Viterbo CRONACA D'AMICIZIA

Deanne Elisabeth Binde

L'amico Alessandro Finzi, collaboratore di questo giornale, continua a trovare tracce del culto di santa Rosa nel mondo.

Il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo, di cui è presidente, è una onlus che svolge una funzione culturale importante nella nostra città e non tratta solo convegni.

Ricordo in particolare l’organizzazione delle esposizioni delle reliquie di santa Rosa e ultimamente degli ex voto conservati nel Monastero della Santa.

Mi sento dunque in dovere di invitarti a contribuire in favore del Centro, con il 5 per mille nella dichiarazione dei redditi, si tratta di un aiuto per la nostra Santa al fine di valorizzarne la conoscenza.

Mauro Galeotti

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Deanne e santa Rosa: una storia americana

La ricerca sulle testimonianze storiche di un culto, come quella che già da alcuni anni stiamo conducendo sulla diffusione della devozione per santa Rosa nel mondo, si basa necessariamente sulla presenza di edifici, quali chiese e conventi, oppure statue, dipinti, biografie antiche ed altri documenti, esistenza di organizzazioni ancora attive, in particolare scuole e confraternite, tutto ciò, insomma, che, almeno per periodi di tempo durevoli, ha lasciato una traccia. 

Ma dell’evento effimero, delle vicende o emozioni di un giorno, cosa rimane? Scoprire una traccia, in questo caso, appare praticamente impossibile. Eppure è successo. È successo per un fatto accaduto negli Stati Uniti. Rendiamo notizia di questo che, per quanto sia stato vissuto come un evento occasionale legato soltanto alla memoria di chi lo ha vissuto, è stato tuttavia rintracciato in modo eccezionale ed è, per questa stessa ragione, molto significativo.

Avevo scoperto, vagando per internet, che qualcuno, che si chiamava Erik Ehn, doveva aver scritto qualcosa su santa Rosa da Viterbo. Alla fine, dopo aver raggiunto diversi cortesi interlocutori, mi è stato fornito il suo indirizzo e gli ho scritto; contrariamente da come spesso avviene, mi ha subito risposto.

La sintesi dell’informazione è la seguente:

Deanne era nata il 4 settembre 1986 e la sua giovane vita era stata stroncata, nel 2008, da un incidente d’auto mentre ritornava dal College. Erik l’aveva ricordata scrivendo il testo per una semplice recita cui partecipavano i familiari ed i vicini di quelle piccole comunità che si formano spontaneamente nelle civili periferie americane che siamo abituati a conoscere dalla filmografia di quel grande Paese.

La data di nascita ha chiamato in causa l’evocazione di santa Rosa. È  rilevante che, nonostante la Chiesa abbia, per quella data, cancellato ufficialmente il nome di Rosa dall’ultime edizione     dell’elenco ufficiale dei santi, costituito dal Martirologio Romano, per lasciare il posto alla sola Rosalia da Palermo, perfino in America, per fede popolare, si riconosca ancora come valida la data della celebrazione stabilita originariamente da Papa Alessandro IV in memoria dell’evento eccezionale della traslazione che ha posto Rosa fra i grandi santi come Francesco o Ambrogio, i quali, per analoghe ragioni, sono indicati due volte nel Martirologio.    

Ed ecco come, attraverso la corrispondenza, si sono delineati i personaggi di questa storia: Deanne ed Erik.

 

Deanne:

Deanne viene descritta come una giovane ricca di vitalità, dalla risata contagiosa e piena di gioia;  era la quinta di sette fratelli fra cui un solo maschio. Il suo nome era Deanne Elisabeth Binde ed il suo nome, come quello di tutte le sue sorelle, aveva come iniziali D.E.B. che erano le prime di quello della madre che si chiamava Debbie. Questo indica una sensibilità per le simbologie familiari assai più complesso del semplice ricorrere dei nomi nel succedersi delle generazioni come è in uso fra noi. È straordinario che tutti figli ricordassero nel nome quello della la madre.

