Viterbo LA PENSO COSI' Se "opere" come queste vengono giudicate dal sistema dell'arte come capolavori ed i loro autori come maestri e artisti di livello mondiale, mi viene da pensare che forse c'è qualcosa che non va
Alfonso Talotta

 

Crocifisso immerso nell'urina, autore Andres Serrano

Quando una foto avente per soggetto un crocifisso immerso nell'urina (autore Andres Serrano) vince un premio di 15.000 dollari, un pupazzetto con le sembianze di Hitler in ginocchio con le mani giunte (autore Maurizio Cattelan) viene battuto all'asta per 17.000.000 di dollari, uno squalo sezionato in tre teche contenenti formaldeide per impedire che vada in putrefazione (autore Damien Hirst) viene quotato milioni di dollari, le foto con gli amplessi di Ilona Staller (Cicciolina) con Jeff Koons autore e in quel periodo marito della spogliarellista, anche queste con quotazioni da capogiro, vengono giudicate dal sistema dell'arte come capolavori ed i loro autori come maestri e artisti di livello mondiale, mi viene da pensare che forse c'è qualcosa che non va.

 

Una volta si diceva che l'arte tendeva a Dio, o, comunque, a qualcosa di spirituale, di alto, di elevato, mi sembra che da diversi anni, ormai, non è che si è toccato il fondo, ma si sta scavando ancora più giù, più in basso e la risalita diventa sempre più difficile, più improbabile.

Si è persa la direzione verso il buon gusto, verso l'educazione, verso la sensibilità, bisogna, invece, scandalizzare, provocare, irritare ad ogni costo, come succede, del resto, in questa società sempre più urlata, maleducata, materialista, superficiale, praticamente malata.

In politica qualche anno fa c'era uno slogan che diceva di votare "il nuovo che avanza" e adesso stiamo vedendo gli effetti di questo nuovo anche perché non è detto che il nuovo sia il meglio, forse sarebbe più sensato cercare, appunto, il meglio e, del resto, in arte, mi sembra che ormai da troppo tempo si possa parlare di "tradizione del nuovo", pieno di epigonismi, sterilità e mancanza assoluta di qualità che, infatti, non viene più richiesta da nessuno, o quasi.

Porti tre o quattro foto digitali o un video e subito si organizzano mostre, eventi e si grida al genio di turno. La strada indicata, ormai da più di un secolo, da Marcel Duchamp è piena di personaggi che si aggrappano come parassiti al pensiero dell'artista francese senza averne, però, la capacità innovativa e lo spessore mentale.

È una strada più breve, più veloce e quello che è più deprimente e`che questi individui vengono supportati, appoggiati e valorizzati dal drogato e inquinato mondo dell'arte.

È proprio vero, come diceva Leo Longanesi, che l'arte è un appello al quale rispondono in tanti senza essere stati chiamati.

Alfonso Talotta

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