Viterbo STORIA
CEDIDO Centro diocesano di documentazione per la storia e la cultura religiosa
Scheda realizzata a cura di Elisa Angelone per il Centro diocesano di documentazione – Viterbo

 

Lunetta in Via sant'Angelo sul fianco della Chiesa di sant'Angelo in Spatha,
quanti se ne sono accorti dell'esistenza?

Viterbo
Storia della Chiesa e parrocchia di sant'Angelo in Spatha1

Della chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, costruita nell’VIII secolo2, è attestata l’esistenza fin dall’epoca di Leone IV, assunto al soglio pontificio nel 9283.

 

Viene elevata a collegiata nel 1092 quando alcuni pastori fanno rinuncia dei diritti che possedevano su di essa4 ed il 18 maggio 1145 viene consacrata da Eugenio III5.

L’importanza della chiesa per la città è testimoniata dall’agiato stato economico che fin dai primi momenti la caratterizza e dal favore che le è riservato dai vescovi che si succedono al governo della diocesi di Viterbo6 e dai pontefici che le confermano privilegi e le concedono indulgenze e onori7.

La tutela e la valorizzazione di Sant’Angelo riguarda però in primo luogo i canonici che nella prima metà del XIII secolo sostengono un fiero confronto con il Comune accusato di aver occupato l’area davanti alla chiesa per costruirvi la nuova residenza del Podestà8. Calmati i contrasti9, ritrovato il favore dei i papi e la generosità dei fedeli, la chiesa torna ad abbellirsi ed arricchirsi10.

Nel 1283 il Capitolo assume anche il titolo di San Giacomo a Rianese da una chiesa con annesso un ospedale per la cura dei lebbrosi posto sulla via di Montefiascone11 e presto riunito ad un altro ospedale dipendente da Sant’Angelo e collocato nell’omonimo castello, accanto alla Rocca edificata in quegli anni dal cardinal Albornoz12.

All’inizio del XIV secolo nella Rocca alloggia il pontefice, la penitenzieria è collocata nel portico di Sant’Angelo e dal chiostro della stessa chiesa emana le sue sentenze l’uditore del Cardinale Camerlengo13.

Chiesa di sant'Angelo in Spatha negli anni '50 (Archivio Mauro Galeotti)

La chiesa è considerata il tempio ufficiale del Comune, più che mai divenuta sacra ai viterbesi per la cacciata del tiranno Francesco di Vico avvenuta nel giorno in cui si festeggiava l’apparizione dell’Arcangelo Michele14.

Ancora nel secolo successivo in Sant’Angelo, si tengono le udienze del giudice delegato per le cause riguardanti le donne ed è collocato un “ceppo” per le denunce delle contravvenzioni alle leggi suntuarie.

Questi anni sono caratterizzati da difficoltà economiche, amministrative e sanitarie che si risolveranno presto grazie all’intervento del clero e dei canonici della stessa Sant’Angelo15.

Nel 1549 la caduta del campanile - che provoca il danneggiamento della parte anteriore e di gran parte del tetto della chiesa – riporta a S. Angelo il favore del Comune, che compie nella canonica le cerimonie ufficiali e che contribuisce largamente ai restauri ed alla costruzione della nuova facciata del tempio.

Nel 1557 - in conformità con le direttive date dal Concilio di Trento - il vescovo Gualterio attua una serie di riforme nelle chiese viterbesi, unendo la parrocchia di Santa Croce a quella di sant’Angelo16.

