Viterbo NOTARELLA
Andrea Stefano Marini Balestra

Dagli anni 90 in Italia la magistratura, autonominatasi supplente di mancate riforme spettanti al Parlamento e di rinnovo leggi nelle nuove realtà (vi ricordate i Pretori d’assalto e la tesi: “la funzione supplente” dei giudici!) fece un salto di qualità perché si pose come ago della bilancia politica utilizzando il suo smisurato potere per modificare assetti consolidati mediante gli arresti di solo taluni e di sordità voler intervenire in altri casi.

Sembrava questo fenomeno cessato, però, a ben vedere, quanto sta accadendo qui da noi, sembra che di fronte alla palude politica nazionale, ci sia un risveglio di una “funzione supplente” della magistratura. Sarà un caso, ma certe notizie che vengono dal mondo giudiziario fanno apparire ad orologeria alcune indagini ed alcuni plateali arresti ed iscrizioni nel “registro degli indagati”, cosi come già visto nei primi anni 90 dove, ricorderete, si fece di una classe politica e favorendone l’ascesa di un’altra, baricentramente non toccata da inchieste.

Venne poi Berlusconi e nessuno come lui fu tolto di sella sotto i colpi delle Procure, che perseguirono il loro fine persecutorio fino alla fine, però chiudendo gli occhi sulle altrui malefatte. Le Procure hanno indagato sotto le lenzuola del Cavaliere, ma non sono mai entrate in banca per verificare se i risparmi dei cittadini fossero tutelati o se alcuni istituti bancari lavoravano al servizio dei partiti.

         Ebbene, visto il successo di questo modo di far politica, in Francia ci stanno copiando. L’Italia quindi non esporta solo spaghetti, fettuccine e vino, ma anche modo di far politica.

         Negli ultimi giorni, le Procure transalpine hanno dimostrato un attivismo mai visto in precedenza nei confronti dei candidati alla Presidenza della Repubblica.

         Hanno nel tempo indagato dapprima la Le Pen, poi Fillon e Macron, tutti candidati del Centro-destra, addebitando loro fatti passati per i quali ben si sarebbe potuto indagare prima delle candidature.

         Farlo adesso appare, in perfetta esportazione del modo di operare già collaudato da noi, la dimostrazione che far politica per via giudiziaria conviene per demolire consensi ed addirittura ribaldare i risultati ad elezioni fatte senza tante spese ed impegno.

         Il dubbio dei cittadini viene spontaneo: le magistrature sono veramente indipendenti? Lavorano sempre veramente per scoprire reati o si ricordano farlo in occasione dell’avvicinarsi delle scadenze elettorali?

         Sia in un caso che in un altro, cioè indagare qualcuno per azzopparlo politicamente durante una sua candidatura, o non farlo per timore di danneggiarlo è certamente un comportamento non democratico, certamente dittatoriale.

Meditate gente, meditate.

In passato, in Italia, tanto per fare un esempio, venne pure istituito un Tribunale speciale (Tribunale speciale per la difesa dello Stato- Legge 2008 del 25.11.26) proprio per eliminare dissidenti, quindi far politica!

Andrea Stefano Marini Balestra

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