Viterbo CRONACA

Leonardo Michelini, sindaco di Viterbo, ha espresso vivo interesse per la vicenda. I lavoratori precari completamente ignorati dalla Coop


Venerdì 17 gennaio 2013, il Coordinamento Lavoratrici precarie di Unicoop Tirreno insieme a Luca Paolocci, responsabile settore privato USB Viterbo, hanno incontrato il sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini, che ha espresso vivo interesse per la vicenda dei lavoratori precari indicando soluzioni che saranno discusse e affrontate nel corso della prossima riunione.

 Il coordinamento si è costituito nel luglio 2013, dopo un’animata riunione che ha avuto per oggetto l’espulsione dal mondo del lavoro dei precari dai territori in cui opera Unicoop Tirreno (la catena di supermercati ed ipermercati Coop) e ha portato alla luce la determinazione dei lavoratori a rivendicare il loro sacrosanto diritto all’assunzione.

L'obiettivo era ed è quello di condividere un percorso di lotta che impedisca ad Unicoop Tirreno di disfarsi dei lavoratori che per anni hanno sacrificato vita personale ed affettiva nella speranza di un’assunzione a tempo indeterminato.

Il coordinamento, in questi mesi di attività, ha cercato ripetutamente contatti con Unicoop Tirreno, che non ha mai risposto alle numerose richieste di incontro.

Unicoop disattende, anche, la legge, infatti, chi raggiunge con la stessa azienda i 36 mesi di lavoro, con contratti a termine, ha diritto all'assunzione a tempo indeterminato, e non serve evocare la crisi per aggirare tale norma.
 

"La Coop - aggiunge Lino Rocchi Coordinatore Confederale USB - in questo modo non esercita quella funzione sociale così fortemente declamata nelle pubblicità… anzi, al pari di altri marchi, utilizza il lavoro precario per abbassare i costi del personale e non per oggettive esigenze temporanee.

Questo è il metodo per far pagare gli effetti della crisi all’anello debole della catena, cioè scaricare i lavoratori a termine attuali e creare nuovi precari nel futuro, riproducendo all’infinito una sorta di 'nuovi schiavi' con pochi diritti, molti doveri e 'molta paura' del padrone.   

Ha ancora senso chiamarle cooperative? - si chiede Rocchi - Le democratiche e piene di valori cooperative, nate 150 anni fa proprio per contrapporsi all'impresa commerciale capitalistica?  Sono forse ancora così? Secondo noi, - conclude Lino Rocchi - hanno smarrito quel senso di 'la Coop sei tu', ed hanno permesso che prevalesse il capitale sui lavoratori!!!".

E’ forte il legame che lega il Coordinamento con Catia Bottoni, la collega che, con 60 mesi di anzianità (sic!), si è incatenata per ben due volte ai cancelli della Lega delle Cooperative, per farsi ascoltare da Unicoop Tirreno, azienda sorda anche alle più legittime richieste.

Sindacato USB di Viterbo

LEGGI: La Coop a caccia di ammortizzatori sociali sulla pelle dei lavoratori,
sulle spalle della collettività e con i soldi dei soci

 

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