Montefiascone RIFLESSIONE
Giuseppe Bracchi – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Papa Francesco

“Cani selvaggi che cercano lo scandalo”: l’ultima bergogliata, in ordine di tempo. E chi sarebbero costoro?

Nintepopodimenoché tutti coloro che sparsi per il mondo (e sono milioni e milioni), cattolici battezzati, cresimati e sposati in chiesa, chiedono a gran voce che si faccia luce su un dossier che dire esplosivo è poca cosa. Un prelato americano molto vicino a Bergoglio, nonostante fosse colpito da un provvedimento del Papa emerito Benedetto XVI, continuava imperterrito nella sua missione tutt’altro che spirituale, ovvero quella di abusare dei seminaristi. Non basta. In Vaticano, mons. Viganò asserisce la presenza di una lobby gay pronta a manovrare il papa progressista Jorge Mario Bergoglio.

E costui che fa? Prima si affida alla professionalità dei giornalisti, poi non sapendo che pesci pigliare davanti all’evidenza ed alla verità dello scandalo denunciato da mons. Viganò, si affida all’insulto come un qualunque sindaco o borgomastro di un villaggio sperduto sui monti o giù per le valli. Io, cane selvaggio? Forse il sig. Bergoglio, non sa che questo insulto mi scivola dall’alto in basso, ma proprio in basso.

Avrebbe dovuto mordersi la lingua. Quei cani selvaggi sono pecore del suo gregge, cattolici che hanno il dovere ed il diritto di sapere. Si faccia leggere il sig. Bergoglio le norme del diritto canonico riguardanti i doveri e i diritti del fedeli e di cui, sono sicuro, ignora totalmente l’esistenza. Così come, sono sicuro, ignora totalmente 2000 anni di Magistero della Chiesa, dal momento che fino ad oggi ha solo fatto dell’infima teologia e della pessima politica.

Si faccia spiegare dai cosiddetti cardinali dal suo entourage (ammesso che lo sappiano) cosa significhi per la chiesa fare Magistero, ovvero predicare la parola di Dio (non dialogare) e confermare i fratelli nella fede. Si faccia spiegare, il sig. Bergoglio, la differenza che passa tra l’essere vicario di Cristo e successore di Pietro, da quello che il Nostro invece crede di essere, ovvero, il successore di Cristo, considerando tutti i suoi stravolgimenti dogmatici, liturgici e sacramentali.

Cani selvaggi? No, solo pecore smarrite, deluse, amareggiate, senza guida, di fronte ad un pontificato, che, viziato e dubbioso fin dal suo inizio perfino nell’elezione, ha solo seminato dubbi, discordie e divisioni, ammantati di silenzi e sorrisetti ipocriti e beffardi.

Cani selvaggi? No.

Pecore del gregge cattolico e delle quali il sig. Bergoglio sarà chiamato a rispondere a Chi di dovere. E vedremo se di fronte a Chi di dovere sarà capace di replicare: chi sono io per giudicare?

 

 

 

 

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