Viterbo CINEMA
Emanuela Dei
Moonlight:bello! Gli americani a volte sanno sorprendere. Lasciamo gli effetti speciali e teatri di posa di Hollywood e riescono a ritornare alla recitazione che è fatta di dialoghi ed espressioni.
Una storia semplice di emarginazione e solitudine, ne abbiamo viste tante così. Ma qui non c’è il sogno americano a salvarti, nessuno diventa Rochy Balboa o X Men. Dalla povertà non nasce niente.
Il protagonista cambia il suo destino nel momento in cui si ribella al suo ruolo di perenne vittima. Il riscatto non è nella danza o in un talent show, ma nella droga. Jerome diventa uno spacciatore perché, è questo il lavoro che gli si presenta. E non c’è l’ostentazione, la ricerca di un riscatto, i festini o la bella vita. C’è solo un lavoro e la voglia di sopravvivere.
Gli spacciatori hanno la loro divisa e il protagonista, per essere riconosciuto come tale, ha bisogno di una bella macchina, di una collana e di denti d’oro. Lui incarna il suo ruolo, ma non c’è nessun godimento in quello che possiede: il pusher è un mestiere come un altro.
Ogni gruppo etnico vive dei suoi stereotipi. Ogni personaggio in questo film mantiene la sua maschera di fronte alla società ma la rigetta, nel profondo della sua essenza. Solo alla luce della luna le persone diventano umane e rivelano la loro vera natura. Moonlight sembra più una pièce teatrale che un film: solo dialoghi, intensi, costruiti con parole semplici.
L’argomento omosessualità ricorda vagamente il film Broke Back Montain. Anche qui c’è una società chiusa e maschilista che non permette nemmeno questa parola. Non c’è la possibilità di viversi la propria sessualità e non c’è nessuna ricerca della felicità. L’amore, l’ affetto, la comprensione non sono indispensabili per vivere, il microonde invece, sì.
La bellezza degli interpreti è fenomenale. Ed è spiazzante intuire la trama del film, più dalle loro espressioni che da quello che dicono. Quello che si dice, il più delle volte, non è quello che si sente nel cuore. Certe parole poi, non si possono nemmeno nominare. E allora molto meglio muoversi alla luce della luna che svela, solo per alcuni istanti, l’essenza di ognuno di noi.
Emanuela Dei
