Viterbo RACCONTO Avete presente Jane Fonda nel film ‘Sul lago dorato’? In quel film Jane Fonda aveva quarantaquattro anni, ma...

 

Jane Fonda

Domenica Neri, conosciuta con il nomignolo ‘Mimma’ e il soprannome ‘La dolce’, è una signorina di quasi cinquant’anni, ben portati, anzi ottimamente portati. Ha un fisico giovanile, snello ma non magro, con le curve giuste nei punti giusti, una bella capigliatura bionda con taglio a caschetto, un viso curato e truccato con sapiente moderazione in modo da non barare sull’età, ma presentarla nel modo migliore.

E’ dunque una splendida donna di mezz’età’ come Jane Fonda quando aveva tra i quaranta e cinquant’anni.

     Avete presente Jane Fonda nel film ‘Sul lago dorato’? In quel film Jane Fonda aveva quarantaquattro anni,  ma presentava un aspetto da fare invidia alle diciottenni dei concorsi di bellezza.  Mimma è come quella Jane Fonda.

     Il diminutivo ‘Mimma’ le è stato attribuito fin da piccola dalla madre, che si pentì presto di averle dato il nome della nonna Domenica come da inevitabile tradizione familiare, perché quel nome, sarà pure bello e santo, ma è poco pratico, troppo lungo da pronunciare. Quando Domenica ebbe due anni d’età e si cominciò a chiamarla per nome, fu inevitabile storpiarglielo in ‘Domé’ oppure ‘Nica’, o peggio ‘Meca, Mechina, Mechetta…” creando un po’ di confusione nella bambina. Ci fu allora una riunione familiare e si concordò di chiamarla ‘Mimma’ per imitazione del grande  Modugno, Domenico detto appunto ‘Mimmo’.

     In quel periodo era ancora fresco il successo del bel film di Billy Wilder ‘Irma la dolce’ e perciò fu quasi automatico che Mimma divenisse ‘Mimma la dolce’, perché Mimma era effettivamente una bambina dolcissima e dolce rimase crescendo.

     Ora, nel supermercato dove lavora, lei è la commessa più anziana e ha l’incarico di sovraintendere al personale addetto alle casse. Svolge questo suo lavoro con serietà e impegno, con la giusta correttezza e, quando è necessario, con la dovuta severità. Ma non le manca mai la delicatezza e il senso di umana comprensione per capire e riparare gli errori del personale a lei sottoposto, quando quegli errori siano provocati dalla stanchezza o da una circostanza non riferibile a negligenza. La dolcezza giovanile è perciò maturata in un senso di calma e di comprensione,  e dunque in una buona disposizione d’animo verso gli altri.

     A questo punto mi si potrebbe chiedere:

     “La ‘signorina’ Mimma, dato che è signorina e dunque libera e disponibile, rappresenta la donna ideale per un bell’uomo maturo?”

     E potrei rispondere: “Sì, ma solo in teoria.”

     Mimma è bella e buona, ma c’è un ma: Mimma non ha un suo ‘uomo’, non l’ha mai avuto. E’ rimasta signorina sia formalmente all’anagrafe, dove è registrata come ‘nubile’,  sia nella società, dove è qualificata ‘zitella’. 

     Non che le siano mancate le occasioni di trovare un compagno. In anni ormai lontani ha avuto giovani fidanzati o quasi fidanzati, e in tempi più recenti si sono presentati a lei  distinti scapoli o divorziati o vedovi, come aspiranti al matrimonio oppure in cerca di una ‘affettuosa convivenza’ (soluzione che ora è in uso sempre più spesso invece del matrimonio). Ma l’approccio non è andato mai a buon fine. Perché?

     Perché Mimma ha un grave difetto: è intelligente e sincera.

     Non voglio mica affermare che intelligenza e sincerità siano difetti. Ci mancherebbe questo. Sono pregi che in teoria tutti ammiriamo, ma che nella vita comune, se coesistono, sono un grave handicap specialmente per una donna e in particolare sono un handicap nei rapporti affettivi.

     Voglio dire che, se una donna è intelligente e sincera, quella donna intimidisce i colleghi di lavoro e un po’ pure gli amici, ma fa addirittura fuggire spaventati gli uomini che provano ad iniziare un rapporto sentimentale. Per dirla in modo molto semplice: di solito gli uomini hanno simpatia per le donne ochette o anche per le donne intelligenti, ma insincere, cioè che sanno fingersi ochette.