Deanne era nata e vissuta in una azienda agricola del Nord Dakota e terminati con lode gli studi superiori frequentava il Goshen College nell’Indiana dove aveva già superato il triennio di comunicazione e arti teatrali. Le notizie su di lei sono molto eterogenee e denunciano una molteplicità di interessi: amava ballare; si faceva fotografare in buffi atteggiamenti; era dj per una radio locale; faceva parte della squadra femminile di softball; era membro dell’Associazione degli studenti cattolici e frequentava la Chiesa cattolica di St. John's ; aveva partecipato ad un programma studentesco a Santo Domingo; faceva parte di una organizzazione di assistenza alimentare agli anziani; amava i cavalli; leggeva Camus; un giorno scrisse il perfetto biglietto di auguri per il Giorno della Madre….

La composizione dei biglietti di auguri sarà poi un elemento della composizione di Erik. Coi puntini di sospensione che qui abbiamo introdotto la descrizione cambia tono e l’impulso letterario di Erik comincia a lavorare, mescolando immaginazione e realtà:

La mamma sedeva sotto il portico quella mattina e vi era  brezza e luce solare – c’era Deanna lì, e parlava con lei. La Madre di Deanne spruzzò l’acqua santa sulla bara; una bottiglietta di acqua santa era stata trovata sul sedile della macchina accanto a quello di Deanne. Il fatto che Deanne lo avesse con sé disse alla madre che Deanne era con Dio, e le aveva portato la pace”.

 

Erik

Per quanto mi riguarda –dice - sono nato cattolico e sono praticante. La preghiera a Cristo inizia e termina ogni mio giorno. So di essere un peccatore e di dipendere dalla Grazia per la salvezza. Detto questo, io sono un cattolico molto imperfetto, per non dire come scrittore di testi da recitare. Ho scritto per molti anni sulle vite dei santi, angolate da tutta le diverse prospettive in cui riuscivo a  vederli. È un progetto senza fine, lo so, e spesso vacillo nel progredire… ma queste Vite hanno il potere di ispirarmi fortemente. Io esploro la fede nei miei lavori, ma molti di essi sono piuttosto poveri, tanto poveri quanto è a volte la mia fede. Il testo di Rosa, io spero che abbia portato consolazione in qualche misura alla famiglia ed alla comunità”.

Erik è un autore colto ed ammette che alcuni riferimenti del testo sono enigmatici; fra parentesi, quando pensiamo di averli capiti, ne riportiamo l’interpretazione. Tutte le lettere di Erik terminano con un augurio di pace: “Much peace”.

 

Titolo della  recita : Quando io Rosa

 

Il testo non è lungo, si tratta di una breve recita di commemorazione, ma non possiamo qui che riassumere gli aspetti più interessanti.

La scena si presenta con due figlie osservate dalle rispettive madri mentre preparano i biglietti di auguri per la festa della mamma. Deanne ha venti anni e Genevieve solo dici. Interrotta da esclamazioni di Genevieve, Deanna spiega:

Quando prepari un dono per la mamma…..e specialmente un biglietto…..rendilo personale….non è necessario che sia fantasioso o perfetto, lei sa che tu non sei nessuna delle due cose, ma deve essere una semplice dimostrazione del tuo affetto o un simbolo della tua relazione con lei….La prima cosa per fare un biglietto perfetto è raccogliere i materiali.

 

Genevievecanta:

Molti anni fa

Nel Goshen College

S. Rosa da Viterbo

In maggio una rosa

Un schianto nell’oscurità

Deanne Elizabeth Binde

Con: S. Rosa da Viterbo

Il cuore è una rosa una rosa una rosa

 

[Lo schianto nell’oscurità è un chiaro riferimento all’incidente e l’ultimo verso è una famosa citazione da un poema di Gertrude Stein, sul cui significato si discute, per quanto la stessa Stein indichi che una frase, semplicemente ripetendo il nome di una cosa, evoca le immagini e le emozioni ad esso associate. Nel caso specifico la frase è probabilmente collegata con un successive ampliamento dove l’inglese ha un termine unico per i due sessi: Un santo è un santo,è un santo,è un santo di Rosina Hernandez-Eller. Notiamo che vi sono due ripetizioni relative al nome della santa e quattro relative al fiore ed è chiara l’intenzione evocativa conforme all’indicazione della Stein]

 

Mamma di Genevieve

Genevieve compone il perfetto biglietto per il giorno della Mamma descrivendo come Deanne, morendo nell’incidente, entra in unione con la madre per intercessione di santa Rosa.

