Viterbo CRONACA CON LA ZAMPATA  Io preferirei essere svegliata dalla musica di un programma radiofonico
di Zampa

 

L’abitudine di accendere la TV mentre preparo il primo caffè del mattino l’ho ereditata da mia madre, casalinga, che odiava il silenzio e lo riempiva con la compagnia ciarliera dei conduttori televisivi.

Io preferirei essere svegliata dalla musica di un programma radiofonico, ma abito nella Fossa delle Marianne, nota località esotica viterbese, in cui per catturare una telefonata si rischia di cadere dal terrazzo, figurarsi per ricevere la modulazione di frequenza… non funziona neanche la radiosveglia e il BUZZ alternativo mi catapulta fuori dal mondo dei sogni con una violenza tale da farmi venire la tachicardia; un giorno sono caduta letteralmente dal letto e la radiosveglia ha fatto una brutta fine (Direttore, si può dire? Oppure la morte violenta di una radiosveglia è un fatto di cronaca nera?)

Stamattina, mentre addentavo una sfogliatella alla crema, con le immagini di Elton John e Dolce & Gabbana, mi arrivava il commento sulle loro opinioni divergenti in materia di figli preconfezionati, da madri surrogate, per andare ad allietare le famiglie gay. Finalmente ne discutono tra loro, così non si potrà dire che i contrari siano solo gli eterosessuali omofobi.

Per noi italiani, D&G sono la coppia gay storica e un esempio di normalità superiore a quello dei coniugi ordinari. Probabilmente, la loro posizione di oppositori nei confronti della maternità surrogata, finalizzata alla costruzione di famiglie omosessuali, li farà bandire dalla comunità gay a livello internazionale.

Personalmente non mi sono mai permessa di giudicare qualcuno in base alle sue preferenze sessuali, a meno che si tratti di pedofili, di corruttori di minorenni e giovani donne indigenti (anche quelli assolti dalla Corte di Cassazione), di maniaci sessuali, ninfomani, stupratori o sfruttatori e clienti delle prostitute (non rilevo differenze sostanziali tra venditori e acquirenti).

Mi interessano di più l’onestà intellettuale, l’intelligenza, l’empatia e l’impegno sociale delle persone. Però detesto l’opportunismo, l’amore interessato ed egoista e le posizioni assolutiste di chiunque le manifesti, incurante delle conseguenze sulla vita del prossimo.

In questo caso il prossimo è un bambino, un essere umano per il quale i genitori sono tutto, almeno fino a sei anni, moltissimo fino alla maggiore età e un elemento importante dell’equilibrio interiore per tutto il resto della vita.

Sappiamo bene come i figli adottivi, prima o poi, sentano il bisogno di conoscere i genitori naturali, anche quando siano sereni e legatissimi ai genitori adottivi. Sappiamo anche quale senso di tradimento e disorientamento sia nato in quelli a cui era stata nascosta la propria origine, anche se con l’intento di proteggerli. E, comunque, molti di loro non riescono a superare la mortificazione di essere stati “rifiutati” da chi li aveva generati, anche quando esistano buoni motivi. In genere, vengono perdonati solo i morti e i malati psichici.

Come la prenderanno, quando avranno l’età della ragione, i tanti figli delle provette e degli uteri in affitto?

Mi è capitato, invece, di conoscere bambini adottati in Italia o all’estero, in tenera età, ma già capaci di comprendere di non avere una famiglia, che sono stati scelti da chi voleva dare loro amore e sono coscientemente nati una seconda volta, integrandosi serenamente nella famiglia, certi di essere stati voluti per amore e, a quel punto, mi permetto di pensare che per loro sarebbe stato irrilevante se si trattava di una coppia etero, di un o una single, di due donne o di due uomini.

E’ difficile, per chi sia animato dal desiderio di avvicinarsi il più possibile alla verità e senza pregiudizi, formarsi un’opinione serena sull’argomento ed è confortante che anche degli omosessuali si pongano il problema.

Parimenti, non si può accumunare la questione delle lesbiche a quella dei gay. La presenza di una madre naturale nella coppia assimila i loro figli a quelli senza padre, che esistono da quando esiste il mondo. Ma sappiamo come la prenderanno, in futuro, i figli della banca del seme?

Naturalmente, mi pongo lo stesso problema nei confronti della fecondazione eterologa praticata da coppie in cui lui o lei è sterile o la fecondazione artificiale di donne single, magari pure attempate che, invece di adottare un animale abbandonato, si comprano un figlio.

Di certo, c’è soltanto che l’Italia è piena di istituti e case famiglia in cui intristiscono bambini e adolescenti orfani, abbandonati o sottratti a famiglie nefaste. Il mondo trabocca di figli di nessuno, il cui dolore o indigenza urla nelle orecchie sorde di chi spende cifre favolose per comprare l’illusione di ottenere un figlio col proprio marchio di fabbrica, nonostante la natura gli abbia chiaramente indicato di essere destinato ad offrire giustizia a un innocente, privo del calore e della protezione di una famiglia.

Anche su questo argomento, tutti sbandierano i propri “diritti”, oppongono un “IO VOGLIO UN FIGLIO” maiuscolo, a caratteri cubitali, al più generoso “io desidero offrire amore e protezione a un bambino che ha diritto di averli”.

Non sarebbe meglio, invece, lottare di più per avere legislazioni sull’adozione più elastiche, meglio formulate e più coordinate a livello internazionale?

Non è più sano e generoso cercare di dare un‘esistenza decente ai tanti figli di nessuno che già esistono, prima di “fabbricarne” altri con espedienti tecnologici?

Io propendo per quest’ultima ipotesi, almeno per ora e fino a quando non avremo notizia di come l’hanno presa i figli di Elton John e del suo coniuge, o di Gianna Nannini, raggiunta l’età della ragione.

Mannaggia!, mi tocca rifare colazione perché, distratta dalla profonda riflessione, non ho capito cosa ho mangiato. Ciò che mi preoccupa maggiormente è la sparizione del tovagliolo di carta!

 Zampa

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