     Cornelia Otis Skinner, scrittrice e attrice americana del secolo scorso, era una donna intelligente,   furba e dotata di notevole ‘humour’.  Lei dava questo consiglio alle donne: “Se dovete chiudere una valigia che ha la serratura un po’ difettosa ed è presente il vostro fidanzato o marito, dite che non ci riuscite e fingete di rompervi un’unghia. Chiuderà lui volentieri la valigia, e, imbranato come  sono quasi tutti gli uomini, di unghie se ne romperà due o tre prima di riuscire a chiudere quella benedetta valigia, ma poi si sentirà il vostro eroe.”

     Dunque Mimma è single, ma ha amici che la accettano com’è e tra questi amici ci sono io. Vi posso perciò assicurare che Mimma è una donna speciale e merita ancora adesso il soprannome di “Dolce”, anche se la sua dolcezza è ora meno espansiva ed evidente. 

     Qualcuno, che la conosce poco, maligna ipotizzando che sia lesbica. E se fosse lesbica? Per gli amici non fa alcuna differenza e, comunque, non è vero.    

     Mimma, come succede talvolta alle persone intelligenti, non dà troppa importanza al sesso e ha rinunciato senza drammi ad avere una vita di coppia. Ciò non toglie che abbia di tanto in tanto incontri occasionali ‘affettuosi’, ma questi non diventano mai un rapporto stabile per il motivo che ho detto, cioè la fuga piuttosto rapida del partner.   E comunque Mimma è molto femminile e, nonostante l’età un po’ avanzata, conserva un notevole sex appeal.

     Ho già detto che lei cura molto il suo aspetto. Aggiungo ora che non disdegna di vestire e atteggiarsi talvolta in modo piuttosto civettuolo, però mai provocante né volgare. A suo tempo non ha indossato né la minigonna né gli hot pants, nemmeno quando da ragazza erano quasi un obbligo, né pensa oggi di mostrare le sue pregevoli rotondità posteriori indossando senza copertura leggings  o jeggings.

     Ovviamente sul lavoro veste in modo serio e irreprensibile, ma quando è in vacanza o se ne va a spasso indossa volentieri abiti giovanili e sportivi: pantaloni, giubbetti e scarpe basse, tanto che vista da dietro viene facilmente scambiata per una ventenne.

     Quello che segue è il racconto di un episodio che le è capitato e che dimostra il suo spirito, la sua intelligenza e la sua avvenenza. Mi ha raccontato dunque Mimma:

     “Stavo camminando allegramente sul marciapiede destro della via Centrale in direzione di piazza del mercato. Ero particolarmente allegra e soddisfatta perche avevo appena comprato un completino jeans, pantaloni attillati ma non troppo e giubbetto decorato con ricami e piccoli Swarovsky. Mi era tanto piaciuto quel completino e mi stava proprio bene; così, dopo averlo provato, l’avevo comprato e, dato che non richiedeva alcun aggiustamento, me lo ero lasciato addosso ed ero uscita dal negozio portando in una busta il vestito vecchio. Camminavo molto  disinvolta sventolando la busta e quasi saltellavo come una ragazzina approfittando dell’agilità che mi davano le scarpe basse. Le donne non dovrebbero mai camminare con i jeans e i tacchi alti perché così sembrano giraffe incerte o struzzi ubriachi.

     Ad un certo punto notai due giovanotti che mi seguivano e li sentivo parlottare. Si dicevano:

    “Vedi ‘sta regazzetta bbona! Che culetto! Ce provamo a rimorchialla?”

    “Ahò! Provàmoce. Con garbo, però. Se vede che è robba fine…”

    “Massì! Tanto,…  peggio che ‘n vaffa, non ce dirà.”

     I due allungarono il passo e io feci altrettanto. In questo modo però ero costretta a sculettare.

     “Lo vedi come se move? Mi sa che c’ha sentito… allora ce sta! O non ce sta?”

     “E che ne so? Daje, accelera…”

     I due mi sorpassarono di un paio di metri e si girarono verso di me. Mi guardarono in viso e si bloccarono con due facce imbambolate per la sorpresa di trovarsi davanti non una ‘regazzetta’, ma una donna matura. Allora mi fermai anch’io e, con tono da presa per… in giro, gli dissi:

     “Beh! Che fate? Ora rinunciate?”

Agostino G. Pasquali