Viterbo STORIA
Mauro Galeotti dal libro L'illustrissima Città di Viterbo 
(Viterbo, 2002)

Altare dedicato a santa Rosa di Viterbo
nella Chiesa di san Sebastiano di Alcolea
(g.c. Alessandro Finzi)

Il vestito di santa Rosa nella metà del XIV secolo era di color cremisi, scrive Giovanni Selli (1828): «In quel tempo [1357] fu rinnovata l’arca ossia cassa di legno [andata in fiamme], e fu rivestita con abito conforme al primo».

Anche nella metà del XV la Santa indossava un abito di velluto cremisi ricamato a fiorami in oro circonfuso da perle e gemme. Ne possedeva anche un altro di velluto fiorato, costarono entrambi ottanta ducati.

In quel tempo era usanza cambiare spesso il vestito della Santa, lasciando aperta l’urna che la conteneva in modo da permettere ai fedeli di poter toccare quel corpo e poterlo baciare.

Il 18 Settembre 1615, per volere del vescovo di Viterbo Tiberio Muti, quel vestito tanto pomposo, fu sostituito con altro più semplice e non poteva essere scelto altro che l’abito francescano, infatti il corpo della Santa fu vestito con una tonaca di lana di color grigio scuro e con cordone alla vita, come in effetti era in uso tra le terziarie di san Francesco. In quell’occasione le fu posto anche il velo bianco.

Ancora Giovanni Selli: «Ivi spogliato [il corpo di santa Rosa] dalli suddetti abiti fu rivestito con candidi panni di lino e con tonica d’armesino color bigio, con cordone, soggolo ed ogni altra cosa che sogliono portare le monache dell’ordine di S. Chiara».

Il 13 Ottobre 1658, per ordine del vescovo di Viterbo, il cardinale Francesco Maria Brancaccio, fu mutato il vestito a santa Rosa e fu messo sul capo della Santa il velo nero. Il corpo rimase esposto per vari giorni.

Per disposizione del vescovo Stefano Brancaccio, in seguito, il 22 Aprile 1675 fu vestita di nuovo. Nel 1697 il vestito fu cambiato in occasione della realizzazione della nuova urna (1699), poi, nel 1750, fu di nuovo sostituito.

Il 2 Novembre 1760, alla presenza di monsignor Egidio Mengarelli, santa Rosa fu rivestita «da capo a piedi». Il colore della tunica era il nero, come quello delle Clarisse, e leggo ancora da Giovanni Selli: «Il cordone che le pende al fianco è tutto formato di perle insieme intrecciate.

Ha una ghirlanda in testa ed una ai piedi: la prima è d’oro interziata con diamanti, l’altra è lavorata con varj e vaghi fiori. Così ritrovasi al giorno d’oggi [1828] l’incorrotta salma della gloriosissima nostra Santa».

Polemiche sorsero nel 1777 sull’abito che copriva il corpo della Santa «in sostituzione dei paludamenti profani di velluto e broccato».

Padre Flaminio Annibali da Latera, nel suo Manuale de’ Frati Minori (1776), sostiene che fosse mutato con una tonaca nera: «Nel Pontificato di Clemente XIV il Corpo di Santa Rosa fu spogliato dell’Abito suo cenerino, che aveva portato per 500 e più anni, e per suggestione de’ PP. Conventuali fu vestito d’un’altro di color nero».

Invece il Panacca afferma «risultare, da attestato delle monache, essere ciò avvenuto di loro iniziativa, conformando l’abito della verginella al loro». Prima della ricognizione del 1921 la Santa vestiva un abito monacale color nero, con al collo un velo bianco e in testa la corona delle vergini.

Fu poi vestita con un abito color cenerino e al posto della corona fu posta una aureola in metallo. Nell’Ottobre 1946, fu mutato l’abito in seta con altro del medesimo colore.

L’ultima vestizione è del 13 Febbraio 1990, con l’abito usato vennero confezionate le reliquie per i fedeli, autenticate con sigillo del monastero, come avveniva negli anni passati.

In quell’occasione monsignor Fiorino Tagliaferri, nominato vescovo di Viterbo il 14 Marzo 1987 ed in carica fino al 1997, ha presieduto la cerimonia della ricognizione del corpo di santa Rosa, nonché la pulitura della cassa e dei vetri.

Santa Rosa con abito francescano in un santino degli anni '20

Santa Rosa del Murillo

Chiesa di san Francesco a Cordoba 
(g.c. Alessandro Finzi)

Santa Rosa nel refettorio del Monastero di santa Rosa a Viterbo

Sebastian Gomez 1699

Santa Rosa ad Assisi (Foto Maurizio Pinna)

L'urna di santa Rosa nel 1902 con l'abito nero (Archivio Mauro Galeotti)

Oggi l'urna con santa Rosa nella Basilica di santa Rosa a Viterbo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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