Nel 1746 la chiesa viene riedificata e vengono riunite in un unico luogo le reliquie di san Savino e di atri santi che – eseguita la ricognizione ordinata dal vescovo - saranno portate in processione per le vie della città e depositate nella chiesa di San Leonardo17.
----------------------------
1 Scheda realizzata a cura di Elisa Angelone per il Centro diocesano di documentazione – Viterbo.
2 “La Rosa, Strenna Viterbese”, 1886, anno XVIII, Viterbo, Agnesotti, pp. 103, 105, 108.
3 In quella data però la chiesa non era parrocchia, ma una semplice chiesa di jus patronato particolare sotto il quale diritto resterà fino al 1087 quando verrà venduta ad un canonico. Vedi Cedido, Serie : Visite episcopali, visita Pianetti, 1827, Vol. I, Parte II, c 574 v.
4 Le chiese di Viterbo, a cura di Attilio Carosi, Viterbo, Agnesotti, 1995, scheda della chiesa di Sant’Angelo in Spata.
5 G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Vol. I, Viterbo, Cionfi, 1907, p. 126.
6 Ivi, pp. 165, 226, 230.
7 Ivi, p. 230; E. Parlato, S. Romano, Roma e Lazio il Romanico, Milano, Jaca Book, 2001, p. 302).
8 G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, cit., Vol. I, p. 312-313.
9 I canonici ricevettero un indennizzo per i “danni” sofferti dalla distruzione dei portici dinanzi alla chiesa, dall’abbattimento degli alberi e delle mura del cimitero. Vedi G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, cit., p. 312-313.
10 Ivi, pp. 193, 272, 300, 313.
11 I diritti dell’ospedale erano stati ceduti nel 1218 dai frati di Citignano, e confermati nel 1220 dal vescovo Raniero; in seguito la chiesa fu detta di San Lazzaro. Vedi Ivi, p. 313.
12 L’ospedale posto nel Castello di S. Angelo fu riunito a quello di S. Giacomo a Rianese nel 1316.
13 Ivi, pp. Vol. I, pp. 366, 391, 394-395, 435; Vol. II, Parte I, p. 39, 219.
14 Ivi, Vol. II, Parte I, p. 230.
15 Ivi, Vol. II, Parte I, p. 232.
16 Pochi anni dopo, nel 1567 il card. Gambara, viste le cattive condizioni economiche della chiesa ridusse le cappellanie a quattro. L’unione venne revocata dal Binarino che riteneva troppo esteso il territorio della parrocchia. Vedi, Ivi, Vol. II, Parte II, p. 18, 47,249, 280, 360-361, 369.
17 Le chiese di Viterbo, cit.; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, cit., Vol. III, pp. 192 – 193.


Architettura

All’interno la pianta è a croce latina con presbiterio a pianta quadrata, ad un'unica navata e con tre cappelle per ogni lato. È decorata con pilastri, capitelli, architravi, fregi e cornici18.

Il soffitto a volta copre la struttura classica del tetto, sulle pareti si aprono cinque finestre romaniche a feritoia19. Nell’imbocco del coro sono due colonne di eguale ordine. Il coro, situato dietro l’altare maggiore, è composto di 22 stalli di noce20.

La facciata ad intonaco con copertura a spioventi ha un portale raggiungibile grazie a cinque gradini inquadrato da una mostra in peperino sovrastata da una lunetta. A lato del portale è il monumento funebre della “Bella Galliana”. Tre finestre si aprono nella facciata; nella vetrata della finestra centrale è effigiato San Michele Arcangelo. Verso il culmine tre stemmi in peperino che rappresentano le insegne di Pio IV Medici, il vice legato Piccolomini Bandini e il Comune di Viterbo21.

Sul lato destro è visibile il fianco della più antica chiesa con due porte murate, una monofora, una lunetta, una porta ad arco con cornice, contrafforti e archi di sostegno e, nel fondo, il campanile a pianta quadrata22 ricostruito nel 1784 grazie ad un legato lasciato dal canonico Pietro Antonio Belli.

Arte

All’esterno della chiesa, sulla facciata, a destra del portale è collocato il monumento funebre della “Bella Galliana”, fanciulla viterbese dalla rara bellezza.

È un sarcofago romano in marmo raffigurante una scena di caccia al cinghiale caledonio, la caccia al leone nemeo e la caccia d’Alessandro. Circondato da tre lapidi latine che ricordano come nel 1138 la giovinetta Galliana venne uccisa da Giovanni di Vico che la aveva chiesta in sposa e ne era stato respinto.

All’interno la seconda cappella - già di santa Caterina – è decorata con la tela di Sant’Isidoro agricoltore, opera di Bartolomeo Cavarozzi (1590-1625)23. Il dipinto, molto lacunoso nel margine inferiore, si contraddistingue per il bellissimo paesaggio nello sfondo con l’angelo che guida l’aratro, unico nella produzione del pittore24.

