Cellere POESIA
Mario Olimpieri
Forno senza pane
È già passato più di qualche giorno
da quando è stato aperto il caldo forno,
che però sta creando seri guai
perché son lì presenti due fornai,
con l’assenza del vero titolare
che nessuno è riuscito a nominare.
Propone ogni fornaio il suo programma,
però così facendo è tutto un dramma:
chi vuole che nel forno le pagnotte
sian trattenute a lungo e sian ben cotte,
e invece chi le vuole cotte meno
mettendo alla cottura un po’ di freno;
inoltre, c’è chi vuole che i panini
risultino gustosi e croccantini,
mentre l’altro li vuole delicati
e quindi un po’ in anticipo sfornati.
E non parliamo poi della gran bizza
quando il contrasto nasce sulla pizza:
c’è chi la vuole far piuttosto alta
e chi il pensier dell’altro poi ribalta
perché la preferisce un po’ più bassa,
ma l’accordo così viepiù sconquassa.
Or mentre ciò succede lì all’interno,
di fuori c’è un disordine da inferno
causato da una folla proprio immane,
in lunga attesa per comprare il pane.
A questo punto mi ritorna in mente
un certo assalto al forno (non recente),
quando la fame spinse i rivoltosi
ad usare dei modi bellicosi. (L’abbiamo letto ne I PROMESSI SPOSI)
Basta, fornai, con questa tarantella,
sennò dovrà pensarci Mattarella!