Viterbo CRONACA DA FACEBOOK Il presidente e alcuni avvocati sono "ragazzi" e... giocano su Facebook a cojonella, scrivendo anche la parola str...o, dimenticando il ruolo che riveste il presidente stesso e gli altri che gli... vanno dietro

 

L'avvocato Luigi Sini, presidente dell'Ordine degli avvocati di Viterbo

L'avvocato Luigi Sini presidente dell'Ordine degli avvocati di Viterbo, sbarca su facebook per commentare, scrivendo con parole irriverenti sul proprio profilo, l'arrivo al Tribunale di Viterbo di una sua collega, avvocato penalista del Foro di Roma.

Si tratta dell'avvocato Serena A. Gasperini, specializzata in Scienze Forensi e membro e relatore del Comitato Scientifico di Penale e Procedura penale del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

Docente di procedura penale e tecniche di indagini difensive dell'Accademia Scienze Forensi (AISF) presieduta dalla dottoressa Roberta Bruzzone.

L'arrivo di una professionista di tale livello sembra aver letteralmente sconvolto la sonnecchiante ed assopita comunità forense viterbese, legata alle consuete abitudini dettate dai soliti baroni togati che si passano lo scettro di padre in figlio.

Più dei codici civile e penale, certi baroni conoscono un codice di colleganza tra di loro che li porta qualche volta a dimenticare il solenne giuramento dell'avvocato per il quale il dovere di difendere il proprio assistito dovrebbe prevalere sull'interesse a mantenere buoni rapporti con i locali colleghi.

L'avvocato Gasperini è stata nominata per difendere una giornalista viterbese che si è vista negare l'assistenza legale da parte di numerosi avvocati viterbesi i quali si erano dichiarati non disponibili ad andare contro l'operato di un loro collega. I fatti scaturiscono da una serie di esposti e segnalazioni che la giornalista aveva inviato all'Ordine degli avvocati di Viterbo in merito all'operato dell'Avvocato Caio e della figlia Antonella Fiore Melacrinis. Depositata anche una denuncia per minacce ed aggressione nei confronti di un avvocato che aveva chiesto, con una certa violenza, di abbandonare la difesa della giornalista a due suoi colleghi avvocati che in un primo momento avevano deciso di difendere la cronista.

Il presidente dell'Ordine, Luigi Sini, ha sempre preso le difese dei propri colleghi; poi, quando la giornalista ha reso pubblica la vicenda sul quotidiano viterbotv.it, gli avvocati hanno tentato di contrattaccare con una serie di querele per diffamazione con il risultato di comprimere momentaneamente il diritto di cronaca e di conseguire il sequestro degli articoli senza che fosse stata previamente svolta alcuna indagine per verificare la veridicità di quanto scritto.

Ed in tutto questo, peraltro, la giornalista non ebbe neanche la possibilità di richiedere il dissequestro poiché, per farlo, avrebbe avuto bisogno dell'assistenza di un legale che fosse stato disposto ad andare contro le richieste dei colleghi locali e che, come detto, a Viterbo non le riuscì di reperire.

Di fatto, ogni volta che la giornalista presentava una querela, la stessa veniva rapidamente archiviata; al contrario, le querele sporte dalla parte avversa sfociavano in  un immediato rinvio a giudizio.

Salvo poi il ribaltamento della situazione davanti al Giudice.

Infatti, la stessa cronista ha avuto ragione davanti al Giudice in sede penale, ben 14 volte su 14 processi, con assoluzioni con la formula più ampia, chiesta addirittura dalla stessa accusa.

E’ anche accaduto che davanti al Giudice Dott. Rigato, la giornalista abbia potuto dimostrare le proprie ragioni ottenendo una Sentenza di assoluzione richiesta perfino dallo stesso Pubblico Ministero che in precedenza aveva voluto il rinvio a giudizio.

Da quando poi un Pubblico Ministero ha deciso di ascoltare la giornalista prima di decidere - dopo un lungo interrogatorio ed il deposito di ampie memorie (centinaia di pagine contenenti sentenze, verbali di udienze, 400 messaggi sms provenienti dal cellulare di Fiore Melacrinis e diffide varie) - in effetti, è stata finalmente richiesta dallo stesso PM l'archiviazione delle querele sporte dai Fiore Melacrinis avverso la giornalista.

All'arrivo dell'avvocato Gasperini al Tribunale di Viterbo, sono intervenute varie testate giornalistiche interessate al caso e la stessa Ansa. L'avvocato è stata presa d'assalto dai giornalisti. Foto, interviste in video, articoli, servizi e presenza in aula durante l'udienza disertata dagli avvocati querelanti Fiore Melacrinis, nonché dal loro difensore avvocato Remigio Sicilia, hanno animato l'ambiente ovattato del Tribunale viterbese.

Il presidente dell'Ordine degli avvocati, Sini, ha però confuso la notorietà dell'avvocato Gasperini, dovuta alle sue competenze, per le quali viene ripetutamente invitata nelle trasmissioni televisive quali Porta a Porta e Quarto Grado. Sini non sa che l'avvocato non è noto perché va in Tv, ma va in Tv perché sono note le sue competenze, che mette generosamente a disposizione di un più ampio pubblico.

Sini non è presente in alcuna trasmissione televisiva, forse perché non ha le competenze equiparabili a quelle dell'avvocato Gasperini. Da qui, verosimilmente, l'origine della battuta infelice di Sini su facebook, poco consona al decoro che dovrebbe avere un presidente di un Ordine: "Avvocato noto per i suoi interventi nelle trasmissioni televisive, non si può sentire. Oggi questa batte anche lo squallore di quei colleghi che passano notiziuole alla stampa in cambio di pubblicità” .

Con una tale frase Sini gioca sul suo profilo, seguito dai suoi avvocati più vicini che lo assecondano, invece di occuparsi dei gravi problemi che ruotano attorno alla mancata difesa di una cittadina, alle numerose segnalazioni di una situazione a dir poco scandalosa. A quanto risulta, Sini fu anche convocato in Procura per cercare di risolvere il problema, che evidentemente non fu risolto, e alla giornalista fu detto che era tutto in regola; per Sini tutto bene, ma se il presidente dell'Ordine degli avvocati avesse preso una posizione per risolvere il problema, invece di fare battutine pungenti su facebook, non si sarebbe arrivati a tanto.

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