Rilevante anche il piccolo dipinto settecentesco collocato sul soffitto raffigurante San Michele Arcangelo che sconfigge il male attribuito a Filippo Cavarozzi 25.

Il santo è dipinto su tela con la spada in mano, il piede sopra il drago infernale che viene incatenato. Nelle due parti laterali del quadro vi sono, oltre i santi Savino ed Eugenio, i due Apostoli s. Pietro e s. Paolo; il primo con le chiavi in mano ed il secondo con la spada sopra la quale pare appoggiarsi. Nella gloria è dipinta la Vergine con il Bambino attorniata dagli angeli26.

Devozione

Le testimonianze storiche riportano che nel giorno della Apparizione di San Michele Arcangelo (8 maggio), la città festeggiava la cacciata dei Di Vico, le arti si riunivano nel Palazzo Comunale per percorrere processionalmente le vie della città. Il mattino seguente il podestà, i priori con la loro corte, il clero e le maestranze muovevano dal Palazzo civico e si congregavano nel tempio per assistere all’ufficio divino, si dava inizio ai festeggiamenti e al palio che si correva dalla piazza del Comune per la via della mercanzia fino alla cattedrale27. Oltre a tale occasione il Capitolo era tenuto a celebrare un’altra processione nel giorno del Corpus Domini28 per la quale, a partire dal 1825, i due Capitoli di S. Angelo e S. Sisto si unirono nelle due rispettive processioni del Corpus Domini, con maggiore decoro delle due insigni collegiate e maggiore venerazione per il SS.mo Sacramento, oltre che per una più intensa edificazione dei fedeli29.

-------------------------
18 Cedido, Serie: Visite episcopali, Visita Pianetti, 1827, Vol. I, Parte II, c. 579.
19 Le chiese di Viterbo, cit.
20 Cedido, serie Visite pastorali, Visita Pianetti, 1827, Vol. I, Parte II, cc. 575-576. Della struttura precedente rimane il muro perimetrale sinistro in grandi blocchi di tufo dove si aprono alcune monofore e, probabilmente, anche il pavimento che scende verso l’altare. All’edificio medievale vanno annoverati anche il capitello fogliato oggi posto sotto la mensa dell’altare ed altri due capitelli ora nel cortile del palazzo dei Priori; E. Parlato, S. Romano, Roma e Lazio il Romanico, Milano, Jaka Book, 2001, p. 302.
21 Le chiese di Viterbo, cit.
22 M. Galeotti, Viterbo città illustrissima, p. 496; Le chiese di Viterbo, cit.
23 M. Galeotti, Viterbo città illustrissima, cit., pp. 498, 502.
24 I. Faldi, Pittori viterbesi di cinque secoli, Roma, Ugo Bozzi ed., 1970, p. 273.
25 Le chiese di Viterbo, cit.
26 Cedido, Serie: Visite episcopali, Visita Pianetti, 1827, Vol. I, Parte II, c. 575.
27 G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, cit., Vol. II, Parte I, pp. 229-230; Cedido, Serie: Visite episcopali, Visita Pianetti, 1827, Vol. I, Parte II, c. 562.
28 Cedido, Serie: Visite episcopali, Visita Pianetti, 1827, Vol. I, Parte II, c. 566.
29 Ivi


L’Archivio della chiesa collegiata e parrocchiale di S. Angelo in Spatha

Dell’Archivio della chiesa collegiata di S. Angelo in Spatha si ha notizia già dal 1612 quando il vescovo Tiberio Muti “Visitavit archivium scripturarum” e decretava “Mandavit provideri de loco tuto ampliari, et fieri inventarium distinctum omnium scripturarum; *…+ …”30.

Pochi anni dopo, precisamente nel 1639, le visite episcopali riportano già un “Archivius Loci” come paragrafo autonomo nella relazione sulla chiesa31.

