Viterbo CRONACA

Negli ultimi giorni del mese di maggio l’equipe dell’unità operativa di Neurochirurgia,

diretta da Riccardo Ricciuti, ha eseguito a Belcolle un intervento di stimolazione cerebrale profonda da sveglio (awake surgery) in un paziente di 52 anni affetto da malattia di Parkinson da oltre dieci anni.

La stimolazione cerebrale profonda consiste nel posizionamento di due elettrodi in nuclei profondi del cervello che fanno da relais nella programmazione motoria dei pazienti che, nella malattia di Parkinson, funzionano in maniera anomala. La stimolazione permette un riequilibrio di tutto il network motorio. La procedura, infatti, consente di ottenere una importante riduzione dei sintomi cardine della malattia: il tremore, la rigidità e la bradicinesia (rallentamento motorio).

Questa tipologia di trattamento, di estrema complessità e delicatezza, viene eseguita in pochi centri neurochirurgici in Italia ed è rivolta, potenzialmente, a un numero sempre più ampio di pazienti affetti da Parkinson. Una patologia che è frequente e che aumenta con l’età tra la popolazione.

“Il beneficio sui sintomi – spiega Riccardo Ricciuti - è duraturo nel corso del tempo, anche nei pazienti operati da dieci, quindici anni. E, poiché la patologia può avanzare con sintomi non motori, sono certamente le persone più giovani ad avere maggiori benefici dalla stimolazione cerebrale che, tra l’altro, permette, in una elevata percentuale dei casi, una riduzione della terapia farmacologica, con conseguente diminuzione della spesa sanitaria, oltre che dei costi sociali”.

Questi interventi di elevata complessità sono possibili, come nel caso di Belcolle, solo attraverso la collaborazione e la partecipazione di una équipe multidisciplinare e multiprofessionale, con il coinvolgimento di numerose figure specialistiche. “Nel caso specifico – aggiunge Ricciuti – desidero rivolgere un ringraziamento doveroso ai colleghi neurologi Falcone e Mei, alla neuropsicologa Iacobacci, ai radiologi Cardello e Riario, ai colleghi del reparto di Anestesiologia, Paoletti e Sacco, e al personale infermieristico dell’unità operativa e del blocco operatorio”.

“L’azienda – commenta il direttore generale della Asl di Viterbo, Daniela Donetti –, soprattutto negli ultimi due anni, ha ritenuto strategico investire, in termini di professionalità, di know how e di tecnologie, non solo sulla Neurochirurgia, ma, in generale, su tutta la nuova area delle neuroscienze. Al tal riguardo abbiamo anche previsto un apposito percorso formativo, rivolto a tutti gli infermieri delle neuroscienze e dei reparti affini, con l’obiettivo di creare un team di professionisti con competenze altamente specializzate.

I risultati di queste azioni che abbiamo messo in campo iniziano a darci ragione. Se parliamo solo di Neurochirurgia, infatti, i dati in nostro possesso registrano un più 30% di interventi effettuati nel mese di maggio, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e più 23% di pazienti operati a Belcolle e provenienti da fuori provincia. Dobbiamo proseguire su questa strada”.

 

 

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