Viterbo CRONACA
Alessandro Gatti

Il pianeta Marte

Si chiama Francesca Esposito ed è una ricercatrice dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte.

E’ lei che ieri 24 Giugno ha presentato a Caffeina, circondata dagli affreschi della splendida sala Regia, i progressi della scienza nello studio del pianeta Marte attraverso la missione spaziale ExoMars. Un intenso lavoro di ricerca che ha impegnato Europa, Stati Uniti, Russia e Giappone e che ha subito, lo scorso 2016, la perdita della sonda Schiaparelli.

Senza perdersi d’animo ExoMars sta proseguendo all’insegna del suo obiettivo: il futuro sbarco dell’uomo sulla superficie del deserto marziano. Numerose le difficoltà, e dunque le sfide, incontrate fino ad ora e raccontate in modo accattivante ed appassionato dalla Esposito. I pronostici per il prossimo 2020 sono positivi e lasciano sperare che l’uomo potrà finalmente mettere piede su Marte, ovviamente se avranno esito positivo tutti gli ultimi test sulle polveri che si eseguiranno di qui a breve.

“Marte è un deserto frequentemente battuto da forti venti, che innalzano polveri per chilometri e che oscurano il sole per ore”, ha detto Francesca Esposito. “Non sappiamo quanto le tute spaziali potranno essere in grado di trattenere o filtrare le polveri né che danni potrebbero avere sul sistema respiratorio degli astronauti”, ha continuato. Partendo da a ora, a quando l’operazione successiva di ExoMars sarà lanciata, bisognerà effettuare numerosi test. Occorrerà tener conto anche delle tempeste di fulmini che le colonne di polveri, innalzate al cielo dai forti venti, sono in grado di generare. Come dice la Esposito “ Immaginate le scariche elettriche provocate dallo strofinio delle polveri e lapilli durante le eruzioni vulcaniche e amplificatele di decine di volte”.

Sicuramente sarà un’impresa ardua quella che potrebbe portare l’essere umano a percorrere il suolo marziano, ma siamo tenuti a riporre fiducia nel team internazionale di scienziati che vi sta lavorando ormai da anni. Un team composto da numerosi italiani che hanno avuto un ruolo di prim’ordine già con la prima fase della missione che ha visto il sacrificio del lander Schiaparelli. Ad aprire la strada ai viaggiatori spaziali sarà un complesso programma di studio e recupero dei materiali presenti su Marte. Exo Mars Trace Gas Orbiter (TGO) porterà informazioni circa la presenza di gas sul pianeta e, in particolare, di metano. Il metano è prodotto dagli esseri viventi e potrebbe fornire informazioni su eventuali presenze di vita sul pianeta.

Sulla base delle ricerche TGO, a partire dal 2020, la sonda Rover avrà lo scopo di recuperare campioni da analizzare sulla terra. Vera novità sarà rappresentata da un trapano per l’ispezione del sottosuolo ed il recupero di campioni, tutto di progettazione italiana. In merito alla misurazione delle attività metereologiche su Marte, è stato progettato, all’Italia, Dreams. Trattasi di uno strumento in grado di misurare e riportare l’attività metereologica sul pianeta, fornendo dati in merito ad una mappatura costante dell’attività climatica e meteorologica.

La filosofia sottostante al progetto Rover è quella di non cercare solo la vita su Marte, ma misurare le condizioni per una possibile colonizzazione del Pianeta, che potrebbe rivelarsi necessaria in un prossimo futuro, quando le risorse saranno scarse per una popolazione in costante aumento. Nel misurare l’attività delle polveri, e la loro composizione chimica, entrerà in gioco Micromed, fiore all’occhiello di quello che è stato battezzato come programma Exo Mars e che, si spera, porterà l’uomo su Marte entro il 2020.

Alessandro Gatti

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