Con il vescovo Francesco Maria Brancaccio i controlli sull’amministrazione contabile della chiesa divengono più rigidi; dell’Archivio di S. Angelo si dice che “Expositum deinde fuit in Archivio dictae Ecclesiae non esse registratas omnes administrationes Cammerariatus Ecclesiae predictae et Sacristiae …”.

Si impone pertanto che, entro un mese, ogni camerario faccia dichiarazione di quanto conosce e la consegni in archivio; il canonico archivista rediga un libro di amministrazione per i canonici negligenti e morosi32.

Con il XVIII secolo le testimonianze sull’esistenza di un archivio sono più precise e si ha, per la prima volta, la notizia di due archivi forse distinti: per l’archivio parrocchiale si attesta l’esistenza di un armadio ordinato, si dispone l’inventario delle scritture e dei libri che vi sono contenuti e si raccomanda una corretta chiusura dell’armadio stesso. All’interno si elencano libri di battesimi, morti e matrimoni ben conservati33.

Tra le risposte relative al Capitolo è riportato “Archivio adsit inventarium scripturarum bonorum, et Jurium”, nel punto successivo però si dice che c’è un archivio ma è confuso e si dispone di redigere un inventario entro due anni “et tradi copiam in actis”34.

Nel 1818 si parla più espressamente di due armadi collocati nella Sacrestia nei quali si conserva un apprezzabile archivio e si dice che, in città, non ve ne sia di più antico. L’archivio contiene “molte Centinaia di Pergamene, Bolle, e Brevi riguardante la Massa Capitolare, e molti particolari, con Testamenti antichi, e diversi Libri di Liturgia, e di interesse.

L’E.mo Garampi, Vescovo di Montefiascone, Prima Canonico in Roma, in occasione di villeggiatura, nel vederlo, volle prenderne transunto, si degnò metterlo in buon’ordine, e registro essendo intendentissimo de Caratteri antichi.

Ma alterandosi per la ristrettezza del sito, fu trasferito in questi ultimi tempi in una stanza sopra l’Orchestra a Cornu Evangelii ove meglio si conserva”35.

La stessa relazione attesta che i libri parrocchiali più moderni si trovano nella casa dell’economo curato, mentre i più antichi si conservano nell’archivio.36

Nel 1827 le informazioni divengono più dettagliate: si sa che nell’archivio sono conservate pergamene datate a partire dal 1096 (è però aggiunta una nota che corregge la data al 1091) e che coprono un arco cronologico che giunge fino a tutto il 1700.

L’archivio si dice “regolato in fascicoli di ogni secolo” e si parla di un inventario fatto pochi anni prima dai signori canonici D. Vincenzo Orlandi e D. Luigi Varchi e D. Bernardo Espagnet. La custodia dell’archivio è presso i canonici di massa i quali nominano, ogni anno, un canonico archivista che, nel 1830, era d. Giuseppe Pacchiarotto37.

Le notizie successive sono più brevi e parlano di un archivio che si andava ordinando nel miglior modo possibile38.

Nel 1881 però la visita pastorale di Bartolomeo Paolucci riporta “Avevamo un archivio con antiche e molte pergamene rimontanti al 1056, ci fu tolto ed ora è in Comune. Restano solo dei documenti cartacei tanto nell’archivio generale tanto in quello particolare della Massa. Si seguita ogni anno a nominare l’archivista, che ora è il canonico Leandro Vitali”39.

La documentazione della collegiata rimane conservata nella chiesa fino a quando, in data non ben precisata, viene consegnata all’Archivio diocesano, mentre una parte delle pergamene di S. Angelo è tuttora depositata in Archivio comunale (pergamene riguardanti i rapporti tra la collegiata e il Comune di Viterbo).


30 Cedido, Serie: Visite episcopali, Visita Muti, 1612-1622, c. 28v.
31 Cedido, Serie: Visite episcopali, Visita Brancaccio, 1646, c. 33.
32 Cedido, Serie: Visite episcopali, Visita Brancaccio, 1663, c. 79v.
33 Cedido, Serie: Visite episcopali, Visita Santacroce, 1702-1703, c. 46.
34 Ivi, c. 48.
35 Cedido, Serie: Visite episcopali, Visita Piermartini, 1818, Vol. I, c.n.n.
36 Ivi.
37 Cedido, Serie: Visite episcopali, Visita Pianetti, 1827, Vol. I, Parte II, c. 581.
38 Cedido: Serie: Visite episcopali, Visita Bedini, 1861, Vol. I, c. 545.
39 Cedido: Serie: Visite episcopali, Visita Paolucci, 1881, vol. I, c. 246.


