Viterbo CRONACA
Mario Mancini (con risposta del direttore)

Mario Mancini

Caro Direttore, ho letto l’articolo di Giuseppe Bellucci. Molte delle cose che dice sono vere, altre sono dei luoghi comuni.

Io, lavorando con i rifugiati ho sentito delle esperienze che potrebbero servire a bilanciarne alcuni. Ma ognuno si costruisce poi il proprio castello di convinzioni. Io non voglio sostenere le mie, voglio solo testimoniare la mia esperienza personale. Perché io sono un migrante. Sono emigrato in Australia per lavorare nel 1968 e ho poi preso la cittadinanza australiana. Ho conosciuto lì diversi italiani che hanno contribuito alla crescita di quel paese: di questi il 50% non poteva tornare in Italia per carichi pendenti con la Giustizia (dal renitente alla leva, al camorrista, all’assassino). Quando venivo presentato a un australiano, la prima cosa che mi dicevano stringendomi la mano era “Italian? Mafia”. Ed era il 1968.

I peggiori sfruttatori degli italiani erano i propri connazionali che li accoglievano allo sbarco con la promessa di lavoro, anticipavano i soldi del viaggio in qualche azienda dell’interno e li riducevano praticamente allo stadio di schiavitù perché non guadagnavano mai abbastanza per restituire l’anticipo.

I miei amici non sono partiti come me. Erano quelli “choosy” che grazie a raccomandazioni, tessere di partito, iscrizioni a lobby varie si sono “imbucati” a spese dello Stato o del Parastato contribuendo a costruire quel Debito Pubblico mostruoso (2.300.000.000.000 €)(=4.600.000.000.000.000 di vecchie lirette) che segnerà l’uscita dalla “Civiltà del Benessere” per la maggioranza degli italiani. Senza generalizzare: tra quelli che partono si trovano i più desiderosi di sfondare, di migliorare, di dare una svolta… in un certo senso i più intraprendenti ed aggressivi (che può essere una qualità positiva o negativa).

Facendo alcuni lavori per le Multinazionali ho girato anche Papua Nuova Guinea, Nigeria, Libia, Qatar ed ho visto come quelle imprese distruggono finanziariamente e economicamente le fragili economie dei paesi ex-coloniali, come fomentino le guerriglie tra tribù per accaparrarsi le ricche risorse di quegli sfortunati paesi. Per non parlare di quando li “aiutiamo a casa loro” bombardandoli a tappeto come abbiamo fatto (come nazione o sodali con le altre nazioni) con la Libia di Gheddaffi (che aveva fermato i flussi dalla Libia), con l’Iraq di Saddam Hussein (che aveva tra i ministri anche un Cristiano: Tareq Aziz), con la Siria di Assad e (sottobanco) con le guerriglie di tutto l’ex Terzo Mondo. Osama Bin Laden, l’ISIS, i Talebani, sono i prodotti più controversi dell’iniziale sostegno loro dato proprio da noi paesi occidentali.

Questa è la mia testimonianza.

Io cerco, mi sforzo, vorrei essere Cristiano e quando raccolgo le testimonianze di questi disgraziati mi domando: “Ma Gesù cosa avrebbe fatto?”. Essere Cristiano è veramente difficile, temo di non riuscirci, ma non riesco a negare la realtà.

Qui a Viterbo, a Piazza del Sacrario, all’alba, nel periodo degli ortaggi, passa il pullmino a raccogliere i lavoranti per i campi delle Aziende agricole della Maremma viterbese. A Viterbo, non a Rosarno. Rubano il lavoro agli Italiani, stracciano i minimi salariali, vanno messi in galera. Loro o chi li sfrutta? Ma le Aziende chi le manda avanti?

L’ISTAT : Al 31 dicembre (2017) risiedono in Italia 60.483.973 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera, pari all’8,5% dei residenti a livello nazionale. Complessivamente nel 2017 la popolazione diminuisce di 105.472 unità rispetto all’anno precedente. Il calo complessivo è determinato dalla flessione della popolazione di cittadinanza italiana (202.884 residenti in meno), mentre la popolazione straniera aumenta di 97.412 unità. Il movimento naturale della popolazione ha registrato un saldo (nati meno morti) negativo per quasi 200 mila unità. Continua il calo delle nascite in atto dal 2008. Per il terzo anno consecutivo i nati sono meno di mezzo milione (458.151, -15 mila sul 2016), di cui 68 mila stranieri (14,8% del totale), anch’essi in diminuzione.

Avremmo bisogno di più immigranti per contrastare il calo e l’invecchiamento della popolazione. Il problema è se questi siano con noi o contro di noi. Il crollo dell’impero romano d’occidente ci potrebbe insegnare forse qualcosa.

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Mario carissimo, noi ci conosciamo ormai da tanti anni e tu sai quanto io abbia stima verso la tua persona.

Conosco altresì l'amico Giuseppe Bellucci, anche lui mio amico da anni, uomo stimatissimo.

Il problema che sollevate Giuseppe e tu, Mario, è immenso, è delicato, è difficile, perché non tutti gli immigrati sono da considerare uguali, sia nell'accoglienza che nel loro trattamento non essendo sicuri delle motivazioni che li spingono a lasciare la loro terra.

Tu stesso scrivi che in Australia quando eri presentato ad un australiano ti sentivi dire “Italian? Mafia”, quindi eri già marchiato e non accettato benevolmente, pur essendo una brava persona.

Poi scrivi "I peggiori sfruttatori degli italiani erano i propri connazionali che li accoglievano allo sbarco con la promessa di lavoro, anticipavano i soldi del viaggio in qualche azienda dell’interno e li riducevano praticamente allo stadio di schiavitù, perché non guadagnavano mai abbastanza per restituire l’anticipo".

I delinquenti esistono da sempre, oggi i delinquenti che sfruttano gli immigrati sono gli scafisti.

Gli immigrati in Italia di questi ultimi anni sono accolti dagli italiani, dal nostro Governo, e siamo noi italiani a contribuire per rendere loro la vita meno difficile possibile.

Quale italiano non soccorrerebbe un bimbo, un uomo, una donna nel pericolo di affogare?

Quello che dispiace è che solo noi italiani diamo accoglienza agli immigrati pur facendo parte dell'Unione Europea ed è vergognoso dover "forzare" la mano sulla Spagna, sulla Francia, sulla Germania perché anche loro accolgano vite umane in difficoltà.

E che dire di tutti gli altri Stati europei che tacciono o fanno orecchie da mercante, disprezzando la vita degli altri e gli impegni economici, e non solo, di chi accoglie sulla propria terra, persone di altra cultura, di altra religione? (m.g.)

 

 

 

 

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