Capranica RIFLESSIONE
Claudio Cianchella

 

Gent.mi Cittadini …

     Oramai ogni giorno ascoltiamo o leggiamo notizie fatti di cronaca inerenti la Giustizia nel nostro stupendo Paese.

     Le descrizioni mettono in evidenza gli errori, le distrazioni e le omissioni che incombono nella società.

     A volte abbiamo la sensazione che le persone della Magistratura, le Autorità e gli Apparati preposti alla Protezione della Sicurezza del Cittadino, non dimorano o crescano in questa società, dal momento che come abbiamo appena evinto, fatti, episodi o storture vengono enunciati da una sempre più esigua parte dei Cittadini! Perché? Perché molti rinunciano a chiedere Giustizia? Perché nel nostro splendido Paese esistono centinaia di miliardi di evasione fiscale, corruzione, impunità ed incertezze sulla pena!

     Prima di inoltrarmi nei meandri spigolosi e complessi di questo tema motivo di riflessione, desidero fare una premessa che ritengo importante ed oserei dire quasi irrinunciabile: -

Per compiere “l’opera Giustizia” non possiamo limitarci ad analisi inerenti le professionalità dei Giudici, Autorità e Forze di Polizia, anche se questo è l’argomento in riflessione, ma dobbiamo inevitabilmente intendere che questo Comparto è un frammento di Istituzione, che convive con altre Istituzioni, e tutte le Istituzioni convivono in una Società composta da altrettante entità e comunità con adempimenti diversi.

     In definitiva vogliamo dire che la società altro non è che un mosaico istituzionale, ove prevalgono i “Sentimenti Culturali” che altro non sono che: - gli Usi, i Costumi e lo Stadio di Evoluzione ed Emancipazione di un Popolo!

     Se smarriamo la vista o ci distogliamo da questo concetto, rischiamo di non comprendere perché avvengono le distrazioni, i cicli non professionali e le raccomandazioni, dinamiche che nel tempo producono, come hanno già prodotto, elementi erosivi per la democrazia, che ripetiamo sono fondati sul rispetto delle regole … sul rispetto delle regole … sul rispetto delle regole … !

     Detto questo, possiamo inoltrarci sul tema in riflessione, con un pensiero sicuramente, ovvero lo auspichiamo, più disponibile alla interpretazione che avvolge tutto il sistema della Giustizia.

     Molti errori, distrazioni o deviazioni sono riferiti alla incomprensione dello “spirito della legge”, argomento da non sottovalutare o prendere con leggerezza, dal momento che racchiude un mondo di ricchezza culturale-giuridica, che pochissimi, ripeto solo una parte esigua delle Istituzioni riesce ad interpretare appieno!

     Chi iscrive è stato, come si vuol dire, carezzato dal privilegio, per aver conosciuto ed avuto come maestro, uno dei più grandi studiosi della giurisprudenza del nostro Paese. Negli oblunghi e meravigliosi anni trascorsi e vissuti allo apprendimento, studio e riflessioni dei numerosi argomenti, non escluse le varie esercitazioni sulle altrettante tesi di laurea in giurisprudenza, ove i piccoli lumi nella notte sono divenuti bagliori che hanno sicuramente illuminato le migliaia di norme che regolano il nostro sistema giuridico che alcuno conosce interamente!

   Lo spirito della legge, fra le numerose entità, incontra nel passato 1748 le Monsieur Charles-Louis de Sécondat di Montesquieu, considerato uno dei massimi esponenti dell’illuminismo Francese e del liberalismo politico moderno, il quale definiva la Sua passione e filosofia di vita “De l’esprit des lois“, appunto, lo spirito delle leggi, quale elemento trascinante nel sistema della scienza del diritto.

   La definizione possiamo così brevemente enunciare quale principio che unifica le regole e le orienta nelle loro posizioni, finalizzato a capire l’uomo nella esistenza della comunità!

   È la chiave di lettura o decodificazione della norma, varata dall’uomo-legislatore per ovviare e risolvere le conflittualità, le ingiustizie ed i diritti negati da persone violente ed arroganti!

   Capire l’uomo, iscrive la definizione. Questo aneddoto diffonde inequivocabilmente un elemento essenziale, purtroppo disatteso e spesso ignorato … il tempo … La legge DEVE intervenire all’istante, nell’attimo e nel contesto ove è avvenuto o si è verificata la violazione, per avere la efficacia del ripristino della regola “profanata”. Fuori da questo contesto l’aspetto rieducativo, dissuasivo e giuridico, ovvero la filosofia del rispetto delle regole perde inevitabilmente consistenza, valore e credibilità.

Spiego …

Non ha senso alcuno o quasi, ad es., che l’infrazione a limiti di velocità del Codice della Strada, venga notificata dopo mesi, poiché il pericolo o la minaccia è limitata al momento. È di conforto il verso giuridico che prevede “per evitare che il reato venga portato ad ulteriori conseguenze “. Notificare la infrazione al “pirata della strada” dopo mesi nella sua abitazione è fuorviante, ridicolo ed inefficace, dal momento che il pericolo è cessato! Questo principio equivale anche per altri reati o delitti! Nella fattispecie, possiamo dire che il criterio di controllo sui limiti di velocità con “Autovelox” è alle antitesi dello “Spirito della Legge”, dal momento che questi viene tuttora realizzato più per “fare cassa” che per scongiurare un pericolo! Negare questo aspetto è l’apoteosi della ipocrisia!

     Per concludere possiamo enunciare che “lo spirito della legge” è un sentimento di nobile giurisprudenza dove sono racchiusi gli elementi psicologici che insegnano a tutti, ma in particolare a quelle Entità preposte alla Giustizia e Sicurezza Sociale, di concentrare la riflessione: -

- sul perché una norma viene emanata;

- quali sono le finalità e gli obiettivi che la norma si prefigge e stabilisce;

- quali sono le responsabilità di chi omette o si distrae per farla rispettare, e,

quante sono le conseguenze che queste omissioni scaturiscono nella società!

 

   Lo spirito della legge può essere paragonato al sentimento dell’amore, non è facile provarlo, né semplice … trasmetterlo!

     Saluti …

 

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