Viterbo CRONACA

Gli occhi della Questura sono  puntati  anche sui campionati di calcio giovanili e dilettantistici. Non sono passati inosservati,  infatti,  i recenti comportamenti violenti nell’ambito degli incontri sportivi, di due giocatori, un guardialinee ed un genitore  che dovranno restare fuori dai campi di calcio per molto tempo.

I fatti hanno riguardato due distinti episodi.  A febbraio, durante un incontro di calcio valevole per la categoria Allievi,  avveniva un’animata discussione  tra un giocatore ed un segnalinee.

L’alterco veniva notato  dal padre del calciatore che  scavalcava la recinzione,  entrando nel rettangolo di gioco,  arrivando quasi a contatto con l’arbitro, cosa che non avveniva grazie all’intervento di alcuni giocatori. Il direttore di gara decideva quindi di sospendere la partita.

Dopo un breve attività istruttoria della Digos, la Divisione Anticrimine della Questura ha disposto, con provvedimento del Questore, i  DASPO e pertanto   il segnalinee ed il genitore non potranno accedere agli impianti sportivi per anni due,  mentre il calciatore per un anno. 

Il secondo episodio è avvenuto al termine di una partita valevole per il campionato nazionale dilettanti di  3^ categoria, quando un giocatore, espulso dal rettangolo di gioco, al termine dell’incontro di calcio,  aggrediva alle spalle il direttore di gara e solo grazie all’intervento dei Carabinieri si riusciva ad evitare che la situazione degenerasse. Il calciatore, in questo caso, sottoposto a DASPO, dovrà restare fuori ai rettangoli di gioco per 3 anni.

La particolare   determinazione da parte della Questura di Viterbo  nell’applicazione dei DASPO è stata necessaria anche perché in entrambi gli incresciosi episodi   sono stati coinvolti  soggetti tesserati delle società sportive,  i quali dovrebbero garantire  un comportamento tale  da poter essere preso d’esempio  dai tifosi  e trasformato in  sano e pacifico sostegno per la  propria squadra.

Il regolare svolgimento delle manifestazione sportive rappresenta l’obiettivo primario della Polizia di Stato, nell’ottica della diffusione della cultura di partecipazione ad eventi sportivi secondo i principi cardine del  “rispetto dell’avversario” e della “non –violenza”.