Viterbo CRONACA La successione anonima di vasi di fiori e di piante che ti accompagna da via San Lorenzo fino a piazza del Gesù, richiama l’immagine delle bancarelle floreali del mercato del sabato mattina
di Tiziana Mancinelli

Uno dei tanti banchi... tipo quelli del sabato mattina al mercato settimanale

San Pellegrino ventinovesima edizione: bellissima..., ma... solo nelle buone intenzioni del sindaco Leonardo Michelini.

L’esplosione di composizioni floreali che disegnano geometrie creative sui tipici scorci medioevali sono solo un bel sogno e, come tale, evapora non appena spalanchi gli occhi e ti rendi conto che non c’è nulla di ciò che hai immaginato.

Piazza del Plebiscito ti accoglie spoglia con una scritta che campeggia malinconica sullo sfondo a ricordarti che questa è “San Pellegrino in Fiore 2015”.

Tanti vasi solo poggiati in terra

La precisazione è necessaria: la successione anonima di vasi di fiori e di piante che ti accompagna ai bordi di via San Lorenzo fino a piazza del Gesù, richiama più l’immagine delle bancarelle floreali del mercato del sabato mattina che un’espressione di estro e creatività realizzata con i fiori, quello che dovrebbe essere questo evento.

Uno spettacolo che si ripete ovunque: file ordinate di piante sono disposte in ogni angolo come in una gigantesca bancarella senza esprimere alcun concetto.

Un raro delizioso angoletto, gradevole, della CIA Abbigliamento

Si salvano solo piazza San Carluccio, dove la Camera di Commercio realizza un’originale composizione floreale che vuole essere un suggestivo inno alla vita, l’angoletto di piazza Scacciaricci, dotato di una bellezza sua naturale, esaltata in quest’occasione da una cascata d’acqua incorniciata da un gradevole allestimento realizzato dalla CIA abbigliamento di Viterbo, e infine l’angolo riprodotto accanto ai blocchi etruschi, situati all’ingresso di piazza del Duomo, anche questa occupata da file di vasi, poste una di seguito all’altra, senza esprimere alcuna idea.

Fili ovunque che sostengono.. le case medievali

Proseguendo verso San Pellegrino in Fiore fili della corrente, spessi come tronchi di bambù, percorrono ignorantemente e prepotentemente le facciate antiche, alcuni fissati ai muri, altri a penzoloni.

E’ un altro duro risveglio da un altro sogno chiamato: Viterbo città d’arte e di cultura.

Rattoppi d’intonaco sugli edifici in pietra, che costituiscono il cuore pulsante di San Pellegrino, sono lo schiaffo finale a chi ancora non si fosse completamente destato dalle fantasie alimentate dai proclami politici degli ultimi anni.

Espositori adatti ad un negozio di fiori, non ad una manifestazione floreale

A questo punto del tragitto piazza San Pellegrino, seppur variamente colorata, nell’assenza di idee o schemi floreali che aggradano l'occhio, non basta a dissipare il tono grigio e malandato che ormai connota questa città, uno spettacolo che, a differenza di questa ventinovesima edizione, non è destinato a durare solo tre giorni.

Sarebbe da chiedere al sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini, 35mila euro spesi dal Comune per la manifestazione San Pellegrino in Fiore e nulla per la manifestazione del Volontariato, ma forse non sarebbe stato meglio fare un San Pellegrino in Fiore nel suo splendido e curato vivaio, orgoglio di Tiziana Parenti e di suo marito lo stesso Michelini?

Tiziana Mancinelli

137 foto di San Pellegrino in Fiore per capirne il basso valore artistico floreale