Roma POLITICA
Armando Bartolazzi
Sottosegretario alla Salute Patologo-Oncologo già immunologo sperimentale presso l’Istituto Tumori Regina Elena di Roma

La sensazione è che stiamo perdendo tempo in chiacchiere.

Il metodo scientifico (e non la divulgazione scientifica) impone la raccolta di dati, la verifica e l’analisi degli stessi e la messa in atto di azioni correttive per la salvaguardia della salute di tutta la popolazione. Serve una rete di anagrafi vaccinali regionali efficiente, costituire un team di tecnici esperti privi di condizionamenti politici ed economici, e redigere un Piano vaccini adatto al nostro momento storico. Impossibile sorvolare sulla grave assenza di di questi tre elementi fondamentali.

Quello che sfugge a mio modesto parere è la necessità urgente di ricondurre l’analisi di queste problematiche nel naturale alveo scientifico ed epidemiologico che merita. Il bombardamento mediatico al quale siamo sottoposti oramai da tempo riguardo le politiche no-vax o pro-vax e per ultimo su problematiche prettamente amministrative che coinvolgono le dirigenze scolastiche è a dir poco fuori luogo, ed è viziato dall’assenza di un razionale medico-scientifico che deve necessariamente rappresentare la struttura portante di ogni politica vaccinale.

La sensazione è che stiamo perdendo tempo in chiacchiere più consone ad un contesto sociale di bar dello sport che alla trattazione seria di problemi fondamentali a garanzia dello stato di salute dei cittadini che meriterebbe, questo si, una seria discussione nelle dovute sedi istituzionali.
 Tutti dicono tutto, a volte in maniera istintiva ed emozionale, altre come nel caso di relatori con migliore preparazione medico-scientifica, ripetendo pedissequamente ciò che recitano i sacri testi di immunologia clinica, perdendo però di vista la reale situazione epidemiologica, sociale ed oggettiva del Paese.

Ma i dati relativi alle coperture vaccinali della nostra popolazione, i dati epidemiologici relativi all’occorrenza di malattie trasmissibili, i dati relativi alle coorti di popolazioni a rischio di infezione (vedi operatori sanitari ad esempio), i dati relativi alla presenza di nuovi ceppi virali circolanti, dove sono? E cosa dire del numero reale di soggetti immunodepressi potenzialmente a rischio nel caso di coperture vaccinali insufficienti?
Il metodo scientifico (e non la divulgazione scientifica) impone la raccolta di dati (informazioni), la verifica e l’analisi degli stessi e la messa in atto di azioni correttive per la salvaguardia della salute di tutta la popolazione. Questo si traduce nella necessità impellente di istituire:

  1. A) una rete di anagrafi vaccinali regionali efficiente che possa convogliare tutte le informazioni in tempo reale in una Anagrafe Vaccinale Nazionale;
    B) di costituire un team di tecnici esperti privi di condizionamenti politici ed economici che possano, dati alla mano, analizzare e verificare con rigore i dati epidemiologici e le coperture vaccinali attualmente esistenti nel nostro Paese e mettere in atto tutte le azioni correttive necessarie. In ultima analisi questo team di esperti, unitamente agli uffici competenti dovrà
    C) redarre il piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale adatto al nostro momento storico, che preveda non solo l’eradicazione di malattie infettive trasmissibili che hanno rappresentato un flagello per la popolazione, ma che sia garante delle protezioni vaccinali necessarie a tutti i cittadini, in età sia scolare che adulta.

    Come è possibile adottare qualsiasi politica vaccinale in assenza di questi tre elementi fondamentali? Come possono gli operatori sanitari e gli scienziati del settore sorvolare sulla grave assenza di di questi tre elementi fondamentali che da soli forniscono il razionale scientifico-epidemiologico sulla quale si basa e si sostiene in maniera inequivocabile e su dati oggettivi una seria politica vaccinale condivisa da tutte le forze politiche in gioco?

    Gli scatti in avanti di politiche vaccinali prive di razionale medico-scientifico-epidemiologico, le proposte di leggi di iniziativa popolare, le modifiche amministrative per “ammorbidire” i disagi dell’obbligo, lasciano l tempo che trovano in assenza di un razionale scientifico. Sono solo utili alle strumentalizzazioni politiche ed al gossip televisivo alimentato da tutti i mass-media, inclusa la rete.

    La politica si attivi immediatamente per realizzare in primis le tre strutture fondamentali su menzionate e successivamente per indicare le linee guida necessarie alla piena realizzazione del PNPV.