Viterbo CRONACA

L’iniziativa è organizzata dal team della Medicina penitenziaria della Asl di Viterbo. Il 15 novembre, presso l’aula Rossi dell’istituto penitenziario di Viterbo si svolgerà un corso di formazione sull’uso e sull’abuso di farmaci e sostanze stupefacenti nella popolazione detenuta.

Per affrontare a fondo tali problematiche, i sanitari (medici e infermieri) che si occupano di medicina penitenziaria nella Asl di Viterbo hanno ritenuto utile organizzare un evento formativo diretto agli operatori del campo, ma anche a coloro che sono interessati all’argomento, oggi molto attuale, del trattamento di patologie e dei comportamenti devianti assai diffusi nella popolazione detenuta. L’obiettivo dell’iniziativa è condividere strategie e protocolli per una migliore gestione di questi pazienti “difficili”, non dimenticando che lo scopo ultimo dell’operatore sanitario è, non solo il mantenimento quanto più possibile dello stato di salute del singolo, ma anche il recupero sanitario e sociale prima del ritorno in libertà.

“La popolazione detenuta, che attualmente conta oltre 10,2 milioni di persone nel mondo e oltre 2 milioni nei Paesi della Unione europea - spiega il direttore dell’unità di Medicina penitenziaria territoriale, Roberto Monarca -, è caratterizzata da un’alta prevalenza di persone con gravi condizioni di salute e, nonostante si tratti di una popolazione anagraficamente giovane, è gravata da un’elevata frequenza, rispetto alla popolazione generale, di disturbi psichici, di dipendenza da sostanze psicotrope, di malattie infettive e di alcune patologie croniche. L’alta prevalenza di disturbi mentali nelle carceri può essere associata al crimine e agli atti delinquenziali, ma esistono, su questo punto, pareri diversi: alcuni studi assumono che i problemi di salute mentale precedono la reclusione mentre altri, di parere opposto, sostengono che sia proprio l’esperienza carceraria a peggiorare le già precarie condizioni di salute mentale”.

È, quindi, comprensibile come tra la popolazione detenuta sia ampio il ricorso al trattamento con farmaci psicoattivi come sia frequente l’abuso e l’uso incongruo (“misuse”) di questi farmaci.

“Da un recente studio su ‘La Salute dei detenuti in Italia’, promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con l’Osservatorio epidemiologico dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana, a cui ha partecipato anche il nostro Istituto Mammagialla di Viterbo – prosegue Monarca -, risulta che i disturbi psichici affliggono il 42,9% dei detenuti presenti e che ogni detenuto assume in media 2,8 farmaci al giorno. I disturbi mentali da dipendenza di sostanze rappresentano circa il 50% dei disturbi psichici, seguiti dal 27,6% di disturbi nevrotici e reazioni di adattamento e dal 9% di disturbi alcool-correlati”.

Tra le patologie legate alla dipendenza la più frequente è l’abuso di cocaina (il 23,5% del campione) seguita dalla dipendenza da oppioidi (16,6%). L’abuso di cannabinoidi colpisce il 12,5% del campione considerato.

“Indubbiamente – conclude il direttore della Medicina penitenziaria territoriale della Asl - la gestione e il trattamento delle patologie psichiatriche, in un contesto difficile e pieno di problematiche come il carcere, è molto complicata, dovendo prevedere un approccio multidisciplinare e il coinvolgimento di componenti sanitarie, ma anche sociali, giudiziarie e politiche. Di questo parleremo nel corso di formazione”.

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