Gallese CRONACA
Claudio Pennisi

Un po' in tutte le nostre città e paesi è diventato comune imbattersi in alberi spesso di dimensioni importanti, con foglie composte (simili a quelle della robinia) di un bel colore verde che crescono perfino tra l'asfalto e il cemento. Alcuni lo chiamano albero del cielo, altri albero del sole o del paradiso, ma il suo vero nome è ailanto (ailanthus altissima) un albero proveniente dalla Cina meridionale, in grado di raggiungere un altezza di 25-30 metri in pochi anni.
 
L'ailanto presenta un fusto eretto e una chioma ramificata, la corteccia che inizialmente si presenta liscia, ma che col tempo sviluppa delle fessure longitudinali, va dal castano chiaro, fino al grigio sui rami. Le foglie, i fiori e la corteccia emanano un odore sgradevole, perciò l'ailanto è spesso soprannominato "albero puzzo". Quest' albero particolarmente adattabile vanta ben 2 sistemi di diffusione; il primo, la riproduzione sessuata e il successivo rilascio dei semi che si lasciano trasportare dalle correnti d'aria e riescono a germogliare un po' dappertutto, il secondo consiste nella grande capacità dell'albero di emettere polloni, sfruttando le sue grosse radici.
 
La diffusione tramite polloni, consente all'ailanto di ricrescere una volta tagliato e di distruggere marciapiedi e strade affollate, è anche per questo motivo che risulta una pianta estremamente invasiva, in grado di emettere centinaia di polloni e di occupare grandi spazi in tempi brevi. L'ailanto è presente in Europa dal 1700, ma la sua diffusione iniziò svariati anni dopo, quando il rigoglioso albero iniziò ad essere considerato ornamentale e di conseguenza ad essere piantato nei giardini. Nella sua terra di origine, la Cina è da sempre ritenuto un farmaco eccezionale per combattere attacchi di asma, epilessia, palpitazioni di origine nervosa, dissenteria, febbre e influenze.
 
Nelle Molucche la sua estrema velocità di crescita viene riconosciuta già dal nome, ailanto, che in lingua ambonese significa albero del cielo. Oltre a scopi puramente estetici nei secoli passati gli ailanti sono stati coltivati per essere poi utilizzati (senza successo) come cibo per bachi da seta. Nonostante le molte note negative, l'ailanto è una pianta che si rivela utilissima per i terreni friabili e anche perché contribuisce a portare un po' di verde nelle aree urbane e in quelle zone gravemente deteriorate dalle attività degli esseri umani.
 
 
 
 

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 832 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it