Cellere POESIA
Mario Olimpieri

Buongiorno a tutti i lettori, oggi una poesia in dialetto per gustare l’insolito svolgimento di una processione paesana del passato. Buona domenica a voi tutti, Mario.


Le “vergini” ‘mprocessione                  

Tutto era pronto pe’ la processione:
le fïe, maschie e femmine, e le donne,
e poe c’era la banda che aspettava
pe’ alza’ nel cêlo le sue sante note;
el prete disse forte e chiaramente,
‘mpo’ in italiano e ‘mpo’ nel suo dialetto :   
“Uscite tutti in ordine e composti,
prima le femminucce e poi i maschietti;
adesso le ragazze con il velo,
bene benissimo, brave davero,
state attente co’ tutte ‘ste candele,
sinnò bruciate el velo a chi è davante,     
bene così, e mo in fila le vergini!”,
però alcuna se mosse a quell’invito.
“E mo perché nun ve mettete in fila?”
disse ‘mpo’ contrariato el vecchio prete.
“Ho detto, avanti le vergini, forza!”;
nessuna donna ancora mosse un passo,
e manco quele brave quattro moniche
che ereno presente al pio corteo;
allora el prete, sempre più nervoso,
volgendosi alle donne, sempre immobili,  
intervenne e deciso allora disse:
“Avanti tutte, come sête sête!”
e finalmente allor la processione
se snodò lentamente pel paese;
de vergine ce stava sol Maria,
e la banda intonò devotamente:
«Mira il tuo popolo, bella Signora,
o Santa Vergine, prega per me!».

                                          Mario Olimpieri

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