Viterbo CRONACA Sulle pensioni da Renzi è arrivata una prima parziale risposta ma la questione non è ancora risolta

 

È ancora tensione nel governo sul fronte delle pensioni.

Dopo il decreto pensioni 65/2015 emanato dal governo Renzi, conosciuto come il “bonus Poletti”, che prevede la restituzione degli arretrati con una tantum entro il 1° agosto 2015 a tutti i pensionati che percepiscono pensioni da 1400  euro fino a 3200 euro lordi di pensione.

Dure sono state le critiche da parte dei pensionati e delle Associazioni dei Consumatori che ritengono illegittimo il decreto sui rimborsi e che   segnalano la necessità di aprire una trattativa con il Governo per prendere in esame complessivamente il problema delle pensioni che hanno perso in generale il loro potere d’acquisto.

Il decreto legge è giunto con l’obiettivo di ottemperare alla Sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimo il blocco dell'indicizzazione delle pensioni per il biennio 2012-2013 voluto dalla Riforma Fornero.

“Sulle pensioni da Renzi è arrivata una prima parziale risposta ma la questione non è ancora risolta. Non basta infatti un bonus una tantum per sanare gli arretrati perché così si restituisce solo il 30% del dovuto. I governi hanno prelevato dalle tasche dei pensionati 16 miliardi di euro in quattro anni e nessuno sa dove siano finiti mentre alle grandi rendite non è stato chiesto nulla”. Così il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone ha commentato il provvedimento.

“Sulla rivalutazione dal 2016 invece  – ha continuato Cantone -  siamo di fronte ad un passo in avanti ma vogliamo verificare il testo per capire come viene effettivamente tutelato il potere d’acquisto delle pensioni. Per questo insistiamo per un confronto di merito con il governo”.

Si tratta, certamente, di pretendere il rispetto di certi diritti, ma non possiamo dimenticare neppure il problema di chi percepisce pensioni sotto 3 volte il minimo, cioè l’80% dei pensionati italiani che hanno mantenuto la rivalutazione al 100%, ma che continuano ad avere assegni pensionistici comunque tanto bassi da trovarsi nei 10 milioni di casi di povertà vecchie e nuove – afferma Marisa Roberti  a nome del  Sindacato Pensionati italiani della CGIL – per questo  il problema va affrontato complessivamente,  tutti insieme e  senza  dividerci. Occorre ripartire con la piattaforma unitaria dei pensionati e rilanciare la vertenza anziani perché la sentenza della Consulta non ha risolto tutti i problemi di questi anni che hanno impoverito tanta della nostra gente”.

Per informare i cittadini e spiegare in maniera dettagliata in cosa consiste il decreto pensioni, lo Spi-Cgil Viterbo propone un incontro informativo giovedì 11 giugno alle 10 alla Sala “Primo Marchi”presso la sede della Cgil di Viterbo in via Giuseppe Saragat 8.

 

Spi-Cgil Viterbo