

 “Grandi furono le pene che io soffrii nel tempo della mia passione e queste furono poche paragonate a quello che io pativo nel mio cuore ; nessuno può arrivare a comprenderle , solo io che le soffrii e la mia e tua SS. Madre che mi fu compagna fedele in  tutte le mie pene. Voglio che tu entri spesso nel mio cuore e mediti le angustie e le pene che questo sostenne per la salute degli uomini” (libro I e III dei Colloqui)


DAL PRIMO TRATTATO SUL SACRO CUORE

“Il cuore di Gesù odia il peccato, ma è sempre aperto per ricevere il peccatore pentito, odia il male, ma desidera il bene,  perché desidera la conversione del peccatore, e per quanto sia stato da questo offeso, quando egli si converte, il suo divin Cuore subito lo perdona…

Se  il Cuore amoroso di Gesù fosse capace di pena, la  sentirebbe molto  grande quando vede i vostri cuori lontani da Lui  e impegnati nell’amore delle creature e di noi stessi”.

Tratto da http://www.monasterosanpietromontefiascone.com/index_file/Page385.htm

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Leggi pure:

Serva di Dio Maria Cecilia Baij

Cecilia Baij nacque a Montefiascone il 4 gennaio 1694 da Carlo, originario di Milano, e dalla nobildonna viterbese Clemenza Antonini, i quali avevano altri quattro figli: Pietro, Costanza, Vittorio e Cecilia Margherita.

Le pagine della autobiografia ci fanno conoscere una bambina pronta, vivace, ma fin dai primi anni irresistibilmente attratta dalla preghiera: “Ricordo benissimo che di cinque anni, nel tornare a scuola, in qualche stretto di strada dove non potevo essere veduta, dicevo al Signore che mi facesse tutta sua, che mi desse il suo amore, e quivi sfogavo i miei affetti e per qualche tempo mi trattenevo”.

Dopo un breve periodo sentì- ce ne racconta la stessa Maria Cecilia- il fascino di una compagna leggera e l’attrattiva degli affetti umani, pur senza giungere mai a compiere il male, decise definitivamente di darsi a Dio e fece un primo tentativo di vita religiosa presso le cistercensi di Viterbo; uscita di lì, entrò nel Monastero delle Benedettine di Montefiascone il 12 aprile 1713.

Dopo essere stata Maestra delle Novizie e Vicaria, fu eletta Abbadessa il 10 luglio 1743, e tenne la carica quasi ininterrottamente per un ventennio. Attraversò, come tutti i mistici, ogni sorta di prove intime ed esterne, dalle persecuzioni sottili delle monache all’asprezza dei confessori (tra i quali spicca San Leonardo da Portomaurizio), che ora la trattavano da illusa, ora la rassicuravano da parte di Dio.

E venne sempre fuori con una umiltà e un distacco di sé che sono da soli una buona raccomandazione nei confronti della sincerità delle sue opere. Intanto riportava la pace fra le dissenzienti, elevava il tono spirituale della Comunità, si offriva di espiare per quelli che la offendevano. Moriva a 71 anni, il 6 gennaio 1766.

Il Cristo sofferente, durante la sua vita, volle associarla alla Sua Passione e a questo scopo, ne purificò il cuore con dure prove, rendendola degna di ricevere grazie e favori eccezionali. Gli importanti scritti che la serva di Dio ci ha lasciati, e ricevuti per illuminazione divina, fanno di lei un’apostola e una messaggera dell’amore di Dio, nonché una grande mistica del secolo XVIII. Scrisse in particolare tre opere considerate pietre miliari della storia della mistica di tutti i tempi: “Vita interna di Gesú Cristo”, “Vita interna di S. Giuseppe” e la “Vita interna di S. Giovanni Battista” che sono il frutto di locuzioni interiori che la pia monaca riceveva e fedelmente scriveva in obbedienza al confessore.

La prima edizione della “ Vita di S. Giuseppe” uscì nel 1921, trascritta e presentata da Mons.Bergamaschi, allora direttore del Seminario Regionale di Montefiascone e attento studioso delle opere della serva di Dio. Incoraggiato da eminenti personalità del tempo- da Bendedetto XV che gli fornì i mezzi per la pubblicazione e a cui dedicò il volume, all’Abate ordinario di San Paolo, il futuro Card.Schuster (elevato in seguito agli onori degli altari)- il Bergamaschi iniziò nel 1916 lo spoglio dei manoscritti, ancor oggi conservati nell’Archivio del Monastero dove la Baij fu Badessa per quasi un ventennio.

E da tale assidua fatica che uscirono appunto la “Vita interna di Gesú Cristo”, la “Vita interna di S.Giuseppe” e la “Vita interna di S.Giovanni Battista” ed infine la “Vita della serva di Dio Donna Maria Cecilia Baij”. Il Bergamaschi morì prima di poter pubblicare i “Colloqui tra la serva di Dio e Gesú”.

Autore: Dario Di Maso
Tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/91927

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