Vetralla CRONACA

L'artista Alessio Papa

“L’artista, quando realizza un quadro, usa i propri sentimenti, in poche parole si mette a nudo.

Quindi, quando inaugura una mostra, è come se si mettesse a nudo davanti a tutte le persone. E’ una cosa delicata, che tocca l’anima dell’artista”.  Sono le parole di Alessio Papa, il pittore viterbese che, da sabato 9 giugno fino a domenica 17, espone alcuni suoi dipinti nel Museo della Città e del Territorio di Vetralla in occasione di Kylix, il contenitore di arte contemporanea curato da Simone Lupattelli.

Una mostra collettiva nella quale trovano spazio quadri come “L’Angelo Decaduto” che, come spiega lo stesso Papa: “Simboleggia, si ispira alla caduta di Satana, a Michele Arcangelo, la caduta degli Angeli Ribelli. Però, la chiave di lettura è la decadenza della donna in questi anni. Usando il discorso della prostituzione, della violenza e dello sfruttamento sulle donne, ho usato questa doppia chiave, ispirandomi ad una tematica religiosa, però riprendendo una tematica attuale. L’obiettivo è ridare valore alla figura femminile, ferita nell’anima. Quello squarcio nel petto che vediamo è lo squarcio dell’anima. Una decadenza dunque dovuta all’essere umano, all’uomo che ha fatto decadere il valore della donna, un valore importante perché dalla donna nasce tutto, è la nascita di qualunque cosa. E’ un messaggio anche contro la violenza e sulla decadenza della società”.

Nel dipinto “Fuga d’amore” ci sono due amanti, una Sirena e un Tritone, che, abbracciati, viaggiano nell’universo: “E’ stato il primo che ha dato l’avvio a tutta la nuova produzione neo-simbolista – spiega Papa – Questi amanti che escono fuori dal loro habitat naturale, il mare, a occhi chiusi viaggiano abbracciati verso l’amore, i due esseri mitologici non sanno di essere usciti dal loro habitat, perché l’amore va oltre, abbatte tutte le barriere. Quando uno ama realmente non ha bisogno di stare nel suo habitat naturale. Nel dipinto nella parte bassa a sinistra c’è una parte blu-azzurra che simboleggia il mare, dal quale sono usciti, nella parte alta invece il rosso simboleggia l’amore, la passione, quindi una fuga dal mare verso l’amore. Un quadro che abbatte tutto, tutte le barriere, come l’amore che abbatte qualunque ostacolo”.

In “Post Tenebras Lux” osserviamo due figure abbracciate che si baciano, un angelo e una donna: “L’angelo sorregge con passione e forza la donna mentre quest’ultima si affida all’angelo con tutta sé stessa. Quest’ultima, si deduce che ha passato una fase nera, tenebrosa della vita, però, dopo le tenebre la luce, perché l’angelo arriva a sorreggerla e togliere quel lato nero e a portarla verso la luce, da dove arriva l’angelo, questo soccorso, quasi come un deus ex machina, un aiuto inaspettato. Adesso sa che sta in una fase di salvezza, quasi di redenzione. Anche qui, come in fuga d’amore, ci sono l’amore, la passione che si deduce anche dal manto rosso ai piedi dei due. Qui la figura maschile è molto possente, muscolosa, proprio a simboleggiare la forza  dell’amore alla quale la donna si affida.

Infine in “La nascita della Via Lattea”, uno dei quadri più emozionanti e capaci di incontrare il favore del pubblico: “E’ un quadro molto richiesto, caratterizzato da una dolcezza che riguarda la maternità. Viene simboleggiata appunto la nascita della Via Lattea, quando, seguendo il filo mitologico, Era per i Greci, Giunone per i Romani, viene morsa al seno da Ercole, bambino, dopo essere stato avvicinato al seno da Zeus per essere allattato. Ercole morde così forte da farle fuoriuscire uno schizzo di latte che appunto va a formare la Via Lattea. Il quadro simboleggia la maternità, la donna è vista come madre, mentre Ercole bambino indica la fase della nascita, la genesi della vita. Il pavone, invece, è uno degli attributi di Giunone. Il quadro fa parte di una trilogia di cui fanno parte anche Fuga d’Amore e Nascita di una Stella. Li ho chiamati la trilogia della nascita dell’Amore Universale, perché in Fuga d’Amore la donna simboleggia l’amante, nella Nascita della Via Lattea simboleggia la madre e su Nascita di una Stella la donna come essenza”.

Dunque il mito, l’amore, la donna, sono temi ricorrenti nelle opere di Papa che pare volerci ricordare di non perdere quell’umanità che ci spinge a cercare oltre la materialità e a volte la banalità della vita di tutti i giorni, per innalzare lo sguardo oltre, verso valori trascendenti e universali che non dovrebbero essere mai dimenticati.

Sarà possibile ammirare queste splendide opere fino a domenica 17 giugno presso il Museo della Città e del Territorio di Vetralla (orari di apertura ven/sab dalle 17 alle 23, domenica dalle 17 ale 19, ingresso libero).

 

 

 

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