Tuscania CRONACA
Ennio De Santis

 

Era sera, la sera del 4 agosto 2018.

I miei cavalli nelle tele dipinti, posavano sulle pareti della ex Chiesa di Santa Croce, sala che il Comune mi aveva concesso per esporli.

Le porte della Chiesa erano chiuse e le chiavi in mio possesso dentro la mia tasca. Ma Cavalli, montato in testa alla sua Assotuscania, voleva entrare per la sua galoppata serale, ed esibire la cultura di cui Tuscania ha bisogno.

Squittieri, Capolicchio e la Fusco.

Qualcuno che ha libero accesso, con doppie chiavi per ordine dell’arroganza e di egoismi sprezzanti, gli ha spalancato le porte a mia insaputa.

Cavalli con la sua carovana, ha fatto irruzione dentro la mia mostra.

Ha cavalcato, scavalcato, schernito, abbuiato tutti i miei cavalli che però vivono di luce propria e sembravano stelle nella notte.

Quando ormai l’arroganza e la sopraffazione avevano fissato la loro impronta, soltanto allora sono stato chiamato.

Quando sono entrato nella sala spalancata, i miei animali sfiancati, sfiniti stramazzati alcuni al pavimento, quadri che disturbavano messi sul piancito.

Lino Capolicchio stava dando una grande lezione di cultura.

Diceva della propria bellezza e delle schiere, file di donne che aveva avuto, sin da bambino e per tutta la sua carriera di attore.

Sparava bombarde che bucavano il tetto, parlava anche di un film dove era gai.

Sulla testa del pubblico i ventagli sbattevano le ali, perché tornassero indietro le parole. Le donne con i loro scialli asciugavano bava e sudore che le barbe colavano sui petti.

Fuori Tuscania teneva china la faccia, rossa di vergogna, Ma i governanti non l’hanno veduta, dormivano.

 

 

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