Archivio capitolare

Al Cedido sono oggi conservati due archivi distinti appartenenti al Capitolo della collegiata di S. Angelo: Un fondo antico (ordinato in Sesamo.Pro) ed un Fondo moderno (ordinato in Cei-Ar).
Il fondo antico dell’archivio capitolare è costituito di carte di carattere per lo più giuridico-amministrativo con una datazione compresa tra il 1300 e il 1661 e comprende: registri di Protocollo notarile (15 pezzi, 1300-1360), Camerlengati (143 registri, 1306-1661); Atti notarili (12 pezzi, 1340-1590); Cause civili (5 pezzi, 1355-1388), Riscossioni e pagamenti (3 pezzi, 1371-1420); e Atti giudiziari (4 pezzi, 1374-1436).

A questi si possono aggiungere documenti più specifici, che consentono il reperimento di informazioni importanti per la storia della chiesa e della Città, come un Libro della Diocesi di Viterbo e Toscanella (1334) dove è riportato l’elenco di tutte le chiese di Viterbo e Tuscania e la somma versata da ciascuna chiesa al Legato apostolico a titolo di procurazione; un documento denominato Inquisitio che contiene l’inquisizione, aperta contro il priore di S. Angelo, per aver sperperato le ricchezze dei due ospedali di S. Maria della Salute e di S. Maria del Monte nel periodo in cui ne era amministratore; e un Libro delle Decime (1313) che contiene l’elenco di tutte le chiese di Viterbo, Vetralla, Tolfanova e Civitavecchia in relazione al pagamento delle Decime.

Il fondo moderno dell’archivio capitolare di S. Angelo è diviso in otto serie: la documentazione più antica riguarda le relazioni sui beni di proprietà della chiesa: gli Istrumenti (5 registri, 1554-1764)40 e i registri di Entrate e uscite (16 unità archivistiche, 1555-1909)41; nel XVII secolo cominciano a comparire carte relative all’attività pastorale e liturgica della chiesa: i Decreti capitolari (4 registri, 1658-1873)42 e le Puntature (29 registri, 1612-1886)43 alle quali si uniscono le carte relative all’Amministrazione della Sacrestia (9 unità archivistiche, 1640-1919)44 e all’Amministrazione della Massa capitolare (9 unità archivistiche, 1682-1882)45; al XVII secolo risalgono invece gli Attuari (15 registri, 1707-1816)46 e la sere Catasti e Inventari (2 registri, 1743, 1800)47.

