Villa san Giovanni in Tuscia RIFLESSIONI
Micaela Merlino

E’ necessario più rispetto nei confronti di tutti gli animali, ed è un dovere delle Istituzioni e dei cittadini risolvere i problemi senza l’uso della violenza.

Concordo pienamente con l’articolo di Antonella Bruni sull’illegale e feroce esecuzione dell’orsa KJ2, e sulla conseguente indignazione degli Animalisti. Premetto che sono dispiaciuta che si siano verificate aggressioni a persone da parte di questo animale, e rispetto la sofferenza che taluni hanno dovuto sopportare come conseguenza di tali atti.

Tuttavia esecrando l’uso della violenza in qualsiasi forma essa venga espressa, voglio aggiungere alcune riflessioni riguardo alla sua crudele uccisione. Purtroppo certe persone che rivestono ruoli di responsabilità spesso seguono ed attuano ingiustamente la “scienza” della prevaricazione, la “coscienza” dell’interesse politico-economico e il “buon senso” dell’insensatezza e dell’ignoranza.

A ben guardare questi sono disvalori che, generalmente parlando, da secoli caratterizzano la “civile” civiltà occidentale non solo nei rapporti umani, ma anche in quelli con gli animali considerati da molti come oggetti e non come esseri viventi degni di rispetto.

L’ordine di trucidare l’orsa appartiene ad un modo di fare che si addice alla figura dello “sceriffo” del Far West, quale un certo cliché cinematografico ci ha abituato, un personaggio che si fa garante della famigerata “sicurezza” rispondendo a violenza con violenza. Ma la violenza verso chiunque sia diretta, persone, animali, cose, solo apparentemente risolve i problemi, in realtà proprio a causa della brutalità della sua forza distruttiva crea lacerazioni materiali e morali pregne di conseguenze, che spesso sono più catastrofiche del “male” a cui si voleva porre rimedio. Nel caso specifico, l’etologia insegna che, come ha detto giustamente la Bruni, gli animali agiscono d’istinto, un elemento importantissimo garante della loro sopravvivenza nell’habitat naturale.

L’aggressività che gli animali mostrano in alcuni momenti critici, è un fatto assolutamente naturale. Il problema è che molti ignorano persino questo elementare assunto, o se ne sono dimenticati. Sono convinta che spesso la causa dei mali è proprio l’ignoranza. Se le persone si informassero di più su chi sono gli animali nelle loro varie specie, su come vivono, su quali ambienti frequentano, su quali sono le loro abitudini, se prendessero consapevolezza che nei rapporti con gli animali esistono regole che vanno rispettate, affinché l’incontro e la convivenza tra uomo-animale sia il più possibile pacifica, certi atteggiamenti a rischio sarebbero senz’altro evitati. Invece spesso ci si avvicina alla Natura nel suo complesso con la presunzione dell’“uomo bianco colonizzatore”, che tutto può e tutto fa (o disfa), e che tutto ha piegato e asservito alla civiltà. E qui sta, secondo me, una contraddizione enorme.

Se ci pregiamo del titolo di civiltà evoluta (forse arbitrariamente), politici, amministratori, ma anche comuni cittadini hanno il dovere di ricercare e mettere in atto strategie non violente per risolvere i problemi, di qualunque natura essi siano, perché l’uso della violenza non si addice alla “civiltà”. Invece non è così. La civile civiltà occidentale, di cui l’Italia fa parte, talvolta dispregia solo a parole, non nei fatti, l’uso della violenza; nei confronti degli animali, poi, neppure si pone il problema se usare la violenza sia etico o no, tanto sono solo animali… Mi conforta però sapere che in questa desolazione di presunzione, ignoranza, incompetenza, insensibilità e modi aggressivi, hanno brillato e brillano alcune personalità che dovrebbero costituire un esempio per tutti, non solo per coloro che amano gli animali e li rispettano. Persone che hanno dedicato la vita a studiarli, e che sono riuscite a stabilire anche con animali considerati molto aggressivi intensi rapporti di affetto e rispetto. Ma pure persone comuni, che hanno avuto la fortuna di adottare per un periodo di tempo animali come leoni, tigri, scimpanzé, e che hanno messo per iscritto la loro intensa e bellissima esperienza.

Chi ha disposto l’uccisione dell’orsa, il Presidente della Provincia di Trento (e tutti coloro che lo hanno sostenuto) proprio perché si è macchiato di un gesto vergognoso, oltre alla denuncia del Movimento Animalista paradossalmente, e ironicamente, merita un “regalo”: spediamogli uno, due, dieci libri sulla vita degli animali, e sugli orsi in particolare, monografie che raccontano esperienze diverse, più costruttive e a lieto fine, rispetto all’uso del fucile per disfarsi di un animale indesiderato, filmati web che mostrano belle storie di amicizia tra uomo-animale, racconti e citazioni sugli animali scritte da artisti, scienziati, scrittori, e quanto altro possa in modo pacifico ma incisivo porre rimedio all’ignoranza.

Forse conoscendo di più, in futuro la sua coscienza potrebbe provare maggiore sensibilità nei confronti degli animali, inducendolo a non anteporre più alla loro vita interessi di altro tipo. E, contemporaneamente, affrettiamoci a riscrivere la favola di “Cappuccetto Rosso”, che non è tanto innocente, prima di leggerla ai bambini, se vogliamo forgiare cittadini di domani per i quali l’amore e il rispetto verso tutti gli animali sarà un dovere imprescindibile: l’inganno del lupo era solo uno scherzo, concordato con la nonna, la bambina si divertì moltissimo del travestimento, lei e l’animale divennero molto amici e raccontando al cacciatore la storia del loro bellissimo affetto lo convinsero a gettar via il fucile, ed a condividere con loro giorni sereni e felici.

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