Viterbo CRONACA OMAGGIO
Viterbo il 25 aprile ha reso omaggio ed onorato i sessantanove anni dalla Liberazione,  festa nazionale, che coincide con l'anniversario della liberazione del paese, ossia la fine dell'occupazione nazista e del regime fascista in Italia. 
La data è stata scelta come convenzione nel 1949, visto che fu il giorno in cui alcune tra le principali città italiane, come Torino e Milano, furono liberate.

La giornata rappresenta anche il passaggio che il nostro paese ha fatto dalla dittatura alla democrazia:  il primo passo verso la Repubblica costituzionale che oggi conosciamo. La Resistenza Italiana (iniziata per convenzione storica l'8 settembre 1943) con l'aiuto degli alleati riuscì a porre fine alla dittatura nel nostro paese e molti uomini e donne persero la vita proprio per la democrazia.

Una cerimonia sobria e composta, iniziata alle 9.30 presso la caserma della Scuola Allievi Sottufficiali di Viterbo, con la deposizione di una corona alla lapide del capitano Braccini, alla presenza del sindaco Leonardo Michelini e tra le autorità militari intervenute, il generale Stella, vice comandante della SAS.

Dopo l’omaggio con la deposizione di una corona dinanzi la lapide che ricorda il brigadiere della finanza Mariano Buratti, Medaglia d'Oro al Valor Militare, in servizio presso la compagnia di Viterbo e fucilato a Forte Bravetta nel 1944, ha ripreso la sfilata il corteo di autorità e cittadini per raggiungere Piazza dei Caduti, in cui dinanzi alla Chiesa di santa Maria della Peste, dedicata ai Caduti, il suono de "Il Piave mormorava", ha unito tutti i cuori in un solo grido silenzioso: "Mai più crimini contro l'umanità!".

"Il compimento di un percorso di unità nazionale inaugurato nel 1861, simbolo della nostra storia - ha esordito il sindaco Leonardo Michelini – è l'inizio di una nuova era che da allora fino ad oggi s’ispirerà sempre ai valori del lavoro, della famiglia, della salvaguardia della libertà personale e della difesa del territorio. Un ponte che congiunge passato e presente, gettando le basi per un futuro che fa della consapevolezza un dato caratterizzante".

Per il presidente della Provincia di Viterbo, Marcello Meroi "Tanti Italiani hanno contribuito anche con la vita a creare e realizzare la libertà! Non un messaggio di mera celebrazione ai giovani, ma il loro riconoscersi nei valori comuni, nella partecipazione civile, ma con una maggiore attenzione oggi ed i restanti 364 giorni dell'anno".

Il rappresentante dell'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Giuliano Calisti, parlando degli ideali di amore per l'Italia e lealtà verso i propri compagni di questi uomini orrendamente torturati, ha ricordato due dei tredici martiri viterbesi trucidati alle Fosse Ardeatine. Il medico militare Manlio Gelsomini, rinchiuso nella cella numero 5 di via Tasso  dopo una spiata, ed Angelo Galafati di Civitella d'Agliano, operaio comunista, arrestato perché nascondeva in casa sei prigionieri alleati, è stato uno degli ultimi ad essere ritrovato nel mucchio delle Fosse Ardeatine.

Tra le autorità presenti il vice prefetto vicario della Prefettura di Viterbo, Francesco Tarricone; il comandante dei Carabinieri di Viterbo Gianluca Dell'Agnello; il colonnello Alfonso Amaturo, comandante la Guardia di Finanza di Viterbo; il direttore della Casa Circondariale, Teresa Mascolo; il comandante della Polizia Locale di Viterbo, Franco Fainelli; il consigliere regionale del Lazio, Enrico Panunzi ed il deputato Alessandro Mazzoli.

Per l'Amministrazione comunale erano presenti: l'assessore alla Cultura Antonio Delli Iaconi; l'assessore all'Urbanistica Alvaro Ricci; la consigliera Daniela Bizzarri; la consigliera Maria Rita De Alexandris; i consiglieri Paolo Moricoli e Christian Scorsi.

Le varie fasi della cerimonia sono state curate dal tenente colonnello Alessandro De Vergori, della Scuola Allievi Sottufficiali di Viterbo.


Laura Ciulli

 

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