----------------------
40 La serie è costituita di registri cartacei in cui, in alcuni casi, risulta difficile la lettura della data. I volumi riguardano: Istrumenti di oblati, Istrumenti relativi a terreni di proprietà della chiesa, Istrumenti della sacrestia, etc. Non presentano una successione cronologica completa: mancano le registrazioni per gli anni 1682-1691 e 1753-1764. I registri del XVI secolo contengono atti relativi ad un arco cronologico molto ampio, nella seconda metà del 1600 l’arco cronologico si restringe notevolmente per tornare ad allargarsi nel 1700. Presentano una numerazione coeva per pagine e la rubrica alfabetica, solitamente presente nella parte finale dei volumi, a volte risulta mancante.
41 La serie comprende: Libri di introiti e uscite, Libri delle divisioni annue, Libri di spese fatte dal capitolo, Libri di amministrazione (questi registri contengono relazioni che coprono, in media un arco cronologico di 30-40 anni). Ai detti volumi si aggiungono registri degli Affitti dei beni di proprietà della collegiata (non di rado sono rilegate all’interno dei volumi, le relazioni realizzate in occasione delle visite pastorali) e Libri di beni assegnati alla parrocchia priorale di S. Angelo in Spatha di Viterbo dopo la indemaniazione della Massa Capitolare (avvenuta il 2 ottobre 1873): ognuno di questi volumi contiene registrazioni relative a circa 40-60 anni. I registri presentano una numerazione coeva per pagine anche se a volte una parte del registro non è numerata. Nella maggior parte dei casi le registrazioni sono divise per secoli. Speso i registri presentano una rubrica alfabetica finale.
42 La serie contiene registri cartacei nei quali sono riportate decisioni del Capitolo di S. Angelo. Non presentano una successione cronologica completa: mancano gli atti relativi agli anni 1695-1782 e 1818-1852. Ogni volume contiene, in media, le decisioni prese in circa 18 anni. I registri presentano una numerazione per fogli, spesso una rubrica alfabetica finale, in alcuni casi le pagine risultano completamente cancellate dal Priore.
43 la serie contiene i "Liber punctatorum" della collegiata di S. Angelo in Spatha, presentano una consecuzione cronologica per lo più completa: mancano soltanto le registrazioni relative agli anni 1616-1619, 1659-1668, 1674-1691, 1696-1701. Ogni volume contiene la registrazione delle puntature per circa 5-10 anni. La numerazione dei fogli è coeva, in alcuni casi la copertina autentica è stata tagliata e al suo posto è stata messa una di cartone; la rubrica alfabetica - solitamente presente nella parte finale del registro - in alcuni casi risulta mancante; a volte nella prima pagina sono riportati i nomi dei canonici; si trovano fogli di formato più piccolo inseriti nella rilegatura; non di rado il registro è scritto nei due versi.
44 La serie è costituita di registri e fascicoli. I registri cartacei legati in pergamena comprendono: Inventari dei beni mobili della Sacrestia, Libri di amministrazione, Libri dei sindacati, Elenchi delle rendite, Impianti di Scrittura contenenti i beni, Rendite ed oneri della Sacrestia. Non di rado all’interno dei volumi si trovano fogli sciolti con intestazione del Regio ufficio delle ipoteche di Viterbo. La numerazione risulta coeva per pagine, nella parte finale è inserito un repertorio alfabetico. I fascicoli contengono fogli sciolti cartacei che riguardano: Notizie sullo stato della chiesa della Massa della Sacrestia, Inventari, Amministrazione di canonicati sospesi, Stati attivi e passivi, Scandagli dei lavori di riparazione di fabbricati, Rogazioni, un Indice incompleto delle pergamene e bolle antiche esistenti in S. Angelo, Libri di Entrate e Uscite, Legati, Ipoteche, documenti relativi al Fondo per il culto, Corrispondenza.
45 La serie contiene documentazione relativa all’Amministrazione delle entrate, Libri delle Partizioni e Sindacati dei Canonicati di Massa, Elenchi dei Canonici, documenti sull’Amministrazione delle Mezz'annate, Libri d'istruzioni della massa dei beneficiati, Affitti, Mastrine delle rendite della Massa dei beneficiati. La numerazione risulta coeva per pagine o carte, spesso è presente una rubrica alfabetica collocata nella parte finale del volume.
46 La serie contiene attuari del Capitolo della Chiesa di S. Angelo in Spatha. I registri presentano un consecuzione cronologica per lo più corretta: mancano soltanto gli atti relativi agli anni 1717-1726. Ogni volume contiene atti relativi a circa 10-15 anni. I registri presentano una numerazione coeva per carte (in alcuni casi sono numerati solo in una parte) ed una rubrica alfabetica finale.

47 La serie contiene 2 cabrei dove si registrano tutti i beni stabili, livelli, censi, campi, prati, orti, botteghe, case e molini di proprietà del Capitolo della Collegiata di Sant' Angelo di Spatha. I volumi presentano una numerazione per fogli e, in alcuni casi, fogli non scritti. Non di rado si trova un Indice alfabetico finale.


