Montefiascone L'OPINIONE
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Senatores boni viri, senatus mala bestia? Chi fu a tramandarci questa sentenza così lapidaria? Cicerone? Non sono sicuro. Lasciamo, perciò, perdere il suo autore.

Anche perché il contesto in cui intendo usarlo ha poco a che vedere con riferimenti storici o contesti scritturistici autentici, di questa o di quell’opera, di questo o di quell’autore.

Quel che importa è che la frase o detto latini, trasportati per intero nelle odierne stanze del potere, certi senatores assumono le stesse sembianze del senatus, tanto che per il noto principio della proprietà commutativa delle addizioni, mutando l’ordine dei fattori il risultato non cambia: due più tre fa cinque, così come tre più due fa cinque.

Ci fu un tempo in cui porcelline ed olgettine venivano usate e pagate di tasca propria. Oggi invece, finocchietti ed ortaggi vari vengono usati per le feste e giochetti del Palazzo con i soldi dei contribuenti. Il che non va per niente bene ed esiste più di un motivo per considerare questi fatti del tutto anomali, oltre che innaturali.

Il principe italiano della risata, in arte Totò, ebbe a dire al riguardo, durante un’intervista con l’indimenticabile Oriana Fallaci: de gustibus, non ad libitum sputazzellam. E aggiunse, però, per meglio precisare il suo pensiero, poco dopo che l’Oriana gli aveva chiesto perché avesse intenzione di dare il sostentamento a 220 cani: “Un cane vale più di un cristiano. Lei lo picchia e lui le è affezionato lo stesso. Lei non gli dà mangiare e lui le vuole bene lo stesso, lei lo abbandona e lui le resta fedele lo stesso. Il cane è un Signore. Tutto il contrario del genere umano. Io mangio più volentieri con un cane che con un uomo”.

I soliti paradossi di Totò? Difficile dire se qualche volta o in certi casi, però, questi paradossi siano in apparente contraddizione con la realtà. Almeno gli animali rispettano la natura. E soprattutto, pur agendo con vincolo di mandato, non si lasciano corrompere, neppure dalle parti anatomicamente meno nobili dell’essere umano.

Ma, si sa, la cul(tura) spesso non ha età e soprattutto, per alcuni, non ha prezzo. A meno che come ha ipotizzato Salvatore Sfrecola su “La Verità”, non intervenga la Corte dei Conti. Io, senza, mezze misure, né peli sulla lingua, preferirei la Corte Marziale, con tutti gli annessi e connessi. Ma per adesso preferisco fermarmi al noto proverbio, secondo il quale più conosco gli uomini e più amo le bestie.

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