Viterbo L'OPINIONE La famiglia è vista come una istituzione chiamata a dare una certa regola (sic!!) di vita. Ecccchevvordì?
Giuseppe Bracchi

 

Giuseppe Bracchi

Sulla esortazione apostolica di marca peronista Familiaris divortio.. oh pardon- errata corridge: Amoris Laetitia, è stato scritto di tutto di più. Da parte mia dirò soltanto alcune cosette, che già mi appaiono singolarmente istruttive sulle origini e sulle finalità del Bergoglio pensiero.

Sul rapporto verità libertà, per esempio, laddove nella Esortazione si insiste sulla libera interpretazione di alcune questioni dottrinali, perché esistono diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina e le relative conseguenze.

Bergoglio strizza  sempre di più l'occhio al mondo protestante. Una domanda tuttavia sorge spontanea: i Dieci Comandamenti, sono dottrina o disciplina? Anche per le tavole della Legge esiste un diverso modo di interpretare il Diritto naturale?

La solita ignoranza bergogliana: privilegiando il fine procreativo il matrimonio è diventato meno desiderabile. Bergoglio dixit, dimenticando tuttavia che il matrimonio non ha più né fini primari né fini secondari, anche se la sua ordinazione naturale resta aperta alla procreazione e alla educazione della prole, entrambi messi sullo stesso piano ed aventi il medesimo valore, così come il bonum coniugum o bene dei coniugi.

La famiglia è vista come una istituzione chiamata a dare una certa regola (sic!!) di vita. Ecccchevvordì? Avrebbe subito replicato l'Enrico Montesano dei tempi migliori. Innanzitutto più che di regola si dovrebbe parlare di norme, dalle quali scaturiscono diritti, doveri ed obblighi per i due nubendi. Il matrimonio tanto per il diritto civile che per il diritto canonico è un Istituto, non soltanto una regola di vita, perché dal libero consenso degli sposi nascono effetti giuridici con ben delineate conseguenze rispetto alla comunità ed allo stato. C'è però una particolarità per il matrimonio cristiano, quella di essere il matrimonio stesso elevato da Nostro Signore alla dignità di sacramento. Peccato che nelle parole di Bergoglio questa particolarità non si noti affatto.

In un andirivieni di detti, subito dopo contraddetti, il Bergoglio pensiero relega sempre di più il peccato, nel segno della “sola fede” di protestantica memoria, nel limbo delle parole dimenticate, in modo particolare parlando dell'utero in affitto come di una violazione della libertà della donna. Sembra di assistere ad una sorta di vintage sessantottesco. Manca solo la replica del nefasto slogan “l'utero è mio e lo gestisco io”.

Sul solito terzomondismo d'accatto poi si potrebbe pure sorvolare, se il Bergoglio pensiero non si macchiasse a parer mio di una sorta di “razzismo religioso”. Secondo il Nostro peronista, infatti, accostando con farebbe un qualunque avvocato Azzeccagarbugli la famiglia all'emigrazione, dopo aver sollecitato l'Europa a favorire l'ingresso ai profughi, lo stesso peronista avrebbe poi invitato la Comunità internazionale a far si che i cristiani possano rimanere invece nelle loro terre d'origine. Certo almeno potranno farsi ammazzare liberamente... sola fede.

E tutto questo perché per amare gli altri dobbiamo amare noi stessi... così come per perdonare gli altri dobbiamo perdonare noi stessi. Poi Bergoglio si ricorda anche di Dio, laddove afferma che, come un qualunque biscazziere o ristoratore, offre sempre una nuova opportunità. Quante? Be', almeno qui il peronista si fa più prudente. Mi viene in mente quella frase: “Dio non chiede tanto”, analizzata e sviscerata sul tavolo anatomico da Leon Bloy nella sua “Esegesi dei Luoghi comuni”, risultando alla fine dell'analisi che quel “tanto” aggettivo indefinito, restava per l'appunto nell'indefinito soggettivo, così che alla fine Dio finiva per non chiedere più nulla a nessuno. Mica come quel folle di Gesù Cristo che all'adultera osò dire: va e non  peccare più!!

Dulcis in fundo sed in cauda venenum, in uno slancio erotico d'altri tempi, ecco che l'esortazione arriva perfino a parlare di “amore appassionato”. Cosa sarebbe un elogio del tango o un' introduzione al Kamasutra? “Bisogna avere la libertà per accettare che il piacere trovi altre forme di espressione nei diversi momenti della vita, secondo le necessità”. Per i meno avveduti o smaliziati, si consiglia la visita della Pompei proibita, ammesso che non vi crolli addosso qualche muro, oppure  un libro di Alberoni. Insomma, per farla breve, sempre e comunque, nei secoli dei secoli: coito, ergo sum!

Sono arrivato alla fine di questo viaggio deprimente. Che dire? Solo che il povero Bergoglio oltre a detestare gli intellettuali, detesta anche la grammatica, la sintassi, la logica ed il buon senso. Non saranno questi i primi passi, per arrivare alla fine a togliere anche Dio dal vocabolario del Cristianesimo?

Giuseppe Bracchi - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 
 

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