Viterbo CRONACA
Diego Galli

Il primo agosto è stato quello che i media hanno definito come “World Overshoot Day”, piazzandoci un bell’hashtag davanti per rendere la cosa ancora più d’impatto e condivisibile.

Con tale termine, gli esperti dell’ambiente e del cambiamento climatico hanno voluto sensibilizzare il limite tra risorse prodotte dal nostro pianeta e quelle che vengono consumate.

Secondo i calcoli, gli abitanti della Terra consumano troppo e troppo velocemente, a una velocità tale che il nostro caro pianete blu non riesce a stare dietro. “Al momento, abbiamo bisogno dell’equivalente di 1,7 Terre per soddisfare le nostre esigenze”, ha fatto notare il WWF, partner del Global Footprint Network.

Tale punto di non ritorno, dagli anni ’70 a oggi, ha continuato a cadere sempre prima, ribadendo come anche i migliori ritrovati tecnologici riguardo i sistemi di riciclaggio e le fonti di energia rinnovabili non siano ancora sufficienti per invertire questa tendenza alla distruzione.

Delle vere soluzioni al problema sono purtroppo ancora lontane dall’essere raggiunte. Il consiglio più frequente è quello di provare a dimezzare lo spreco di cibo, consumare meno carne e più vegetali, questo perché la produzione mondiale di cibo genera almeno il 26% dei gas serra mondiali. La FAO, già nel 2006, aveva sottolineato come la produzione di proteine animali fosse fuori controllo e troppo dispendiosa in termini di risorse e inquinamento, basti pensare che per produrre 1kg di carne sono necessari non meno di 15.500 litri di acqua.

A destare maggiore preoccupazione è ovviamente il “mondo civilizzato”. In Europa, infatti, il World Overshoot Day è giunto già nel mese di maggio (il 24 in Italia). A destare più preoccupazione di tutti, sempre secondo il Global Footprint Network, sono però Quatar, Lussenburgo ed Emirati Arabi Uniti: se dipendesse da loro, le risorse che la Terra riesce a produrre in 365 giorni finirebbero già entro il 4 marzo.

Invertire la tendenza è quindi una necessità per tutti. Per la Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, basterebbe riuscire a posticipare dell’Overshoot Day di 5 giorni ogni anno per tornare, entro il 2050, a consumare “una Terra all’anno”. Proprio da idee simili a questa nasce il movimento #movethedate che si è posto come obiettivo di spronare l’umanità a consumare meno, nel tentativo di dimezzare gli sprechi alimentari.

Hashtag o non hashtag, l’importante è ricordarsi che ognuno di noi può fare la differenza per salvaguardare la Natura e contribuire alla giusta causa: ricordiamoci allora di chiudere il rubinetto quando non serve, di spengnere la luce in queste assolate giornate estive e mangiare un pezzo di carne in meno: vi ringrazieranno anche gli animali.

 

 

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