Viterbo CRONACA Accoglimi e abbracciami, caro Gesù bambino, così come sono: re nudo e disilluso!
Giuseppe Bracchi
Caro Gesù bambino, anche per questo Santo Natale, da quell'impenitente peccatore che sono, testardo, cocciuto, orgoglioso, sono arrivato alla tua capanna come un qualsiasi pellegrino: pastore, impiegato, calciatore, medico, ingegnere, commerciante, contadino o quant'altro.
Ci sono arrivato col mio carico di dolore e di speranze, di affetti passati e presenti, conservati o perduti, di dubbi e di incertezze. Fede poca o nulla, illusioni tante.
Mi inginocchio davanti a te.
Ti guardo così piccolo, troppo piccolo ed indifeso per essere un re.
Ti vedo nell'atto di volerci tutti accogliere e tutti abbracciare. Il groppo mi serra la gola e vorrei piangere.
Adulto, troppo adulto per lasciarmi andare. Eppure... ecco, il dono che da te più desidererei: essere meno adulto e tornare, per qualche istante, ogni giorno bambino. Proprio come te!
Il bambino non insolentisce, non è superbo, non è orgoglioso se non nella sua misura, non offende, non mette sul capo degli altri quella corona di spine che tu, sempre col cuore semplice e puro di un bambino, hai indossato per noi verso il Calvario.
Il bambino sa farti meravigliose domande, aurora del pensiero, e ogni risposta che riceve la serba nel cuore, aspettando che la parola stessa maturi, come seme sotto la neve.
Accoglimi e abbracciami, caro Gesù bambino, così come sono: re nudo e disilluso!
Parlami sempre di te e della tua sacra famiglia, soprattutto quando il buio dei miei giorni mi morde l'anima. Forse, ho ancora tanto da camminare e da lavorare. Per questo il dono più bello è un eterno natale nel cuore.
Buon Natale a te, caro Mauro, a tutti i collaboratori e a tutti i vostri cari. Buon Natale a tutti i lettori e a tutto il mondo.
Giuseppe Bracchi
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