Cellere POESIA
Mario Olimpieri
Caro Mauro, ti invio queste ottave che trattano un doloroso avvenimento del passato, infatti nell'ottobre del 1918 ci furono a Cellere numerose vittime della Spagnola, qui parlo solamente di due lontane zie di mia moglie. Buona domenica a te e ai lettori. Mario
Anche a Cellere ci furono numerose vittime (121 morti solo nel mese di ottobre 1918), ma in queste ottave parlo solamente di Anna e Olga Nicolai (perché lontane zie di mia moglie) e di Gaddo Mariotti, marito di Olga Nicolai.
Un casale tra gioie e dolori
Vi parlerò adesso di un casale
nel ‘novecentoundici innalzato; (1911)
a quest’anno preciso esso risale
perché rimane ben documentato,
chiaramente scolpito sul frontale
che io stesso ho per voi fotografato.
Fu Pietro Nicolai a edificarlo
ed or proprio di lui commosso parlo.
Fu padre di più figli belli e amati
che, insieme con Domenica Ansuini,
furono con amore generati.
Quante volte al casale quei bambini
avran giocato lieti e spensierati,
ignari dei futuri lor destini:
quelli di Anna e Olga Nicolai
saran segnati da tristezze e guai.
Imperversò in quel tempo la Spagnola, (1918)
un gran morbo epidemico mortale,
e la giovane Anna al ciel s’invola
a sedici anni, stroncata dal male;
la sorella più grande resta sola,
ma presto pure lei al cielo sale
a farle compagnia, ed Olga muore (aveva 26 anni)
lasciando i familiari nel dolore.
Era il mese di ottobre, ed il marito (Gaddo Mariotti)
che assistita l’aveva con affetto,
fu anch’egli da quel male, ahimè, colpito:
solo per pochi giorni giacque a letto,
ma dal cielo ben presto fu rapito,
a causa di quel morbo maledetto.
(Vivrà Alessandra invece lungamente
fino a cent’anni e con lucida mente). (È morta nel 2012)
I genitori sempre addolorati
espressero così il loro amore
e ad Anna e Olga vennero innalzati
due marmorei cippi in loro onore,
da due bronzee teste sormontati,
e lì dinanzi stavan con dolore;
valente fu l’artista, e le sorelle
coi loro volti eran proprio belle.
Per anni ed anni lì al cimitero
quelle due teste anch’io le ho ammirate
e, anche come me, il paese intero.
Mia moglie quelle tombe le ha adornate
e ancor le adorna con amor sincero
perché giacciono lì le zie amate. (Lei è una lontana nipote)
Ma ora vi dirò del grave scempio
commesso con un gesto vile ed empio.
Quei volti, così ben raffigurati
dalle abili mani di un artista,
vennero da un furfante valutati,
e inoltre, essendo posti bene in vista,
potevan facilmente esser rubati
con fruttuosa e agevole conquista,
e la sua mano, con azione ria,
le due teste divelse e portò via.
La triste storia appena terminata
era iniziata con la citazione
d’un casale con la precisa data
della sua ben lontana costruzione;
ebbene, questa storia raccontata
l’ho scritta con notevole emozione
proprio all’interno del casale stesso,
che or per successione è in mio possesso.