Blera RIFLESSIONE ITINERANTE
Giuseppe Bellucci

Stamani per la mia solita passeggiata mattutina ho cambiato percorso e sono andato sul vecchio tracciato della ferrovia Civitavecchia – Orte, quella che oggi parte della politica e associazioni varie, ne reclamano a gran voce la necessità della riapertura.

Non ho potuto fare a meno di qualche piccola considerazione: da una parte la stazione ferroviaria di Blera, costruita nel 1935 (oggi conta 82 anni) che ha l’intonaco originale ancora intatto, come intatto è il cemento con cui è stato costruito il ponte ad un solo arco che la collega al paese.

Il percorso che stavo facendo, ridotto ad un sentiero per una sola persona in mezzo ai rovi, era quello della ferrovia che negli anni novanta, con la stessa motivazione che muove oggi certa politica sul ripristino, rimase incompiuta nel momento in cui mancava solo la posa dei binari.

Risultato?

Miliardi di vecchie lire buttati al vento per i quali, come sempre nessun colpevole.

Oggi ci vorrebbero centinaia di milioni solo per togliere la vegetazione che è anche di alto fusto.

Ecco, due epoche a confronto: un manufatto che con i suoi 82 anni desta ancora meraviglia per le modalità di esecuzione, e un altro rimasto così …..senza capo né coda.

Forse il segreto sta nel fatto che all’epoca della stazione ferroviaria la corruzione sulle opere pubbliche, poteva essere stimata il 5% di quella attuale. D’altronde ormai ci hanno abituati al fatto che un cedimento strutturale di una costruzione vecchia di vent’anni, è come se avesse ragione di esistere a causa della vetustà del manufatto.

Naturalmente sorvolo su quelle opere che crollano qualche mese dopo la loro inaugurazione in pompa magna.
Così è se ci pare!!

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