Brasile CRONACA
Joci Pereira

 

Don Carlo Gabbanelli, Joci Pereira e due amici

La vita è l'arte degli incontri, pieno di sorprese, sentieri e una strada per andare determinata da una forza maggiore, l’Amore.

 Amore, per coloro che si danno ad aiutare gli altri e hanno un cuore irrequieto che fa della fede in Dio la loro più grande ispirazione. E così è Don Carlo Gabbanelli, che ho avuto l'onore di conoscere, una persona dal cuore grande.

Nato a Osimo il 2 genaio 1938, ordinato sacerdote il 22 agosto del 1965 poi nominato a servire alla Parrocchia di Torretto in Ancona dall'agosto 1965 ad agosto 1966, poi è andato in Brasile a servizio della Diocesi di Senhor do Bonfim nel 1966 dove è stato nominato  Parroco  di Queimadas, città di Bahia, dall’8 dicembre  fino al 1981 quando è dovuto rientrare in Italia.

Queimadas è una città nella zona arida nord-orientale di Bahia (Brasile), ha le sue origini storiche intorno alla fattoria, nella quale è stata  costruita una cappella, sul luogo in cui è stata trovata l'immagine di Sant'Antonio, che a volte è scomparso ed è apparso inspiegabilmente nello stesso luogo.

L’evento miracoloso ha fatto arrivare la gente da tutte le parti, e la fede ha portato più gente sul luogo, e così nel 1815, il 13 giugno, è stata costruita la cappella e S. Antonio come patrono. La piccola città è stata nominata Sant’Antonio das Queimadas, poi Vila Bela di Santo Antonio das Queimadas, e poi Queimadas a causa della emancipazione politica.

Dopo questo breve contesto storico, torniamo a Don Carlo, un prete con il cuore irrequieto, che anche da lontano, alla luce dello Spirito Santo, sentito il bisogno di fare un po' di più per i figli di Queimadas, ha realizzato l’Associazione di Volontariato Onlus – Progetto Queimadas, che da oltre 30 anni, grazie all'educazione dei bambini e dei giovani, aiuta la regione semi-arida del Brasile ad esaltare la dignità, l'amore, la cultura, l'istruzione e la formazione di tante vite.

Sono vite che si trasformano attraverso laboratori di danza, teatro, musica, computer e lettura offerti ai bambini e ai giovani della comunità, così come i corsi per fare il pane e la pizza, raccolta del miele, manioca e altri prodotti agricoli.

Una caratteristica di Don Carlo, è il suo lato umanitario, la serietà ed il volere bene alle persone di una piccola città a Bahia, Brasile.

Le poche ore che ho vissuto lì nello Chalet in una conversazione con lui, ho potuto vedere attraverso i suoi occhi, la sensazione che le sue parole hanno espresso per raccontare un po' di storia lì con quelle persone, volontarie, storie di vita per esempio di un giovane che attualmente lavora in una banca commerciale in un comune  vicino Queimadas.

Il Progetto Queimadas, ha gran parte del sostegno, il 90%, arrivato dall’Italia, per sostenere tale lavoro sociale, e nel viso del sacerdote è la gioia e soddisfazione di vite trasformate, i bambini trasformati per un futuro migliore.

Uno dei volontari di questo progetto, che è un supporto per il sacerdote a Queimadas, è il Sig Genivaldo Araujo da Silva, per lui Don Carlo è come un padre.

Papa Francesco e Don Carlo Gabanelli

Don Carlo visita sempre lo Chalet che ospita la sede del Progetto Queimadas, ed è sempre al lavoro, impegnato per il lavoro sociale e ai suoi tanti figli spirituale. Dalla regione Marche, in Italia, arriva sempre un amico del Progetto per accompagnare il sacerdote nei suoi giorni di lavoro in Queimadas, come Carlo Pesca.

Sono mani che aiutano, ma soprattutto sono persone umanitarie e con il cuore disposto ad aiutare.

Che Dio e la Madre Vergine Maria benedica sempre Don Carlo, in questa traiettoria di Brasilitalia!

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