Viterbo L'OPINIONE E LA RISPOSTA A DARIO

Il giornalista Giuseppe Bracchi

Gentilissimo sig. Dario, innanzitutto sono felice che i miei due lettori siano diventati tre. Tuttavia, la domanda che fa da titolo e da introduzione al suo intervento, mi appare fuorviante ed assai retorica, considerando che la risposta è implicita nell'intervento stesso. Al punto che sembra perfino inutile distinguere i contenuti dal tono col quale i contenuti medesimi sono espressi.

Mi è parso di capire dal suo articolo e dalla citazione del vaticanista Andrea Tornielli (peraltro uno dei fedelissimi di Bergoglio) che Lei, pur davanti a certi atteggiamenti ecumenici a dir poco discutibili di Bergoglio, dorme sonni tranquilli.

Proprio come l'abbraccio a Lutero, l'eretico che in quanto a cattiveria, divisione e violenza verbale ne aveva da vendere. Posso suggerirle al riguardo qualche mio precedente articolo proprio sulla visita di Bergoglio a Lung, per un confronto ancora più completo e dettagliato.

Per non parlare poi della grave crisi e delle divisioni che Amoris Laetitia sta provocando all'interno della cristianità e della Chiesa (dalla tattica del salame tanto cara al dittatore comunista ungherese Matyas Rakosi, oggi usata da Bergoglio per eliminare fetta dopo fetta i suoi nemici interni, specie nel Sinodo, come il card. Burke), ai dubia dei cinque cardinali di fronte ai quali il Bergoglio preferisce ambigui silenzi su uno dei pilastri fondamentali della morale, dell'etica e del diritto naturale cristiani, ovvero l'indissolubilità del matrimonio, sul quale Gesù Cristo, provocato dai farisei, disse al riguardo parole fin troppo nette ed abbastanza chiare.

Oppure, vogliano tirare in ballo anche l'onestà di Gesù Cristo o peggio la sua cattiveria, la voglia di fomentare divisioni, i suoi pregiudizi o i suoi preconcetti? Certi vaticanisti dovrebbero, a mio avviso, conoscere un po' meglio quel cattolicesimo sul quale spesso sproloquiano o parlano a vanvera.

Per non parlare della polemica aperta fra il Vescovo di Philadelphia, mons Chapuit (Vescovo che ha ritardato l'applicazione di Amoris Laetitia proprio per un confronto più franco all'interno della Diocesi) ed il Presidente della Conferenza Episcopale americana mons. Farrel, che a quanto pare ha troppo fretta di... “obbedire” e di mettersi in mostra in modo compiacente.

Oppure, del delirio di onnipotenza di cui soffre mons. Pinto, decano della Rota Romana, sempre pronto a pontificare contro tutti coloro che non sono in sintonia col Bergoglio pensiero.

Mi piace, altresì, timidamente suggerire al sig Dario, un articolo assai profondo, sia dal punto di vista dottrinale che storico, del prof. Claudio Pierantoni (www.chiesa.espressonline.it), Docente di Storia della Chiesa e di Patrologia cristiana, presso l'Università Cattolica di Santiago del Cile, nel quale paragona addirittura la divisione provocata nella Chiesa da Amoris Laetitia, alla grave crisi ariana nel 360 d.C., che suggerì all'Imperatore Costantino la convocazione di un Concilio Ecumenico.

E la divinità di Cristo e la sua consustanzialità col Padre non erano certo quisquilie o pinzillacchere. Così come oggi non sono inezie l'indissolubilità del matrimonio e la realtà sacramentale e dogmatica che ne è alla base.

Sono i fatti che mi interessano e su questi esprimo il mio pensiero. Le tesi preconcette, i pregiudizi o i pranzi di Babette c'entrano come il cavolo a merenda. Certo è che mi riesce difficile spesso e volentieri capire il motivo per il quale chi non è in sintonia col pensiero dominante o con quello delle sedicenti maggioranze, è brutto, sporco e cattivo.

Ce n'è di carne al fuoco, a mio avviso, per non dormire sonni tranquilli ed il brano di Tornielli può rivelarsi alla fine un boomerang.

Soprattutto perché credo che il Cristianesimo, a parere di chi scrive (e non solo), al di là dei toni, non è una religione per spiriti soddisfatti. Tutt'altro. Al riguardo, lo scrittore francese Leon Bloy, nella sua “Esegesi dei Luoghi comuni”, ne disse di cotte e di crude proprio contro gli spiriti soddisfatti del suo tempo. Che se poi non fosse sufficiente, spesso mi piace anche rileggere la parabola evangelica delle Vergini stolte e di quelle savie.

Saluto cordialmente.

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