Viterbo CRONACA
Giuseppe Bellucci

                           La tomba di papa Adriano V ne L'Album del 1839

I lavori in atto in prossimità del cimitero di Viterbo con il conseguente smantellamento del portale cinquecentesco, già sezionato e numerato nelle sue parti per essere ricomposto poco più avanti in direzione di Montefiascone, dando a chi proviene da nord un colpo d’occhio completamente diverso, oltre ad una maggiore funzionalità viaria, offrono a chi scrive qualche spicciola riflessione.

La conservazione del bel portale e il progettato restauro di una vetusta fontana vicina, sono i segni tangibili dell’attenzione che Viterbo presta alle sue prestigiose vestigia. In questa stessa direzione scorre la via Francigena che ogni anno è percorsa da qualche migliaio di pellegrini diretti a Roma, per i quali la città dei Papi è un richiamo irresistibile.

Come in ogni altra città potrebbe avvenire, chi vi entra si aspetta di trovare veramente la città dei Papi. Ma a quale delusione va incontro allorché dei Papi non trova nulla all’infuori di un palazzo spogliato di ogni suo avere che solo la capacità imprenditoriale della Società Archeoares da poco tempo sta valorizzando.
Quando ci si reca in visita ad una città, prima ancora di conoscerne i contenuti storici, artistici, da leggere sulle guide, è l’impatto visivo quello che rimane più impresso.

In virtù di questa immediatezza, alcuni cittadini che amano veramente la loro città, vedrebbero molto volentieri, con un pizzico pure di romanticismo, una scritta addossata alla vecchia fontana che invita il pellegrino a ristorarsi prima di entrare nella “città dei Papi”.

Ma… di quei papi che hanno dato tanto lustro e benessere alla città per 24 anni, che l’hanno fatta diventare capitale di tutta la cristianità, che vi hanno ricevuto gli omaggi di re e imperatori con le corti al seguito, che l’hanno abbellita con monumenti e fontane, il nostro pellegrino non trova traccia.

E’ mai possibile? E’ mai possibile che di nove papi che vi hanno soggiornato stabilmente il forestiero che si guarda intorno non trovi alcun segno?

Alessandro IV, Urbano IV, Clemente IV, Gregorio X, Innocenzo V, Adriano V, Giovanni XXI, Niccolò III, Martino IV, sono tutti nomi verso i quali Viterbo ha un debito di riconoscenza che a distanza di oltre settecento anni non ha ancora saldato!

E’ così che il nostro capoluogo di provincia tramanda ai posteri la sua storia?

A mio avviso è una lacuna enorme che va colmata al più presto, sia perché i suoi abitanti sappiano della grandezza di cui ha vissuto la loro città, sia perché il forestiero, del quale tanto auspichiamo la presenza turistica, abbia a trovarsi immerso nell’atmosfera medievale quanto più consona alle sue aspettative.

Da quanto sopra traggo l’auspicabile motivo che la nuova Amministrazione vorrà porsi il problema e, cambiando una parte di toponomastica cittadina rendere giustizia agli illustri ospiti del tempo, intitolando loro qualche strada o piazza che ne perpetui la memoria e la renda veramente, per chiunque vi giunga, la città dei Papi.

 

 

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