Viterbo L'OPINIONE L'antropologa Ida Magli, aveva capito e cercava di far capire, soprattutto all'Europa l'inutilità dell'Europa stessa
Giuseppe Bracchi

 

Ida Magli

Se n'è andato Umberto Eco, l'eminente semiologo del Pendolo di Foucault. Se n'è andato laicamente, come laicamente era vissuto.

Nel frattempo un'altra morte è passata però sotto silenzio, quella della novantenne antropologa Ida Magli. Due vite parallele, allo stesso modo di due rette la cui vita ed il cui pensiero mai si sarebbero potute incontrare, neppure adesso che al di la dello spazio e del tempo ciascuno è al proprio posto.

Ne Il nome della rosa, il romanzo più celebre e più conosciuto di Umberto Eco, dal quale il regista francese, Jean Jacques Annaud, ha tratto l'omonimo film, il cattedratico ha sbeffeggiato ed irriso tutto e tutti in nome di una sua verità, (a questo punto anch'essa da sbeffeggiare), ovvero che nessuna verità esiste ma tutto è nulla. A braccetto con Pirandello anche Eco ha letto la realtà come un prisma dalle molte facce: uno nessuno, centomila.

Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus”. Alla base del romanzo di Eco, Il nome della rosa, sta il pensiero debole dello strutturalismo francese, secondo il quale ciascuna parola non è che un nudo nome, come Dio, un puro nulla: Gott ist ein lautes Nichts, così si legge un una delle ultime pagine del romanzo.

Un romanzo, peraltro difficile da digerire, come ha ricordato di recente il critico letterario prof. Guido Sommavilla.

In Germania, all'uscita della versione tedesca venne fatta un'inchiesta tra i lettori: il 60% non era riuscito a terminare la lettura ed il restante 40% non era neppure riuscito a capire cosa volesse dire. Beh.. in fondo forse era proprio questa l'intenzione del Nostro, non far capire nulla, visto e considerato che della realtà aveva la concezione di un caos primordiale in cui nulla è dato di capire.

Sarà ricordato come lo scrittore, il cattedratico il semiologo che ha fatto ridere la verità, ha detto una degli intellettuali organici meno in vista, ma istituzionalmente rappresentativa di questa italietta sgangherata, vale a dire il Presidente della Camera, Laura Boldrini. Ma è proprio questo è il punctum dolens che la Boldrini e tantissimi come lei non hanno ancora capito, ovvero che le nazioni del mondo ed, in particolare, quelle europee rischiano di cadere l'una dopo l'altra proprio perché la verità si irride e si sbeffeggia.

A differenza invece di quanto aveva capito e cercava di far capire, soprattutto all'Europa l'antropologa Ida Magli. Per questo la sua morte è stata totalmente ignorata. Come Giovanni Paolo II, Ida Magli aveva fatto proprio lo slogan Sorgi Europa, sii te stessa, riscopri le tueradici cristiane, in nome delle quali se stata per secoli faro della civiltà. Aveva inneggiato alla dignità della donna come mai aveva fatto la stessa chiesa in nome della Giovanneo paolina Mulieris dignitatem, facendone della creatività il tratto fondamentale.

Infine, come Oriana Fallaci, non aveva sottovalutato né sbeffeggiato, come Umberto Eco, la verità e i valori che si nascondono dietro le religioni, ma ne aveva studiato la forza ed i caratteri, la potenza del richiamo e della militanza, così da metterci in guardia dal messaggio integralista islamico. Nessuno è profeta in patria, professoressa Ida Magli,

A volte la piaggeria e la ruffianeria ci portano ad adorare gli idoli fin sulla porta del Mistero più grande. Ma possiamo star certi che tra le due eredità, quella di Eco e quella della Magli, pur entrambe preziose per impegno e dedizione, solo la verità che si attribuisce a ciascun segno e a ciascun nome, saprà salvaguardarle dalla ruggine del tempo.

Giuseppe Bracchi
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