 

Genevieve

Poteri miracolosi fin dai suoi primi anni

Vivi fino alle lacrime.

 

[Il primo verso si riferisce ai precocissimi poteri taumaturgici di santa Rosa ed al miracolo della  resurrezione della zia che viene riferito in seguito. Il secondo verso è un riferimento a un famoso passo di Albert Camus, autore citato appunto fra gli interessi di Deanne].

 

Deanne

Carta da disegno, forbici e matite colorate. Puoi usare differenti materiali.

 

Genevieve

A tre anni Rosa riportò in vita la zia materna.

Sette figli, sei femmine e un maschio.

(Ballando).

 

Mamma di Genevieve

Credo che tu stia mescolando le storie: quella di Deanne e quella di santa Rosa.

 

Nelle scene successivo si descrive l’importanza dei biglietti personalizzati e di come si fanno, con divagazioni vari e Genevieve che canta con parole enigmatiche e allusive. Quando la scena termina è ancora Genevieve che parla:

 

Genevieve

Santa Rosa da Viterbo, patrona del compleanno di Deanna, mostra Deanna alla madre nel disegno di un cuore, nel ritaglio di un cuore.

 

Vi sono poi scene in cui ancora emerge il tema della preparazione dei biglietti, le sofferenze della madre nel generare la vita e nel sopportare la morte, un piccola macchina costruita per andare in pezzi simulando uno scontro e Deanne che ne emerge, paragonata ad un vetro dipinto, immagine trasparente. Si cantano versetti dal Vecchi Testamento e frasi costruite su quel modello.

 

La penultima scena è intitolata: “Quando io, Rosa”

 

Mamma di Genevieve

Le aquile di san Giovanni sono legate ai piedi di Deanne nella prima settimana dopo la sua morte:

            (Deanne vola vicino alla Madre)

Mamma è prima mattina, vi è brezza e luce solare  Deanne parla.

(La Madre avverte la presenza di Deanne, la vede con gli occhi dello spirito) 

 

Deanne

Adesso devi decorare! Hai quasi finito

(Deanne cerca di confortare la Madre)

Questo è forse il momento più impegnativo. È il momento in cui finalmente completi il tuo progetto. Comincia a decorare. Libera l’artista che è dentro di te!

 

La scena termina:

 

Genevieve

       (lasciando il suo biglietto)

Ho finito, lo puoi  impostare per me?

 

Mamma di Genevieve

      (Tranquillizza la figlia con una storia e si allontanano tenendosi per mano)

Rosa rimase indenne per tre ore fra le fiamme, convertendo anche l’eretica.

Il suo corpo incorrotto fu portato in processione.

 

L’ultima scena è intitolata: “Invialo” e si riferisce al biglietto, ma anche alla Messa (missa est = è stata inviata)

 

Deanne

Ultima fase, finire il lavoro.

 

Mamma di Deanne

Per finire il progetto cura gli ultimi dettagli.

 

Deanne

Scrivi il tuo nome e la data così la Mamma, guardandolo, potrà ricordare in futuro.

(Escono le ragazze presenti)

Fai asciugare, mettilo in una busta, scrivi l’indirizzo e spediscilo o mettilo sul suo cuscino prima che vada a letto. Fai anche qualche lavoretto in casa. Anche un abbraccio o un’espressione affettuosa completeranno il giorno della Mamma!

(È formato un altare: un’urna per santa Rosa da Viterbo)

 

FINE

 

Notiamo che in questo contesto così diverso dal nostro e caratteristico della provincia americana nutrita di buoni sentimenti e di ancor vivi valori familiari e sociali di vicinato, dove biglietti di auguri non si comprano, ma si fanno con grande impegno di creatività personale e dove si commemora con una recita, in ambito ristretto, una morte prematura, cosa compare di totalmente estraneo, culturalmente lontano e tuttavia di sommamente prossimo, protettivo e accogliente?

Santa Rosa da Viterbo con la sua universale, caritatevole, consolante presenza.

 Alessandro Finzi
Centro Studi Santa Rosa da Viterbo, onlus

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