Treia (MC) CRONACA
Paolo D'Arpini

Abbiamo sentito nelle nostre budella il richiamo di Madre Terra, stremata per le brutture a cui viene sottoposta da noi umani…

In questa atmosfera grigia in cui si respira a fatica, con l’acqua impura, le risorse alimentari piene di veleni, le montagne, le valli, le foreste, i campi e le città cosparse da una sottile polvere di morte, con l’impossibilità di dialogare pacificamente fra esseri umani e con le altre specie viventi… Consapevoli di ciò non abbiamo saputo resistere al pianto della Madre Terra ed abbiamo perciò pensato di compiere, nei limiti del nostro possibile, un gesto di pacificazione, un tentativo di inversione di marcia, insomma di prendere coscienza che così continuando la civiltà e la nostra stessa esistenza non sarà più possibile.

Da parecchi anni, dal 1996 anno di fondazione della Rete Bioregionale Italiana, ci incontriamo almeno una o due volte all’anno per scambiare le nostre esperienze bioregionali e per tentare nuovi approcci di vita. Ma ci siamo resi conto che dobbiamo compiere uno sforzo ulteriore, non possiamo limitarci al piccolo gruppo di “bioregionalisti” e non possiamo limitarci a scambiare quattro chiacchiere in piacevole compagnia. Proprio in questa fase ci è giunto l’invito da Parte di Michele Boato a partecipare alla “rete movimento ecologista”, una sorta di “Stati generali per l’Ecologia profonda, la biospiritualità ed il riabitare gentile della Terra”, che in qualche modo avevamo già ipotizzato in un incontro bioregionale tenuto ad Aprilia nel giugno 2012. In verità allora qualcuno aveva obiettato che la parola “stati generali” evocava qualcosa di “politicizzato e di stantio” mentre il titolo “Rete Movimento Ecologista” lascia un po’ più di spazio alla condivisione tra pari, senza risvolti ideologici.

Comunque il nome della aggregazione ha poca importanza, quel che conta è che le idee e le azioni siano sincreticamente in funzione ecologica e biospirituale. Per mezzo di questa nuova “Rete Movimento Ecologista” mi auguro si possano manifestare reali prospettive di un cambiamento (ormai inevitabile), sia nelle nostre vite che negli ambiti in cui siamo connessi, che comprenda anche azioni operative comuni oltre che scambio di opinioni ed informazioni.

L’esperienza di questa nuova “rete” dovrebbe avere una valenza che supera i confini della penisola, per abbracciare l’intera Europa ed il mondo, ma d’altronde possiamo farci portatori di una crescita che parta solo da noi stessi e pertanto, allo stato attuale, il coordinamento avviene fra ecologisti italiani, provenienti da varie bioregioni e città e vari ambiti politici. Infatti abbiamo compreso che il restare avvinghiati a nicchie di pensiero ideologico non giova alla causa ecologista ed in questo condivido la visione di Roberto Brambilla della Lista Civica Italiana *) con la quale avevamo già preso contatto negli anni passati e la cui esperienza sul territorio e sul locale può risultare particolarmente utile.