Viterbo CRONACA
Stefano Aviani Barbacci

 

Siria centrale (19/07/17): le due punte avanzanti dell’esercito siriano (frecce rosse)

Ormai in tanti ci siamo fatti un’idea della guerra in Siria che è diametralmente opposta a quella della propaganda governativa. Nessuno crede più alla favola delle “primavere arabe” e al “feroce dittatore che stermina il suo stesso popolo”.

Nuovi dirigenti politici in Francia e negli Stati Uniti ammettono che pretendere la rimozione di Bashar Al Assad sarebbe un errore… Ciò nonostante la politica italiana ed europea segue una linea già tracciata, con un nuovo insensato inasprimento (il 17 Luglio 2017) delle sanzioni contro Damasco.

Il nuovo provvedimento viene a colpire ulteriori 16 personalità del cosiddetto “regime”: comandanti militari, uomini politici e tecnici che la UE dichiara, senza fornire prove, responsabili di eccidi e della produzione di fantomatiche armi chimiche. L’Europa, dunque, fa propria la posizione dei gruppi armati qaedisti ed accredita per buoni i false-flag prodotti (non certo senza aiuti esterni…) dal famigerato centro televisivo “Idlib Media Center”.

Nonostante che un’inchiesta ONU abbia escluso l’utilizzo di munizioni al gas a Ghouta il 21 Agosto 2013 da parte dell’esercito siriano, nonostante che un autorevole istituto di ricerca statunitense abbia escluso lo sgancio di bombe al gas su Khan Shaykhun il 4 Aprile 2017 da parte dell’aeronautica siriana, l’alto commissario Federica Mogherini “sa” che Bashar Al Assad usa di continuo le armi chimiche ed inasprisce le sanzioni che hanno demolito l’economia di un Paese aggredito.

 

Issam Zahreddine (con i caratteristici baffi) tra i difensori di Deir Ezzor

Tra i nuovi sanzionati c’è Issam Zahreddine, popolarissimo in Siria, comandante dell’enclave di Deir Ezzor (la “Leningrado della Siria”), la città sull’Eufrate dove nel 2013 si erano rifugiati in gran numero i civili siriani sfuggiti all’avanzata dell’ISIS. La città permane assediata da 4 anni. Dunque, la UE rubrica come criminale di guerra un simbolo della resistenza siriana.

Peraltro, su questo fronte non sono mai stati denunciati attacchi con armi chimiche, neppure da parte dell’ISIS… Le armi chimiche sono state piuttosto utilizzate, secondo autorevoli inchieste giornalistiche, dai cosiddetti “ribelli moderati” e nella Siria occidentale. Componenti per la fabbricazione delle medesime sono stati rinvenuti nei sotterranei di Aleppo-Est prodotti dalla SACHLO (Saudi Factory for Chlorine and Alkalis) un’azienda leader nel settore con sede a Riyadh, la capitale dell’Arabia Saudita, un sicuro alleato delle grandi democrazie...

La domanda ce la poniamo ormai da tempo: da che parte stanno l’Italia e la UE? Perché i nostri governanti, sempre in apprensione per gli attacchi terroristici in Europa, sanzionano il Paese che affronta l’ISIS in casa sua da ormai 7 anni? Non è questa una forma di complicità “oggettiva” nella distruzione della Siria?

Peraltro a Deir Ezzor non mancano i miliziani ivi pervenuti dall’Europa e, nel Marzo del 2015, l’inviato di France 2 Franck Genauzeau rivelava l’esistenza di un’intera brigata formata da elementi di provenienza francese. Piuttosto che sanzionare, la Mogherini non dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa (a nome della UE) al popolo siriano?

Sacco di Idrossido di cloro prodotto dall’azienda saudita SACHLO rinvenuto ad Aleppo-Est

Perché i media mainstream non prestano attenzione al lunghissimo assedio di Deir Ezzor? Perché, la comunità internazionale non invia aiuti come quando li inviava nell’enclave jihadista di Aleppo-Est? Perché, nel Settembre del 2016, l’aeronautica USA colpiva le difese di Deir Ezzor e non l’ISIS, causando 62 morti e oltre 100 feriti tra i militari siriani? Forse perché questa città è rimasta fedele al governo e non si è mai arresa? Il sospetto è perlomeno legittimo…

D’altra parte, cosa accadrebbe se l’enclave si arrendesse? Lì tutti ricordano quando, nel Gennaio del 2016, i miliziani del Daesh (penetrati in un’area residenziale) trascinarono via e assassinarono circa 280 persone: bambini, donne e anziani, gettandone i corpi nelle acque dell’Eufrate.

Per sostenere la popolazione è operativo (da quando è stata riconquistata Palmyra) un ponte aereo che non può tuttavia supplire a tutte le necessità di una comunità di oltre 100.000 civili più alcune migliaia di militari. Per tenere viva la speranza, Zahreddine è sempre in movimento lungo il perimetro difensivo, condividendo ogni giorno i rischi e le privazioni dei soldati e dei civili a lui affidati. La gente vede questo e dunque lo ama.

Anche la UE deve essersene resa conto e forse ha pensato che poteva tornare utile colpirne la figura morale. Ma a Deir Ezzor la gente avverte ormai, dopo 4 anni, che l’alba è vicina: l’esercito siriano preme sul Califfato da due distinte direzioni, dal nord e da Palmyra, e alcune unità (le Tiger Forces e la 124th Special Forces Brigade) sono ora in buona posizione per puntare diritte fino alla città assediata.