Viterbo L'OPINIONE Dopo tre anni Assisi mi ha fatto tornare bambino per un giorno
Giuseppe Bracchi
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Assisi

E' stato triste e doloroso ritornare ad Assisi dopo circa tre anni di assenza. Lasciata la macchina al parcheggio, distante appena un chilometro dalle Basiliche inferiore e superiore, si entra ad Assisi accompagnati dalla scritta sottostante al solito Benvenuti, ovvero: città della pace.

Ed è proprio all'accesso antistante alla piazza che divide il visitatore dall'ingresso alla Basilica inferiore, che ti accoglie uno sbarramento meccanico ed umano pronto a perquisirti e a perquisire ogni cosa, ogni oggetto che susciti sospetto. E allora tutto intorno a te, perfino le pietre, sembrano assumere un aspetto del tutto straniero, del tutto avulso dalla pace. Anzi.

Esercito, con i mitra spianati, polizia e carabinieri, spesso coadiuvati dal Corpo Forestale dello Stato e dalla Guardia di Finanza, sono all'opera fin dalla ridente e popolosa frazione di Santa Maria degli Angeli, dove trovi lo stesso sbarramento umano e meccanico sul piazzale antistante alla Basilica, quella Basilica al cui interno la piccola Porziuncola ci ricorda il luogo dove Francesco compose il Cantico di Frate Sole e in cui si compì il beato transito dell'umile fraticello.

Tutto, fuorché pace? Sulle prime scorrono tremende le immagini, a memoria d'uomo, degli attentati di Parigi e Bruxelles. Vittime innocenti la cui unica colpa è stata quella di trovarsi al posto giusto nel momento sbagliato. Allora cresce e monta in te una terribile rabbia unita ad ansia e consapevolezza che davanti a te o mischiati tra la folla potrebbero comparire i sicari di Dio, di quel Dio grande in nome del quale seminano lutto e morte.

Ma poi superato quell'istante che odora di guerra, l'ingresso nella Basilica inferiore, già accarezza il tuo spirito come per volere di Qualcuno incaricato di guidare i tuoi passi sulla via della carità, della preghiera e dell'amore. Canti e salmodie, odore di incenso e interi secoli di spiritualità francescana, patrimonio universale dell'umanità, ti lasciano incantati come un bimbo, perché solo tornando ad essere bambini saremo sicuri di entrare nel Regno dei cieli.

Dopo tre anni Assisi mi ha fatto tornare bambino per un giorno. Ho ammirato le Vite di Francesco del Giotto, tornate al loro splendore dopo il terribile terremoto. Ho rivisto il Monastero di Santa Chiara, dove riposa quella fanciulla, Chiara per l'appunto, che i suoi nobili parenti, a cominciare dal Conte Monaldo avrebbero voluto lontano dai consigli evangelici e molto più vicino, invece, alle lusinghe del mondo e della ricchezza. Chiara, che per volere di Cristo, fermò i saraceni col la sola forza dell'Ostia consacrata.

Ecco tutto questo è stato e resta per me Assisi, città della pace, dove sono ritornato dopo tre anni. E siccome le porte dell'inferno non prevarranno, sono certo che non solo gli sbarramenti umani, ma anche quelli spirituali di Francesco e Chiara, unitamente alle preghiere di migliaia e migliaia di devoti pellegrini, serviranno a smascherare e a tenere lontani dagli innocenti, seguaci ed adoratori di un dio falso e bugiardo.

 Giuseppe Bracchi

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