Vasanello CRONACA

In un comunicato, pubblicato su facebook, l’amministrazione comunale di Vasanello invita tutti a promuovere iniziative che favoriscano  il “libero e pacifico confronto politico”.

Bene. Fa riferimento ai gravi fatti accaduti in questi giorni a Vignanello e Vallerano e auspica che non avvengano più. Già meno bene, perché l’auspicio è un po’ poco per chi ha responsabilità amministrative.

Poi esorta i colleghi dei due paesi a porre rimedio ai loro problemi. Male, anzi malissimo perché quegli stessi problemi riguardano anche noi; forse è appena il caso di ricordare che nel 2015, in uno di quegli episodi, è stato coinvolto un ragazzo di Vasanello e che altri sono avvenuti nel nostro paese, magari di minore entità, ma con una frequenza e una ripetitività che dovrebbe far riflettere e prendere provvedimenti. E invece non c’è mai stata, da parte dell’Amministrazione, neanche una  condanna di questi episodi, il più delle volte si è fatto finta di nulla; e il silenzio, in questi casi, la tolleranza ambigua, rischia di essere peggior complice di qualsiasi presa di posizione. Come è il caso delle scritte apparse sui muri che riportano come firma la croce uncinata nazista.

 

Ora, il libero e pacifico confronto politico è possibile se rimane nel recinto democratico, altrimenti non lo è . Chi non intende questo semplice, elementare principio di civiltà, oltre che di buon senso, non può auspicare la pacificazione e il rispetto dell’avversario politico perché o sta confondendo i piani o sta mistificando la realtà. E c’è da sperare che lo faccia in buona fede per non dovergli attribuire oltre il dolo anche la colpa. La vicenda delle scritte murali sta particolarmente a cuore a noi della Poderosa che più di un anno fa, in occasione della ignobile scritta apparsa in via 25 Aprile, già segnalavamo il problema e scrivevamo che “la superficialità con cui vengono accolti episodi di questo genere è una delle cause del malcostume … perché chi deve controllare non controlla oppure fa finta di niente”.

 

Di questo ci piacerebbe discutere. Stigmatizzare con parole chiare e inequivocabili i simboli nazi-fascisti dovrebbe essere impegno naturale per i rappresentanti istituzionali della Repubblica, antifascista per Costituzione; coprirle con tempestività e immediatezza, e non come quella apparsa sui muri dell’acquedotto comunale che non è stata degnata di alcun interesse nonostante la nostra segnalazione agli uffici del comune, con mail certificata, il 4 e il 14 febbraio, e che ancora attende la “sabbiatrice”, semmai arriverà, dovrebbe essere il minimo sindacale per riportare le condizioni di un dialogo che sia civile e partecipato. Poco tempo fa la Germania non ha riconosciuto un encomio ai poliziotti italiani, che avevano ucciso il terrorista islamico Amri, perché sui loro profili social erano presenti immagini che facevano apologia del fascismo.

 

I simboli perciò sono importanti, perché definiscono chi li usa; e lo sono ancora di più i gesti, le prese di posizione nette, chiare e riconoscibili. Solo questo conta, e può fare la differenza, il resto sono chiacchiere che rischiano di lasciare il tempo che trovano. Poi è vero, anche a Vallerano è successo qualcosa. Però al momento, stando alle indagini, non sembra essersi trattato di una bomba, gli inquirenti tendono ad escluderlo, e soprattutto non c’è stata alcuna rivendicazione.

 

Se, come risulta dal comunicato i nostri amministratori hanno delle informazioni in merito, tipo le “neo brigate rosse”, non hanno che da denunciarlo alla magistratura che provvederà ad assicurare i colpevoli alla giustizia. In situazioni di questo tipo è sempre meglio, come dicevamo, fare chiarezza, altrimenti si rischia di fare di tutta l’erba un fascio. E non è una battuta!

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