Archivio parrocchiale

L’Archivio parrocchiale è diviso nelle serie: Battesimi (7 registri, 1568-1818)48, Cresime (5 registri, 1576-1914)49, Matrimoni (6 registri, 1610-1914)50, Morti (7 registri, 1569-1965)51, Stati delle anime (81 fascicoli, 1726-1935), Libri di Messe (119 registri, 1624-1922).

I volumi contengono la registrazione degli atti sacramentali con una continuità grosso modo costante, sono conservati in registri e faldoni. I registri, nella maggior parte dei casi, presentano una numerazione coeva per carte e, spesso, una rubrica alfabetica finale. Quando molto danneggiati, i registri sono stati racchiusi in una coperta in cartoncino sulla quale si è indicata la collocazione e gli estremi cronologici.

Tutti i registri sono stati poi condizionati all’interno di buste (ogni busta contiene circa 3 registri) per evitare che, una volta collocati sullo scaffale, potessero piegarsi e danneggiarsi.

All’interno di ogni volume è stato posto un cartoncino con l’indicazione della segnatura, mantenendo le segnature precedenti che sono state riportate nelle schede informatiche relative ai registri. I faldoni sono stati ordinati, quando necessario ricondizionati all’interno di nuove buste (mantenendo il dorso della vecchia busta sul quale era indicata la segnatura precedente e la documentazione contenuta) ed inventariati utilizzando come unità archivistica di base il fascicolo conservato all’interno delle buste.

Ogni fascicolo è stato racchiuso in cartelline di cartoncino (quando c’erano sono state utilizzate le cartelline originali) mantenendo la distinzione originaria per pratiche o per argomenti.

------------------------

48 I registri sono stati condizionati all’interno di buste in cartone (ogni busta contiene circa 3 registri) in modo che, collocati sullo scaffale, non possano piegarsi e danneggiarsi. Hanno una successione cronologica abbastanza completa a parte i primi due volumi nei quali le date si sovrappongono egli ultimi due volumi che riportano la sessa datazione. Nelle schede informatiche realizzate per ogni volume è stata indicata la segnatura precedente posta nel cartiglio interno al volume stesso e la segnatura attribuita nell’inventariazione realizzata nel 2004 con il programma Winisis. I volumi presentano una rilegatura in pergamena, una rubrica alfabetica per nomi posta solitamente nella parte finale del registro ed una numerazione per fogli.
49 La serie contiene registri cartacei per lo più con coperta in pergamena. I registri non hanno una consecuzione cronologica corretta: mancano gli atti relativi agli anni 1732-1743, si sovrappongono gli anni riportati in due registri (uno che va dal 1743 al 1801 e l’altro che va dal 1762 al 1863). Per ogni volume è stata riportata la segnatura precedente posta nel cartiglio interno al volume stesso, e la segnatura attribuita nell’inventariazione realizzata nel 2004 con il programma Winisis. I registri presentano pagine numerate e indici alfabetici per nomi.
50 La serie contiene registri nei quali sono riportati gli atti matrimoniali, le autorizzazioni a contrarre il matrimonio e gli indici cronologici dei matrimoni, spesso vi sono allegati due indici: uno per nomi e cognomi ed uno solo per cognomi. I registri non hanno una consecuzione cronologica corretta: manca il volume con gli atti degli anni compresi tra il 1816 ed il 1842 ma c’è un registro che contiene atti che vanno dal 1737 al 1842 che copre anni per i quali esistono anche altri volumi (con atti relativi agli anni 1723-1816 e 1742-1757). Per ogni volume è stata riportata la segnatura precedente posta nel cartiglio interno al volume stesso, e la segnatura attribuita nell’inventariazione realizzata nel 2004 con il programma Winisis.
51 Nella serie dei Libri dei morti mancano gli anni compresi tra il 1649 ed il 1673 e quelli tra il 1737 e il 1773. In alcuni casi i volumi contengono anche altre registrazioni. Il registro 1844-1871 contiene annotazioni sino al 1966. I fogli sono per lo più numerati, si riporta un indice alfabetico per nomi. Per ogni volume è stata riportata la segnatura precedente posta nel cartiglio interno al volume stesso, e la segnatura attribuita nell’inventariazione realizzata nel 2004 con il programma Winisis.

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 1279 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it