Viterbo CRONACA
Usb Viterbo Elisa Bianchini
Luca Paolocci, USB Viterbo
L’Usb Viterbo denuncia “Aumentano i contratti a termine e i morti sul lavoro”.
L’Istat ha diffuso i dati trimestrali sull’occupazione che annunciano un trend positivo su base annua, il Sindacato di Base, invece, ribadisce come l’aumento riguardi solo i contratti a termine e di pari passo la mancanza di sicurezza sul lavoro.
A giugno, rispetto ai mesi precedenti, l’occupazione diminuisce di 49 mila unità, con un calo maggiore fra i lavoratori a tempo indeterminato pari a 83 mila in un anno. Nella città di Viterbo, i disoccupati sfiorano il 17%, rispetto ad un media nazionale dell’11%. Solo i contratti a tempo aumentano.
“Nonostante il netto calo dell’occupazione nell’ultimo mese -ha dichiarato Luca Paolocci dell’Usb Viterbo- l’Istat continua a parlare di un trend positivo su base annua. Gli unici aumenti hanno riguardato i contratti a tempo determinato e i lavoratori intermittenti. 16mila persone sono assunte in modo precario nel tentativo di mantenerli sotto controllo. Qualsiasi legittima richiesta di rispetto dei diritti e della sicurezza da parte dei lavoratori produce una bieca minaccia, da parte del datore, di non rinnovare il contratto”.
I lavoratori, pertanto, sono più esposti a sfruttamento e mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro, rispetto allo scorso anno le denunce di infortuni, compresi quelli mortali, sono raddoppiate. Le malattie professionali nel Lazio sono aumentate del 94%, rispetto ad una media nazionale del 26%, ponendo la nostra regione in una triste classifica, insieme a Lombardia e Piemonte (fonte Inail).
“Solo dall’inizio dell’anno ci sono stati 421 morti sul lavoro, dovuti ad ambienti lavorativi non sicuri, alla mancanza di dispositivi per la protezione individuale e al mancato rispetto del riposo e delle pause legittime. -ha denunciato Paolocci- I turni forsennati allo scopo di aumentare i profitti di azionisti e grandi imprese, non favoriscono soltanto gli infortuni e l’insorgere di malattie professionali, ma anche i morti in itinere.
I dipendenti, morti sulle strade nel tentativo di raggiungere o lasciare i propri posti di lavoro sono stati 750. La situazione non migliora su base locale, nella città di Viterbo gli infortuni denunciati superano i 3 mila casi (fonte Inail), a cui va aggiunto un 30% che rimane nell’ombra, perché soggetto a contratti in nero o, comunque, minacciato di licenziamento”.
Speriamo che il decreto dignità imponga dei limiti precisi e l'obbligo di assunzione per i lavoratori intermittenti, al termine dei 24 mesi e non il solito gioco di mandare a casa i lavoratori dopo 20 mesi per sostituirli con altri.
Il Sindacato di Base si batte, al fianco dei lavoratori, perché, questi devono avere la certezza di far ritorno a casa, senza essere costretti a barattare la loro occupazione, o addirittura la vita, con i loro diritti.