Montefiascone L'OPINIONE
Giuseppe Bracchi – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il giornalista Giuseppe Bracchi

Mentre a Roma si parla del nulla, Sagunto viene espugnata. E per Sagunto intendo l’Italia intera, diventata ormai terra di nessuno, dove essere criminali conviene assai di più che essere persone oneste.

Lo dimostrano alcuni eventi accaduti in questi giorni e che hanno avuto per protagonisti i soliti zingari. Costoro anzi hanno perfezionato la loro tattica criminale. Mandano i minori a minacciare o ad aggredire il prossimo, sia in casa che nei pressi delle stazioni ferroviarie o della metropolitana, tanto i piccoli delinquenti in erba, con il crimine iscritto nel DNA, non sono imputabili, ed anche se lo fossero, troverebbero sulla loro strada il solito magistratello che invece di applicare la legge, fa della sociologia del diritto.

E poi non parliamo del livello di guardia ormai superato da un pezzo con gli extracomunitari. A Viterbo si è consumata ieri l’ennesima rissa modello favelas in via delle Fabbriche. I sudamericani con la testa piena di alcool e dal coltello facile. Loro non dialogano, pungono con la lama. La lingua come mezzo di espressione e di comunicazione dalle loro parti non è ancora arrivata. Provino a dimostrare il contrario i soliti volontari del soccorso rosso.

Ed ora sono i controllori di Trenord, che dalla prossima settimana scenderanno in sciopero, non per rivendicazioni salariali o quant’altro, ma per dire al Governo Gentiloni che sui treni delle ferrovie nord diretti a Novara, Saronno e via discorrendo, non possono più svolgere il loro lavoro perché continuamente minacciati dagli extracomunitari che vogliono viaggiare gratis e se ai quali chiedi il biglietto arrivano pure a minacciarti.

Si tratta generalmente di persone arroganti, ma poco addomesticata al sapone ed all’acqua. E non mi si venga a parlare di razzismo a buon mercato. Acqua e sapone non conoscono le razze. Discendono solo da un elementare principio di civiltà e di igiene, che evidentemente non è privilegio di tutti. Come faccio a saperlo? L’ho toccato con mano quando mi sono recato a Grandate, provincia di Como, per trascorrere le vacanze con mio figlio infermiere presso un casa di cura del luogo. Per i nostri spostamenti ci servivamo un giorno sì e l’altro pure delle ferrovie Trenord. Vi assicuro che non era un viaggio piacevole e che nei racconti degli scioperanti e dei loro sindacati non c’è un filo di bugia.

Ma in Italia è un Roberto Saviano qualunque che conta, più che onesti e ligi lavoratori delle ferrovie del Nord. Dopo averci raccontato cretinate su cretinate col suo professionismo dell’antimafia, gli hanno dato pure la scorta. Ecce Homo! L’uomo della Sindone, l’uomo dei dolori.

Dopo oltre 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, c’è chi grida al pericolo fascista. Vogliono abolire calendari, gadget, cittadinanze onorarie, per accontentare una partigianeria arrogante o impedire di fare un po’ di soldi dalle parti di Predappio, dove gli stessi ambulanti hanno già detto di avversare l’ideologia renziana, che non sa più dove sbattere la testa per raccattare voti.

E mentre a Montecitorio straparlano, l’Italia muore d’inedia, con gli italiani che si lavano le mani nel sangue degli italiani, direbbe ancora oggi Ugo Foscolo. Solidarietà ai lavoratori di Trenord. Ma credo che nulla potranno sperare dallo sguardo assente e patologico di un Presidente del Consiglio, che quando si sveglia al mattino in una terra desolata e deserta come Palazzo Chigi, non vede l’ora che torni la sera, come preludio ad un nuovo giorno altrettanto vuoto come il precedente.